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La sopravvivenza della specie più ricettiva ai cambiamenti e il riso latte con coulis di pesca e kiwi

Da Labandadeibroccoli

"Non è la specie più forte che sopravvive nè la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti" diceva Darwin nel lontano ´800.

Direte voi "E cosa hanno in comune le teorie di Darwin e il riso latte?"

Che dirvi, per l´universo mondo assolutamente niente, ma per noi tantissimo.

Dobbiamo confessare che il riso latte noi non lo avevamo mai mangiato, nemmeno quando a Roma andava di moda mangiare al take away etnico della piazzetta di Monti (siii un tempo non

c´era il sushi take away) e lo prendevano tutti come dessert.

Una delle nostre più care amiche ne decantava la qulità, ma noi niente.

Refrattari come pochi a provare qualcosa che non ci ispirava per nulla fiducia.

In effetti le novità ci hanno sempre incusso non poco timore.

Quella malsana vocina che ci diceva "ma noo, ma che state a fa´! potrebbe essere peggio di ora".

Poi succedono tante cose, positve, negative, medie, etc. e alla fine vi ritrovate a prendere il coraggio a quattro mani per affrontare un epocale cambiamento: cambiare città, nazione e vita senza nessuna motivazione razionale, ma solo di cuore.

Questo credevano che come cambiamento ci sarebbe bastato per tutta la vita e che poi ci saremmo potuti mettere in panciolle.

Sbagliavamo di brutto!

La nostra scelta ha implicato rivoluzioni più grandi di quelle che immaginavamo e un continuo esercizio di adattamento alla scelta di cambiamento che avevamo fatto.

Cosa che, di conseguenza, implica piccole, irreversibili e terribili rivoluzioni del quotidiano.

E così un giorno anche noi ci siamo trovati a dover mangiare l´odiato riso latte e non solo!

Lo abbiamo dovuto mangiare per cena! Ovvove!

Noi italianissimi fino al midollo, siamo sempre stati abituati alla divisione dei pasti in 3 grandi (colazione, pranzo e cena), con due intermezzi piccoli (e che non ve la volete fare una merenda alle 10 e una alle 16?) e con un grande intoccabile dogma: "Pranzo e cena sono salati", senza se e senza ma.

Qui in crucchia la cena, e spesso anche il pranzo, possono essere costituiti da qualcosa di dolce, anatemaaa.

Ve la facciamo breve, alla fine abbiamo dovuto cedere e se le prime due volte abbiamo mangiato il riso latte che ci hanno preparato, alla terza lo abbiamo fatto noi.

Vi lasciamo la ricetta originale e le nostre modifiche vegane, che a noi solo il pensiero di tutto sto latte ce fa sta male!

(Che un cappuccino non lo vediamo dalla fine degli anni ´90...)

La sopravvivenza della specie più ricettiva ai cambiamenti e il riso latte con coulis di pesca e kiwi
La sopravvivenza della specie più ricettiva ai cambiamenti e il riso latte con coulis di pesca e kiwi
la nostra versione vegana

130 g riso latte

2 bacche vuote di vaniglia (qundo usiamo i semi conserviamo sempre le "scorze", ottime per profumare le creme e il riso latte)

la punta di un cucchiaino di cannella

650 ml latte di mandorle

100 ml acqua

50+20g zucchero (mettete lo zucchero in due fasi, solo se necessario perchè il latte di mandorla di solito è già dolciastro)

accompagnato da coulis di pesca e kiwi

pesca: sbucciare una pesca, tagliarla a pezzi e frullarla con un cucchiaino di zucchero e uno di succo di limone; aggiungere zucchero che vi risulta troooppo aspra.

kiwi: idem come sopra

Noi consigliamo di non mettere troppo zucchero nella coulis, l´idea sarebbe proprio dare un contrasto acido al dolce del riso latte.

La sopravvivenza della specie più ricettiva ai cambiamenti e il riso latte con coulis di pesca e kiwi

* "Tutti gli ingredienti per essere consumati tranquillamente dai celiaci devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione."


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