La spiega sulle competenze (9000 caratteri)

Creato il 25 maggio 2015 da Lavostraprof

Per chi non lavora dentro il calderone ribollente della scuola, per chi non ha figli in terza media o in quinta elementare, per chi non prende quindicimila euro al ministero dell’Istruzione e quindi non sa quello che viene partorito ogni due per tre,
chiarisco.
Chiarisco è una parola grossa.
Tento di chiarire.
A scuola si danno i voti. Dalla Gelmini in poi, d’emblée, si è ricominciato a dare i voti (dallo 0 al 10, oppure dal 3 al 10, oppure dal 2 all’8, oppure non lo so, sarò stata disattenta ma io una circolare applicativa sui voti devo ancora vederla).
I voti li dai materia per materia (cioè, parliamo per benino: disciplina per disciplina). Scrivi come un ramarro orientale, rapidissimo nei movimenti ma tendente all’inattività durante il lungo periodo invernale? In italiano ti do 4.

Non sai neanche un verbo irregolare inglese? Ti do 3.
Scambi il teorema di Pitagora con quello del pappagallo? Ammiriamo commossi la tua conoscenza di Sharaf al-Dīn al-Tūsī, ma nell’ultimo compito in classe (pardon: verifica) prendi 2.
Ecco qui. I voti. Quanti ricordi.
Poi però qualcuno ha pensato: già, e se il figlio della NostraProf non sa i verbi irregolari ma a furia di fare online giochi della Play (noi abitué la chiamiamo Play) parla inglese con l’accento e la disinvoltura di George Clooney? E se la povera Ina (che di cognome fa Suor), tanto cara e bella, sa il libro di storia a memoria (voto: 9) ma quando le chiedi come mai sul libro di geografia c’è scritto che Israele ha fatto una guerra di sei giorni, quando glielo chiedi, dunque, ti guarda stranita e risponde: “oggi io ho studiato storia”?
Insomma, quando uno, magari, non sa molto, ma sa fare?
Certo, c’è da dire che il Figliolo, se parla come George Clooney, dai, alla fine un po’ di regole di inglese le sa, mentre la cara Ina, se non riesce a incollare la riga che ha studiato in storia con quello che sta studiando in geografia, è dura da scuotere, ma non è questo il punto. Il punto è che la mia spiegazione è molto, troppo semplice, ma se uno non c’è dentro, giuro, poi perde la trebisonda perciò accontentatevi di questo.
Vi sto solo dicendo che dopo aver pensato tutto quanto (dai verbi irregolari in poi), qualcuno ha anche deciso che noi (intesi: categoria di insegnanti fannulloni) dopo aver buttato a mare anni e anni di giudizi in cui cercavamo di spiegare a chi di dovere (genitori, virgulti, professori delle superiori) come era saltato fuori il virgulto singolo in quanto a studio, impegno, capacità, abilità e resa personale, dopo aver buttato a mare i nostri giudizi perché Brunetta e Gelmini hanno detto che non si capiva niente (e qui…),
ecco, dopo tutto questo,
qualcuno ha deciso che, oltre a preparare la lezione sui verbi, dare la verifica sui verbi, correggere la verifica sui verbi, mettere i voti ai virgulti che sanno (o non sanno) i verbi, dovremmo mandarli nella vita con un foglio dove spieghiamo che, sì, magari non sanno bene i verbi irregolari, però parlano inglese in modo da farsi capire perciò, dopo tutto, se tu sei un datore di lavoro che vuole assumere uno che parli con il tuo fornitore d’oltre Manica, ecco, ti dico che questo virgulto lo può fare.
Questo si chiama, più o meno: certificare le competenze.
Il problema è che, dopo averci detto: certificate le competenze, ci hanno detto: provate un po’.
Cioè: non sapete che competenze certificare? Provate un po’.
Così, alla cazzo.
Ogni scuola il suo.
Non nel senso che le competenze noi non sappiamo cosa siano (sì, d’accordo, c’è qualche collega che dopo dieci anni apre la riunione dicendo: ma prima vorrei sapere che cosa sono le competenze, ma stendiamo il velo). Nel senso che qualcuno ha preso le competenze chiave di cittadinanza, e dopo aver dato i voti in italiano, inglese, matematica, tecnologia e vai che vai bene, ha certificato se il virgulto sapeva imparare a imparare, progettare, comunicare, collaborare eccetera…
Qualcuno invece ha provato con le competenze europee (ce lo chiede l’Europa, anche qui) e, dopo i voti, ha certificato la competenza nella madrelingua, nelle lingue straniere, in matematica, scienze e tecnologia, nel digitale (che ha sempre il suo perché), nell’imparare a imparare (anche qui) e così via.
Qualcuno ha detto: ma certifichiamo le competenze in quello che imparano a scuola, e si è messo lì a valutare la competenza in italiano, in matematica, in storia, in geografia e così via. E se uno si chiede perché fare un doppione della pagella, allora andate a rivedere il Figliolo: aveva 6 in Inglese e 8 in competenza in lingua straniera.
