Ieri pomeriggio, a Palazzo Tursi a Genova, si è tenuto un incontro molto importante, all'interno degli eventi della "Settimana dei diritti". Il tema di quest'anno sono i "Giusti", coloro che si sono battuti per combattere le ingiustizie. L'incontro ha visto partecipare due personaggi molto importanti del panorama russo per la lotta per i diritti di libertà di espressione: Vera Politkovskaja (figlia della giornalista Anna Politkovskaja) e Nadezhda Prusenkova, giornalista della Novaja Gazeta (giornale in cui lavorava anche Anna P.). Insieme a Leonardo Coen, Andrea Riscassi e Giorgio Fornoni si è ripercorso il tema della libertà di stampa in Russia.
Riporto in seguito alcune frasi salienti del dibattito:
Vera P.: Questo tipo di manifestazioni ci danno la forza per andare avanti. In Russia tenere alta la memoria non è facile, all'estero molto di più. Siamo molto contenti che nel mondo nostra madre venga ricordata.
Nadezhda P.: Quando entrate nella redazione della Novaja Gazeta, all'ingresso sono sistemate le reliquie dei nostri giornalisti uccisi, inimmaginabile per un giornale italiano. [...] Voglio poter dire che in Russia c'è libertà di stampa, sennò non esisterebbero giornali come la Novaja Gazeta. Certamente è difficile a livello lavorativo e personale, compiere il proprio dovere quando sai che 6 giornalisti del tuo giornale sono stati assassinati. Non possiamo però fermarci, dobbiamo andare avanti per far luce su questi delitti. Un piccolo risultato c'è stato: un mese fa è stato preso l'esecutore materiale dell'omicidio Politkovskaja. Per quanto riguarda gli altri omicidi, solo un caso è stato risolto: quello Babulova-Markelov (giornalista della Novaja Gazeta ed un avvocato assassinati nel 2009).
Intanto il dibattito si accende tra i giornalisti italiani, che sostengono come possa la giornalista russa affermare che nel suo paese ci sia la libertà di stampa da momento che:
- Kasparov, uno dei maggiori esponenti dell'opposizioni, è stato arrestato per un breve periodo;
- Non posso essere condotte manifestazioni, senza una lungo procedura burocratica;
- I manifestanti, non autorizzati, posso essere picchiati e messi agli arresti.
Nadezhada P.: In Russia non c'è il problema della libertà di stampa, ma il problema dei Giornalisti. Ufficialmente non esiste un divieto, perché porterebbe ad un aumento del malcontento. Esiste un'autocensura, molto più grave della censura.Ci sono network molto grandi, vicini al governo, che non criticano la realtà russa, nel bene e nel male. Conosco molte persone che non guardano la tv, ma leggono le notizia su internet. E' qui che vengo organizzate le manifestazioni, qui vengono pubblicate le notizie che nessuno pubblica, eccetto la Novaja Gazeta.
E' vero che ci sono pochi media indipendenti, oltre al nostro giornale, posso citare "Eco di Mosca" (stazione radiofonica moscovita), ma possono essere seguiti da un gran numero di persone. Abbiamo un grande pubblico sia su carta che sul web, nonostante N. G. sia un giornale con bassa tiratura. Il web è la piattaforma dove le persone si scambiano le informazioni ed esercitano i propri diritti.
[...]Putin non è eterno, i russi non sono colpevoli della sua presenza al governo. Ce la faremo anche senza di lui.
Problemi e difficoltà esistono. Noi lavoriamo in queste condizioni perché non abbiamo alternativa. Qui uccidono i giornalisti. Paghiamo un alto pezzo per le nostre parole. Se ci fermiamo nessuno ci sostituirà.
Molto commovente è stata anche la descrizione che ha fatto Vera P. di sua madre:
Mia mamma era una persona come tutte le altre, una persona comune. Avevamo una vita familiare normale con le sue gioie e i suoi dolori. [...]Per me è stata prima di tutto una madre, dopo viene il suo ruolo da difensore dei diritti umani. Era una persona difficile e complessa, ma una madre splendida e meravigliosa.
Posto qui sotto la prima parte del dibattito. A chi interessa ci sono anche le altre su Youtube. Buona visione.