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Era un po' che avevo intenzione di leggere un romanzo di Vázquez Montalbán con protagonista l'investigatore Pepe Carvalho.
Ho sempre amato molto i gialli, a partire da Agatha Christie e Artur Conan Doyle per arrivare a Fred Vargas. Mi piacciono i gialli classici, dove c'è un omicidio, si indaga e si danno a tutti i mezzi per scoprire con un po' di intuito chi è l'assassino.
Amo molto anche gli investigatori: Miss Marple, Poirot, indubbiamente Sherlock Holmes, e anche Adamsberger. Mi piace il loro modo di indagare e di ragionare e mi piace molto come sono caratterizzati.
Da Manuel Vázquez Montalbán e dal suo Pepe Carvalho mi aspettavo, forse erroneamente, qualcosa di simile: un investigatore con qualche aiutante (e devo dire che Biscuit è all'altezza di altre più famose spalle), un giallo che insinua il dubbio e lascia con il fiato sospeso.
Purtroppo però non è stato esattamente così.
Forse ho iniziato io dal romanzo sbagliato (ho preso questo libro in biblioteca quasi a caso), ma non sono riuscita ad appassionarmi alla vicenda, nè tanto meno a capire se Pepe Carvalho mi piace oppure no.
"La solitudine del manager" sembra più un romanzo politico che un giallo vero e proprio. Ci sono due cadaveri, certo. Ci sono tentativi di depistaggio e c'è il colpo di scena finale. Ma se non ci fosse dietro la Barcellona post franchista, il romanzo non avrebbe senso di esistere. Perché alla fine il tutto si riduce a uno scontro tra destra e sinistra, tra amici rimasti fedeli alle proprie idee e amici che hanno dimenticato quel che sono stati per diventare quel che sono ora, tra passato e futuro, con lo spauracchio di Franco sempre e comunque presente, e sempre e comunque in grado di condizionare le scelte economiche e politiche sia delle grandi aziende (disposte a uccidere pur di non perdere soldi in un periodo di crisi) sia delle persone comuni.
Pepe Carvalho è un ex agente della CIA, un ex militante della sinistra antifranchista che è stato anche in galera e che ora si guadagna da vivere facendo l'investigatore privato. Ha una prostituta fissa, una passione smodata per l'alta cucina (riflesso della passione di Montalbán) e un rapporto non proprio idilliaco con le forze dell'ordine.
Le caratteristiche per essere un grande investigatore ci sono tutte quindi. Eppure a me personalmente non ha convinto molto. Ma forse appunto perché, come dicevo prima, non mi ha convinto molto la trama di questo giallo.
Darò sicuramente in futuro un'altra possibilità a Manuel Vázquez Montalbán, anche perchè scrive in modo molto particolare, omettendo spesso i verbi e fornendo descrizioni in forma di elenco che hanno un potere molto suggestivo.
Mi informerò su quale dei romanzi con protagonista Pepe Carvalho sia considerato il migliore e ritenterò.
Nota alla traduzione: le note per le parole e le espressioni catalane sono sicuramente indispensabili. Però qua e là si nota qualche ripetizione e qualche frase che suona un po' strana, ed è difficile capire se sia lo stile dell'autore o una scelta sbagliata del traduttore.
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