La sostanza del lavoro

Creato il 11 gennaio 2011 da Pierotieni
di Piero Tieni
Cosa vuol dire “esattamente” lavorare sulla catena di montaggio? Qualche anno fa, per esempio alla Candy di Brugherio, voleva dire che il tuo lavoro poteva essere quello di vederti passare davanti circa 25 lavatrici ogni ora e, per ognuna di esse, avere circa 2 minuti di tempo per avvitare otto bulloni e stringere una cinghia. Avvitare e stringere, riavvitare e ristringere ossessivamente, stando in piedi per 8 ore, 8 stramaledettissime ore, ad avvitare bulloni e stringere cinghie. Ed è solo lì che il termine “alienazione”, letto distrattamente sui libri, assume una fisionomia precisa e dettagliata. Quando avviti e stringi, avviti e stringi, avviti e stringi, una pausa di 10 minuti non è solo un simpatico diversivo ma è una necessità che consente al cervello (ed agli occhi, ed alla schiena) di riassumere le loro naturali sembianze per poter sopportare il logorio delle ore successive. Quando poi arriva la pausa mensa è una festa, ci sono ben 30 minuti per mangiare (circa 10 se ne vanno per andare in bagno e fare la fila), e fa niente se il cibo fa schifo. E’ un lavoro talmente logorante che dopo 20 anni, per esempio a Mirafiori, 1000 operai su 5000 (il 20%!), non sono più in grado di svolgere quelle mansioni in quanto affetti da danni fisici cronici.
Cosa propone l’accordo (l’imposizione, il ricatto) di Mirafiori? Che le pause devono essere ridotte, proprio quelle pause “vitali” per un’operaio della catena di montaggio. Che la “pausa pranzo” deve essere spostata a fine turno, quindi un’operaio che fa il turno dalle 14 alle 22,  anziché andare in mensa alle 18:30, può farlo alle 21:30, se vuole; cioè uno che fa il turno dalle 22 alle 6, quando arrivano le 5:30 del mattino, anziché andarsene a dormire a casa dice “sai che c’è? Adesso vado a vedere che c’è di buono in mensa”; in pratica si elimina la pausa mensa, punto. Che se ti ammali, visto che già guadagni tanto, i primi 2 giorni non te li pago; se quindi hai bisogno di soldi ed hai 38 di febbre, anziché startene un paio di giorni a letto come tutti i cristiani, ti imbottisci di tachipirina e vai a lavorare. Che l’azienda può imporre (imporre!) agli operai 120 ore di straordinario l’anno a testa, sabato compreso, così non si rincoglioniscono davanti alla televisione. Che ci saranno turni di lavoro di 10 ore al giorno per 4 giorni consecutivi. Che se questo accordo non ti piace, non puoi scioperare (negazione del diritto allo sciopero, sottrazione di un diritto) e se il sindacato che hai scelto non firma l’accordo, resta fuori dall’azienda e tu taci e lavora. Questo è l’accordo di Mirafiori, questa la mitica “Fabbrica Italia” di Marchionne, mica palle!
Un partito allora che ha (dovrebbe avere) nel suo DNA anche la missione di dover far stare un po’ meglio quelli che stanno peggio (per andare alle origini e per restare terra terra), dovrebbe semplicemente dire che questo accordo è “deleterio” per le condizioni di vita (e di salute) di un operaio della catena di montaggio; dovrebbe dire che se fosse al Governo metterebbe attorno ad un tavolo Marchionne ed i sindacati ed userebbe tutte le sue armi (che sono tante) e tutta la sua forza per cercare e per trovare un altro accordo (e Ciampi nel ’93 lo fece); pur essendo all’opposizione chiederebbe un incontro alla Fiat e rappresenterebbe il punto di vista dei lavoratori; direbbe che quelle condizioni non esistono né alla Renault né alla Wolkswagen; direbbe che gli operai francesi e tedeschi guadagnano molto di più eppure vendono auto sugli stessi mercati; direbbe che forse il problema è progettuale dato che le auto Fiat non sono assolutamente comparabili a quelle delle altre case automobilistiche europee; direbbe che gli operai hanno già dato molto, moltissimo in Italia, dato che negli ultimi 10 anni il loro potere di acquisto si è drasticamente ridotto mentre quello dei manager ha avuto impennate esponenziali; senza bisogno di dover scomodare il comunismo (che per fortuna è morto e defunto) dovrebbe dire che fa davvero schifo che lo stipendio di Marchionne sia 1000 (mille!) volte quello di un operaio, quando fino a pochi anni fa, pur in un regime capitalistico, arrivava al massimo ad essere 50 volte maggiore; chiarirebbe che forse sarebbe il caso che le stock option siano tassate maggiormente e che i 38 milioni di euro guadagnati da Marchionne nel 2010 dovrebbero imporgli almeno il buon gusto di non dichiarare che se il referendum non passa si chiude Mirafioni e “ce ne andremo a Detroit a festeggiare”, ma che cazzo c’hai da festeggiare? dovrebbe chiedergli un partito forte ed autorevole; ed è ovvio che un operaio che ha dei figli ed un mutuo non può che piegarsi al ricatto e votare sì al referendum. Solo che la politica, soprattutto a sinistra, dovrebbe avere la schiena un po’ più dritta, dovrebbe parlare all’unisomo e dovrebbe dire chiaramente da quale parte sta. Dovrebbe. Appunto.

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