Sono socio Coop da ormai molti anni e credo ancora nella funzione sociale delle cooperative (soprattutto da un punto di vista occupazionale), anche se sono sicuramente troppo politicizzate e rappresentano, soprattutto in Toscana ed Emilia, importanti “serbatoi di voto” e di “clientele”.
Comunque, discorsi prettamente politici a parte, passiamo al sunto della questione: ciò che rimane di cotto al banco gastronomia della Coop di Siena (ma sicuramente anche nelle altre filiali) viene letteralmente gettato nella spazzatura.
Sono passato dalla Coop per un bel pollo arrosto da gustarmi a pranzo e mentre ero in fila, a pochi minuti dalla chiusura, la signora davanti a me chiede mezzo pollo. L’addetta della Coop le dice: “se lo prende intero, lo paga al 50% !”. A quel punto anche noi diciamo, a voce alta: “beh, se è così lo prendiamo intero anche noi !”. Cenni di assenso anche dalle altre 2-3 persone in coda. L’addetta continua: “siamo ormai all’ora di chiusura e quello che avanza andrà gettato…”. Intervengo: “beh, proprio buttato forse no…finirà in qualche mensa, come quella della Caritas !”. L’addetta mi guarda, perplessa: “no, no…questi polli finiscono direttamente nella spazzatura: non possiamo, per legge, fornire cibi cotti alle mense !“.
Rimaniamo tutti basiti davanti alla risposta, scioccati all’idea che decine di polli arrosto -buoni e caldi- finiscano nella spazzatura perché stupide leggi legiferate da stupidi politici permettano un simile spreco.
Mi sono sentito avvilito al pensiero delle tante famiglie che non riescono più ad acquistare cibo e si rivolgono alle “mense dei poveri”. E penso a tutti gli altri sprechi di cibo che quotidianamente avvengono nelle varie mense e negozi.
Eppure all’estero, in particolare a Londra, si stanno sperimentando nuove esperienze per ridurre gli sprechi, come questa (da Corriere.it):
Possibile che non vi siano, in Italia, soluzioni per riutilizzare, riciclare, donare il cibo ancora commestibile ?
Non possiamo più permetterci un simile spreco e la politica, come al solito, ha la responsabilità di provvedere affinché questo non succeda più.