La benzina fa balzare l’inflazione e l’Italia cambia le abitudini alimentari e il carrello della spesa. Repubblica racconta i danni nel paniere...
D’altra parte, fa sapere l’Istat, nell’ultimo anno il prezzo della benzina è aumentato del 20,8 per cento (aprile 2012 su aprile 2011) e solo nell’ultimo mese il rialzo è stato del 3,1. Per ritrovare rincari della stessa portata bisogna tornare indietro di sedici anni, al 1996 quando l’economia nazionale, pur se in sofferenza, non faceva i conti con l’attuale recessione. Un soffio di buon vento, in realtà, è arrivato ieri dall’Eni – la compagnia leader sul mercato italiano – che ha abbassato di un centesimo il costo della verde (1,895 euro al litro) e di mezzo quello del diesel (1,768), ma le medie dei listini restano sempre molto elevate (rispettivamente 1,901 e 1,779).
Inoltre, sottolineano i consumatori, per spiegare l’andamento dei prezzi, all’effetto benzina va aggiunto l’effetto speculazione:
Il costo del carrello (che fa riferimento alle spese usali, dal pieno per l’auto agli alimentari) avrà infatti un forte impatto sulle famiglie, chiamate a spendere – per la stessa quantità e qualità di acquisti – 686 euro in più all’anno (il calcolo è del Codacons e fa riferimento alla spesa media di una famiglia di quattro persone). Tale rincaro – sottolineano Federconsumatori e Adusbef – non trova però riscontro nell’andamento dei prezzi agricoli diminuiti nell’anno del 2,3 per cento (del 6,4 per i soli vegetali): «Ci troviamo di fronte a dinamiche speculative che pesano in maniera inaccettabile sulle tasche già povere dei cittadini» denunciano le associazioni. sourceEcco uno schema di Repubblica che sintetizza la situazione: