Di Grazia Serao. È appena entrata in orbita attorno alla pianeta Marte la nuova sonda della NASA, Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution). Erano le 4.30 italiane quando sono cominciate le operazioni che hanno portato la sonda ad orbitare intorno al pianeta. Maven era stata lanciata nel novembre scorso e ha percorso 700 milioni di kilometri prima di arrivare a destinazione.
Si tratta di un esperimento rivoluzionario, soprattutto perché Maven avrà il compito di analizzare l’atmosfera del pianeta rosso, e non la sua superficie come avvenuto in passato. Lo studio dell’atmosfera infatti aiuterà a far luce sui cambiamenti climatici che in passato hanno portato Marte a essere un pianeta tanto arido.
Questa attività di ricerca potrebbe fornire agli studiosi importanti informazioni. Le analisi svolte fino ad oggi sulla superficie di Marte hanno fatto pensare che negli ultimi tempi vi siano stati importantissimi cambiamenti climatici sul pianeta. Ad esempio la morfologia di molti crateri da impatto fa pensare che il suolo contenesse acqua al momento della loro creazione. La presenza di valli e canyon è poi una forte indicazione che in passato l’acqua scorresse in superficie. Ma questo scenario sembra risalire ad almeno 4 miliardi di anni fa: oggi Marte è un pianeta arido e desertico. La sua temperatura media si aggira sui -60 °C e che ai poli può scendere fino a -153 °C.
Gli studiosi ritengono che questo cambiamento sia dovuto anche al mutare delle condizioni atmosferiche: l’atmosfera è diventata col tempo più sottile e rarefatta. Le osservazioni indicano che oggi la pressione atmosferica media su Marte è inferiore all’1% di quella che abbiamo qui sulla Terra al livello del mare. “La missione scientifica di Maven si concentra sul rispondere a domande su dove sia andata l’acqua che era presente un tempo su Marte, e su dove sia finita l’anidride carbonica”, ha ricordato il responsabile di Maven Bruce Jakosky , dell’Università di Boulder in Colorado. “Sono domande importanti per capire la storia di Marte, il suo clima e il suo potenziale di supportare almeno la vita microbica”.
La sonda trasporta tre set di strumenti. Il primo, detto Particles and Fields Package (PFP), è stato realizzato sotto la supervisione dell’Università di Berkeley e raggruppa sei strumenti dedicati all’analisi della ionosfera marziana e del vento solare. Vi è poi il Remote Sensing Package, realizzato dall’Università di Boulder in Colorato, che determinerà le caratteristiche globali dell’atmosfera marziana più esterna. Infine il Neutral Gas and Ion Mass Spectrometer, costruito al centro spaziale Goddard della Nasa, misurerà la composizione dell’atmosfera marziana.