Ledra Ledra e Luce Loi mi hanno regalato un racconto di Natale. Niente di meglio che condividerlo con gli amici, magari a puntate (neanche a Natale sono buona...).
Oggi facciamo conoscenza con i protagonisti, Riccardo e Ilaria, che si conoscono proprio il 25 dicembre. In un cimitero.
Buona lettura. La prossima puntata? Martedì 22 dicembre.La solitudine dell'animaUna dilaniante rabbia gli fagocitava l’anima. Guardò la tomba pulitissima e la voglia di devastare la lapide, di scavare nella terra e di riprendersi Pamela lo colse all’improvviso. La splendida e gigantesca Stella di Natale bianca adornava la lastra nera. Riccardo aveva voglia di urlare, di maledire il Destino che gli aveva strappato la metà più importante di se stesso. Sentì il freddo, il gelo penetrargli dentro e, con un gesto automatico, si strinse in un abbraccio. In una stretta che agognava da lei ma che non avrebbe più potuto avere. La forza della vita lo costringeva ad andare avanti, anche se avrebbe voluto addormentarsi e non svegliarsi più. Il sole brillava comunque in cielo e gli sussurrava che il suo dolore era compreso e accettato dalla Natura come era stato per migliaia di anni prima di lui.Si guardò attorno e si rese conto di essere l’unico vivo nel Cimitero. Nessun altro aveva sentito l’esigenza di essere lì a Natale. Nel giorno più importante dell’anno erano tutti impegnati a godersi il pranzo e i sorrisi, mentre lui aveva rifiutato sia l’invito dei suoi genitori che quello dei suoceri. Voleva stare da solo, solo come si sentiva anche quando era in mezzo alla folla. La solitudine dell’anima lo accompagnava da un anno e, ormai, era diventata una cara amica. Quasi una coperta di Linus di cui non poteva più fare senza.
Ilaria sbuffò, mentre accendeva la stufa. Fuori l'aria era troppo fredda anche per la neve.Riguardò l'elenco delle cose che doveva fare, saltellando per mantenersi calda. Occuparsi di un cimitero il giorno di Natale era davvero il minimo che potesse capitarle, nella vita. Ma era il lavoro per cui veniva pagata e, visto che in giro non c'erano né parenti né probabili fidanzati, allora era meglio impegnarsi nel suo secondo incarico.Il fuoco iniziò a crepitare nella stufa e, anche se il calore generato era ancora poco, bastò questo per farla sentire già meglio. Quando aveva fatto quel concorso per archivista e custode del cimitero in molti le avevano riso dietro, ma a lei non importava. Voleva un lavoro stabile, qualcosa che portasse in calce la sua laurea e gli studi a cui si era dedicata con tutta se stessa. Per fortuna il vecchio custode, nonostante fosse in pensione, andava spesso ad aiutarla, soprattutto nelle incombenze che, a sentir lui, non erano adatte a una donna. A Ilaria piaceva il signor Enrico Bertozzi. Quando l'aiutava non usava quell'aria di sufficienza di uomini che vogliono rimarcare il loro ruolo, ma quella galanteria d'altri tempi che lo faceva assomigliare a un anziano gentiluomo. A Natale era a casa con la famiglia, però, e lei era rimasta sola nel cimitero.Corresse il pensiero guardando fuori dalla finestra. Non era sola.Guardò l'uomo ben vestito in piedi accanto alla tomba nera della moglie. Riccardo Neri. Non passava giorno senza una sua visita. Quarant'anni ben portati, un fisico asciutto e snello, e negli occhi il dolore per un rimpianto infinito.Ilaria sospirò quando i pensieri la portarono dove non voleva arrivare. Una vocetta maligna le si insinuò dentro e le disse che c'era una ragione per cui aveva rifiutato l'invito del signor Enrico. La tristezza di Riccardo le era entrata dentro, abbattendo le sue difese. E, come una stupida, ormai sapeva di essersi innamorata di un uomo che non l'avrebbe mai guardata, preso com'era dall'amore e dal rimpianto per la moglie scomparsa.Sospirò, guardando il fuoco, poi decise d’agire.
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