Dopo un po’ di pausa riprendiamo l’appuntamento con le vostre recensioni.
E ovviamente ricominciamo con Sandro che ci racconta la sua visione de La solitudine dei numeri primi.
Il film racconta la storia intrecciata di Alice (Alba Rohrwacher) e di Mattia (l’esordiente Luca Marinelli). Entrambi hanno qualcosa in comune: hanno affrontato difficoltà e disagi strazianti.
Lei è zoppa per un incidente sugli sci dovuto ad un padre più preoccupato degli altri che della figlia, mentre Mattia è responsabile della perdita della sorella gemella. Alice, per questo difetto, è stata più volte discriminata e presa in giro; Mattia ha sempre sofferto in silenzio il suo dramma.
I numeri primi sono numeri solitari perché divisibili per uno e per se stessi: Alice e Mattia sono due numeri primi che si trovano ad affrontare la vita, piena di drammi, tenendosi per mano.
Mattia riesce a laurearsi in fisica, va in Germania e cambia radicalmente aspetto. Alice diventa anoressica, si sposa e si separa. Sette anni divisi in cui succede di tutto, salvo poi ritrovarsi e guardarsi negli occhi.
Il film, 110 minuti, è straordinario, ma presenta un aspetto che lo sminuisce: un finale estremamente lento, fatto di silenzi e di sguardi. ll che sarebbe anche bello se non così accentuato.
Il montaggio alterna presente e passato, ed impone attenzione durante la visione per seguirne tutti i passaggi. Il cast è ottimo, con Alba Rohrwacher calata, oltre che di peso, anche nel ruolo. Non mi spiacerebbe vederla in un film comico o comunque leggero: potrebbe sorprendere tutti, a mio avviso, con una verve comica eccellente.