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La solitudine delle madri

Da Viadellebelledonne

La solitudine delle madri

La solitudine delle madri

di Marilde Trinchero

Editore: Ma.Gi.

 

Quando si è bambine ci danno in mano le bambole per renderci avvezze al rapporto con un bimbo, un figlio finto da accudire, da maneggiare con maestria.

Cresciamo con la certezza che per una donna la vera realizzazione passa attraverso l’esperienza della maternità. La maternità è bella, è un dono, un’esperienza meravigliosa.
Eppure ricordo, da bambina, alcune anziane che ne lamentavano la fatica, il dolore del travaglio, la perdita della femminilità. Pezzi difficili da mettere insieme eppure tutti e due ugualmente veritieri nell’esperienza delle donne.
Cosa avviene alla donna che diventa o sta per diventare madre?
Cosa cambia dentro e fuori la sua persona? Nel contesto che la circonda? Tutto semplice o complicato?
Ad una situazione corrisponde anche il suo contrario; è quello che cerca di spiegare Marilde Trinchero, in una lunga e appassionata riflessione nel suo libro “La solutidine della madri.
La situazione che tutte vorrebbero, o avrebbero voluto, vivere in quel lungo e faticoso impegno che le consacra madri:

“Passano le settimane, i mesi. In alcuni casi la donna ha una bella rete di protezione familiare intorno. Un lavoro che la può attendere senza troppe pressioni, e lei può decidere con serenità se rientrare o prolungare l’assenza fino a che un asilo nido o una nonna o una tata la possano egregiamente sostituire. Il compagno non solo la sostiene nelle sue decisioni, ma ha già anche ordinato l’ultimo modello di macchina station wagon (quella su cui sale anche il cane che non perde un pelo) che pagherà in contanti. Lei ogni tanto lascia volentieri il bambino a qualcuno che se ne occupa altrettanto volentieri ed esce con le amiche: un abito nuovo, un film, una mostra, una passeggiata nel verde.”

Fantascienza.

“L’esperienza di essere madre viene qui raccontata tenendo in considerazione anche quegli aspetti psicologici che di norma vengono taciuti, se non addirittura censurati, dal superficiale mito della madre «eternamente appagata e felice».

Depressione, momenti di rabbia, amarezza per rinunce, aspirazioni professionali non realizzate, stanchezza, solitudine sono tutti sentimenti che fanno della maternità un vissuto autenticamente umano, di pari dignità con felicità, commozione, dedizione e senso di autorealizzazione.

Una delle esperienze più profonde che possa vivere una donna viene qui descritta a tutto tondo, in una complementarità delle parti luminose con i lati d’ombra. Con saggezza, ironia, cognizione di causa.

Madri, madri celebri, madri protagoniste di opere letterarie e artistiche, madri che della maternità hanno voluto capire di più tramite gruppi di arteterapia: una galleria di ritratti molto rassicurante per quelle donne che convivono con i sensi di colpa legati ad alcune emozioni «negative» suscitate dalla maternità.”

Un libro che può aiutare a capire; un testo a volte consolatorio che può, comunque, far bene anche a chi di noi ha figli adulti che fanno credere che il ruolo di madre sia esaurito.

Marilde Trinchero vive ad Alba. E’ arteterapeuta e fa parte dell’Associazione Professionisti Italiani Arte Terapeuti (A.P.I.Ar.T.); si occupa prevalentemente di tematiche femminili legate alla creatività e alla maternità. Ha pubblicato alcuni racconti e il romanzo Che cosa vuoi di più?, scritto con Daniela Minerdo (Edizioni Tracce, 2005).

Ha detto di sé: “Sono nata nel 1960 e, mentre attraverso la vita, le immagini e la scrittura sono strumenti che porto sempre con me”.



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