La Spagna vive un momento di alterne fortune calcistiche: se da un lato, la Champion’s League ha visto il tramonto della finale tutta spagnola tra il Real di Mourinho e il Barça di Pep Gaurdiola, dall’altro, in Europa League, il calcio ispanico è di casa, tanto che si parla già di Europa Liga. In finale di Europa League, edizione 2011/2012, ci vanno l’Athletic Bilbao e l’Atletico Madrid portando lustro l’una ai Paesi Baschi e l’altra alla parte meno famosa della capitale spagnola: è il calcio della concretezza, della forza atletica e della praticità quello che hanno proposto i due club in Europa, mitigando in parte la delusione per la finale galactica sfuggita di un soffio. Il prossimo 9 maggio, a Bucarest, l’ultimo atto del secondo torneo continentale per club verrà interpretato da Diego Simeone e i suoi colchoneros e da Marcelo Bielsa e i suoi rojiblancos, per una finale che offre un gustoso incrocio Spagna – Argentina.
Evidentemente però quelli di Standard&Poor’s guardano solo la Champions perchè hanno deciso di declassare il rating della Spagna, portandolo da A a BBB+ a causa (parlando seriamente) di dati che non prevedono miglioramenti per i prossimi mesi e che sottolineano quanto l’economia spagnola ristagni da tempo in una situazione di stasi preoccupante con livelli della disoccupazione in aumento e ai massimi storici da 18 anni a questa parte.
Ma avete capito cos’è sto benedetto rating?? Io no, quindi mi sono informato.
Con il termine rating (da Wikipedia) si intende un metodo utilizzato per classificare sia i titoli obbligazionari che le imprese in base al loro rischio: viene espresso attraverso un voto in lettere, in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere all’azienda per accettare quel determinato investimento. Scendendo nel rating aumenta il premio per il rischio richiesto e quindi l’emittente deve pagare uno spread maggiore.
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