Da sempre vige la legge del più forte che domina sui deboli, ma negli ultimi anni questi due ruoli, vittima e carnefice, si sono ben definiti trovando nel maschio il carnefice e nella donna la vittima, salvo qualche eccezione sporadica.
Fin dall’antichità le donne sottostavano alla volontà dell’uomo servendolo e soddisfacendolo nei suoi capricci, come se fosse un oggetto di esclusiva proprietà.
Negli anni nulla è cambiato, alla faccia della parità dei diritti, anzi è andata sempre peggiorando, si sono aggiunte vessazioni, umiliazioni, punizioni e chi più ne ha più ne metta, ma arrivando ai nostri giorni si è materializzata nelle menti mascoline un senso innato di violenza che molto spesso sfocia in vite spezzate o fortunatamente “solo” rovinate.
La nostra cronaca ne è piena di questi episodi, dico la nostra perché è forse meglio guardare prima in casa nostra e poi guardare agli altri, madri, figlie, mogli, fidanzate o ex amanti che d’improvviso vengono cancellate dalla terra, in nome di una pazzia dilagante che colpisce in maniera implacabile la sete di vendetta, chissà quale, dei maschietti. Nei modi più disparati vengono commessi delitti e violenze in nome di amori o pseudo tali che a volte spaventano il pensiero nel momento in cui si esce.
Certo è difficile l’accettare della fine di un amore, ma certamente non è un dramma che va saziato con la morte della persona che fino a qualche tempo fa era la nostra ragione di vita, non è tanto logico eliminare chi si amava soltanto perché non ci ama più, pensiamo quando noi lasciamo per gli stessi motivi.
Commettendo delle violenze non si fa altro che segnare la propria vita e quelle dei nostri cari in maniera irreparabile. Prendiamo un uomo che uccide l’ex moglie che vuole il divorzio, ottiene che lui rimarrà in galera almeno una decina di anni, perché in Italia la legge è molto buona e propensa verso chi uccide, i figli cresceranno senza genitori con tutti i problemi che ne converranno e la sua famiglia e quella della donna da lui uccisa vivranno con la morte nel cuore.
Oppure pensiamo ai delitti della piccola Yara, di Mez e Sara, i quali ci hanno colpito profondamento sia per la giovane età delle vittime e sia per l’efferatezza per come sono maturati. Potrebbero essere nostre sorelle, nostre amiche o semplicemente delle conoscenti, delitti che non hanno colpevoli oppure ci sono ma sono colpevoli a metà dove non si riesce a stabilire chi ha fatto cosa e cosa abbia fatto chi, dove amici non sono tali, oppure zia e cugina covano odio verso chi di chissà quale colpa può essersi macchiato.
Non passa giorno che il bollettino viene aggiornato, continui drammi della gelosia e continue violenze devono subire in virtù di questo uomo padrone che tutto gli è dovuto ma che in fondo non meriterebbe neanche un briciolo di attenzione ma dovrebbe solo marcire nelle galere patrie almeno così, se avesse una coscienza il rimorso se lo mangerebbe, ma qui non è permesso qui dobbiamo essere buoni, non fargli gravare sul capo la colpa di un assassinio, recuperarlo e farlo di nuovo tornare in società e magari regalargli una seconda possibilità. Si quella di rifare del male a qualcuno.