«La Spada della Verità». Un romanzo fantasy con un forte messaggio politico liberale che valorizza l’individuo

Creato il 19 agosto 2011 da Iljester

Quando decidi di leggere un romanzo fantasy non lo fai certo perché vuoi affrontare una dissertazione sulle filosofie politiche, quanto per evadere dal mondo reale e calarti in un contesto alieno e lontano, con sue proprie leggi fisiche e con un forte senso dell’eroismo e dell’avventura. Indubbiamente «La Spada della Verità» di Terry Goodking non delude sotto i due profili. Anzi, è talmente ricco di avventure e suggestive descrizioni, che riempie le aspettative degli appassionati come un chilo di bignè riempie un goloso.
Però il ciclo fantasy di Terry Goodking non è certamente quello dedicato al maghetto Harry Potter. Su questo non ci sono dubbi. Se qualcuno pensa che leggere le storie di Richard Rahl e leggere quelle di Harry Potter sia la stessa e identica cosa, variando gli ambienti, be’, rimarrà deluso. Il romanzo fantasy è sì un genere letterario fantastico, ma ha una sua peculiarità originale: solitamente è orientato a un pubblico adulto. Sia per il tenore dei dialoghi e sia per le vicende, non sempre adatte a un pubblico giovanile e men che meno infantile.
E la «Spada della Verità» (in inglese: The Sword of Truth) è un ciclo fantasy per adulti. E lo è sotto diversi profili. Sotto il profilo dei dialoghi, non facilmente comprensibili nel loro più intimo significato, e per le scene di guerra e persino di sesso che vengono ivi descritte. Perciò, già di per sé questi elementi escludono l’opera di Terry Goodking dagli scaffali della letteratura per ragazzi. E personalmente mi meraviglierei se trovassi i suoi libri in quel settore.
Ma dicevo delle filosofie politiche. È questo sicuramente il connotato peculiare dell’opera. E lo è in tono positivo, perché troppo spesso siamo abituati ai romanzi leggeri, privi di messaggi filosofici o etici di una certa profondità. Romanzi dove conta giustamente il sense of wonder e basta. Romanzi, che – beninteso – io personalmente apprezzo, ma che non lasciano altro, dopo l’ultima pagina di lettura, se non la piacevolezza di aver letto una bella storia che nel momento ci ha eccitato ed emozionato. Terry Goodking ha fatto di più: ha unito una grande saga, con tutti gli elementi tipici dell’avventura, del fantastico e dunque del puro intrattenimento, con una delle più interessanti dissertazioni di filosofia politica che personalmente abbia mai letto senza dover prendere in mano un trattato oppure il solito romanzetto noioso di scrittori altrettanto noiosi.
Non voglio però fare qui un’analisi approfondita ed esaustiva della questione, anche perché parlarne mi costringerebbe a rivelare eventi cruciali del ciclo che potrebbero costituire uno spoiler per chi accidentalmente capita nella lettura di questo post. Rimarrò pertanto sul generico, partendo da una considerazione primaria: «La Spada della Verità» ha diverse chiavi di lettura. Sicuramente quella più interessante proposta da Terry Goodking è quella politica. L’autore del ciclo fantasy si scaglia in modo piuttosto feroce contro ogni tipo di ideologia totalitaria (politica e religiosa). In particolare egli critica fortemente – attraverso gli eventi del romanzo – quei tipi di ideologia che tendono ad annullare l’individualità e la libertà della persona perché venga sacrificata al bene comune o collettivo attraverso una costruzione dogmatica dell’esistenza, che se nel romanzo viene ancorata a una dottrina religiosa fortemente oscurantista (il culto per il Creatore), nella realtà deve essere proiettata sullo sfondo di tutte quelle teorie politiche e religiose di stampo collettivista e/o integralista. Come la Dottrina della Fratellanza dell’Ordine tende infatti ad annullare l’individuo e la sua vitalità, in quanto questi non possiede per natura una vita degna di essere vissuta se non per servire gli emarginati (e dunque se non per sacrificarsi egli stesso al servizio della collettività, negando e frustrando i propri bisogni egoistici), così le teorie collettivistiche o dedite all’integralismo religioso tendono ad annullare l’individualità e la libertà delle persone poiché espressione immediata e diretta o dell’egoismo tipicamente borghese, ossia di una contravvenzione contro Dio. E del resto, perno della critica filosofico-politica di Goodking è proprio il considerare erratamente l’individualità e la libertà dirette espressioni del peccato e dell’egoismo umano, fantasticamente ancorate al Culto per il Creatore, ma realmente rapportate a quelle dottrine politiche e religiose che comprimono le libertà individuali in nome di un bene o di un’entità astratta e concettuale che può essere una classe sociale o un’entità dogmatica e teologica.
Il pensiero politico di Goodking non è casuale né troppo arzigogolato. Egli basa la propria critica sulla ragione, ritenendo che la libertà della persona è sacra e inviolabile e che solo attraverso questa libertà la società umana può fiorire e progredire. Solo quando l’individuo è libero di esprimere pienamente il proprio potenziale attraverso il sacrificio per se stesso, può davvero contribuire a creare il benessere per tutti. Paritempo, si scaglia contro l’idea che possano esistere nella società individui assolutamente avvantaggiati e individui assolutamente svantaggiati. L’idea è che ognuno sia artefice del proprio destino e del proprio benessere.
La «Spada della Verità» è dunque un attacco contro ogni forma di integralismo politico e religioso che tende a disprezzare la vita individuale esaltando quella collettiva o ultraterrena a discapito di quella terrena, considerata senza alcun valore, se non in chiave di sacrificio estremo e acritico; cioè senza un fondo di razionalità e di scelta consapevole e volontaria. Nel romanzo, l’Ordine Imperiale – braccio armato della Dottrina della Fratellanza dell’Ordine – pretende infatti di imporre a tutti la sua visione del mondo e della vita, non lasciando scelta all’individuo. Da qui l’attacco: le ideologie totalizzanti non permettono di scegliere e avviliscono la natura umana. Come tali vanno condannate ed eliminate. Ed è quello che accadrà nel romanzo.
Un’ultima considerazione riguarda il rapporto tra il pensiero di Goodking e la scuola oggettivista di Ayn Rand. I critici sottolineano che Goodking sia stato influenzato dalle teorie della scrittrice russa, una delle massime icone del liberalismo moderno. Indubbiamente esistono molti punti di contatto. Richard Rahl (il protagonista de «La Spada della Verità») è in effetti un personaggio randiano, e cioè un uomo la cui abilità e indipendenza causa un conflitto permanente con la società massificata (quella espressa e formata dall’Ordine Imperiale), e che nonostante tutto persevera per realizzare i propri valori individuali, che al fin fine portano beneficio all’intera collettività, poiché non è la collettività che costruisce l’individuo ma è l’opposto.


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