Qualcun altro ha detto: che diamine, perché non certifichiamo le competenze degli assi? Intesi così: competenze nell’asse dei linguaggi, competenze nell’asse matematico, competenze nell’asse scientifico- tecnologico e storico-sociale e chiuso lì.
Dopo più di dieci anni, dalle nostre parti hanno deciso di mettersi d’accordo e di fare un modello unico per tutte le scuole della zona. Purtroppo, lo hanno deciso proprio quando anche il ministero si è stufato delle scuole che certificano un po’ di questo e un po’ di quello.
Così, in febbraio, è arrivata una letterina del MIUR: “Arriva la Certificazione delle competenze per gli alunni delle scuole del primo ciclo, le elementari e le medie [qui io ci avrei messo un bel punto esclamativo e un battito di mani]. Mamma e papà, alla fine della classe quinta e della terza media potranno ricevere, oltre alla pagella, anche una scheda con la valutazione della competenza dei propri figli nell’utilizzare i saperi acquisiti anche tra i banchi per affrontare compiti e problemi, semplici o complessi, reali o simulati”.
Ora, al di là della finissima dicitura “mamma e papà potranno ricevere”, che lascia spazio, nella mia mente, alla possibilità “ma anche no”, al di là di questo, uno (insegnante) si chiede che cosa ha fatto gli anni scorsi quando certificava le competenze. Se la certificazione arriva il 15 febbraio 2015, mi vien da pensare che prima non c’era.
Ma transeat.
Il problema è che la comunicazione del MIUR è arrivata dopo l’inizio del secondo quadrimestre, con l’indicazione: La Certificazione delle competenze partirà già da quest’anno scolastico in via sperimentale. Ogni collegio docenti potrà decidere
Noi abbiamo deciso che no. Che sperimenteremo l’anno prossimo. Che sperimenteremo dall’inizio dell’anno prossimo per poter adeguare le nostre stupende programmazioni, i fantastici progetti e le lezioni a questa nuova scheda/schema di rilevazione delle competenze.
Poi è saltata su la Toccafondi a dire: ma noi abbiamo sperimentato le Nuove indicazioni del 2012 perciò dobbiamo sperimentare anche questa.
E la Ciclista a dire: ma il Collegio ha deciso che no.
E la Toccafondi: ma allora.
E Marina la Maestrina: chiamiamo la dirigeeente.
E Linda Legs (che è diventata parte integrante del cerchio di ricotta della CapaTórta): ci vado io.
Così la CapaTórta entra e dice che potremmo fare quello che vogliamo, anche una certificazione diversa per ogni classe.
E la Toccafondi: ma noi abbiamo sperimentato le Nuove indicazioni del 2012 perciò dobbiamo sperimentare anche questa.
E Linda Legs: non hai sentito che cosa ha detto la Dirigente?
E poi io sono uscita per parlare con i genitori di FrontMan, meno male, mi sono persa il resto.
Comunque, alla fine si è deciso che, come aveva deciso il Collegio Docenti, noi non sperimentiamo una beata mazza. Per quest’anno, almeno. Ci teniamo il vecchio modello.
Dopodiché la CapaTórta ha fatto stampare delle griglie per le competenze che sono diverse dal vecchio modello che usiamo di solito, e diverse da quello che hanno proposto in zona e diverse da quelle del Ministero.
Così la vicepreside ha dato fuori da matto e si è messa a piangere e sabato ci siamo fermati a dire a quelli del registro elettronico di cambiare le voci delle griglie perché noi eccetera.
Dopodiché stamattina abbiamo scoperto un’altra incongruenza che ora non vi dico perché sto diventando troppo lunga e noiosa, e abbiamo fatto passare le circolari e i focus e le comunicazioni e i decreti del ministero per capirci qualcosa in più della mazza di cui sopra.
Dopodiché io ho pensato che se avessi voluto passare la mia vita tra le circolari e le comunicazioni del ministero per decidere come si compilano i documenti finali del triennio avrei fatto la Dirigente e avrei preso stipendio di conseguenza.
Dopodiché ho cercato e ho trovato una lettera della Dirigente di due mesi fa nella quale ci comunica: 1) che lei ha saputo che c’è qualcuno che non vuole adottare tutti gli stessi identici libri di testo che hanno gli altri (oui, c’est moi); 2) che, avendo sperimentato le Nuove Indicazioni 2012 siamo tenuti ad avviare una sperimentazione dei modelli di competenza, così come da C.M. 3 del 13 febbraio 2015.
Il che, mi spiace dirlo, è proprio quello che diceva la Toccafondi, ma, essendo scritto su un foglio della stessa Dirigente che ci è venuta a dire di fare ciò che volevamo, mi lascia col dubbio di quanta grappa beva questa donna prima delle riunioni e dopo i collegi docenti.



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