Com’era prevedibile non ho rispettato in toto il piano #summerbooks che avevo stilato qualche settimana fa. Però non è andata male: ho letto un sacco, durante le vacanze, e alcuni dei libri citati in quel post li ritroverete prossimamente sotto forma di recensione. Per iniziare eccovi La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (di cui ho già letto anche Il nero e l’argento, il suo ultimo lavoro, che mi è piaciuto molto e che vi racconterò più avanti).
Con questo libro, Paolo Giordano si è aggiudicato il Premio Strega nel 2008.
Premetto che tanti mi avevano detto che era un libro triste, e in effetti dopo i primi capitoli stavo anch’io per sprofondare nello sconforto. Per la storia, certo, mica per la scrittura, così semplice e musicale che quasi ti culla tra le parole. La malinconia è una caratteristica molto forte di questo romanzo (e la ritroviamo anche nel suo nuovo libro), forse propria anche all’autore, ma non disturba perché – che lo vogliamo o no – è una componente fondamentale della nostra vita.
Ci sta tutta, poi, in una storia di due ragazzini di famiglie agiate che sembrano poter avere tutto dalla vita, ma che in realtà mancano di qualcosa: la serenità interiore. Stanno lì, ad aspettare che qualcuno li salvi, ma in realtà sono loro stessi gli unici che possono farlo. La paura di vivere e di amare sono gabbie che ci costringono in uno spazio chiuso e angusto, ma spesso ce le costruiamo da soli.
Alcuni mesi fa ne avevo riportato una citazione, molto profonda, che ben rappresenta il senso di questo libro. È proprio dagli avvenimenti accaduti nell’infanzia che le vite di Alice e Mattia restano segnate per sempre. Autonomi, indipendenti e un po’ asociali, i due ragazzi dopo essersi conosciuti a scuola si frequentano come amici e non riusciranno mai più a separarsi. Vicini anche quando sono lontani migliaia di chilometri, proprio come i numeri primi gemelli che li rappresentano (2.760.889.966.649 lui e 2.760.889.966.651 lei), sono destinati a rimanere isolati e solitari.
I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari. [...]
Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.
Si sentono attratti uno dall’altra, si può quasi dire che siano innamorati, ma non riescono a superare quell’ostacolo che è la solitudine interiore, con cui hanno oramai imparato a convivere.
Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’aveva mai detto.
Vincitore, tra gli altri, del Premio Strega e del Premio Campiello opera prima nel 2008, questo libro è un vero successo editoriale, da cui ne è stato tratto anche un film (questa, però, è un’altra rubrica). Grande è stato il contributo dell’editor Mondadori Antonio Franchini che ha spinto Giordano a cambiare il titolo originale Dentro e fuori dall’acqua con quello attuale, secondo me molto più azzeccato.
Voglio prepararvi, se decidete di leggerlo. Vi colpirà emotivamente, come una pietra sul petto. Vi opprimerà, a tratti, perché vi sentirete chiusi e legati come i due protagonisti. Se siete soli o state affrontando un periodo un po’ difficile, per qualsiasi motivo, aspettate a leggerlo. La libroterapia ci insegna che c’è un momento giusto per ogni libro. Per voi c’è bisogno di qualche lettura che vi tenga compagnia.
Titolo: La solitudine dei numeri primi
Genere: Letteratura italiana
Data prima pubblicazione: 2008 - Casa Editrice: Mondadori
312 pagine
Prezzo copertina: 18,00 €
EAN 9788804577027
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La solitudine dei numeri primi
Sinossi:
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. La lasciamo sulla neve credendo che morirà assiderata. Invece si salva, ma resterà zoppa e, soprattutto, segnata per sempre. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi compagni e, per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che lei lo aspetterà. Mattia non ritroverà più Michela. In quel parco, Michela si perde per sempre. Le vite di Alice e di Mattia, due esistenze segnate, si incroceranno. Diventeranno, Alice e Mattia, adolescenti, giovani, adulti.