Mi capita ogni tanto di cercare fra i vecchi vinili per seguire un filo che mi conduca a un gruppo o a una situazione, sia del passato che del presente. Recentemente, dopo aver fatto l’intervista ad Alessandro della fanzine VM, ho trovato fra i dischi punk e new wave italiani, la prima uscita dell’etichetta indipendente Spittle Records. Il vinile a cui mi riferisco è “Goot From The Boot“. Lo presi al tempo perché mi piaceva avere un opera autoprodotta, da chi non si accontentava più d’ascoltare ma di fare i dischi. Un altro aspetto distintivo è che non è una compilation strettamente Hardcore Punk.
Tornando ad oggi, ho fatto alcune ricerche nella rete internet e ho trovato il sito della Spittle Records, che da qualche anno ha ristampato artisti italiani degli anni’ 80. Il catalogo è ricco di album, sia di materiale edito che inedito. Il fondatore “archivista” è Simone Fringuelli a cui ho rivolto qualche domanda.
Domanda: Simone, si può dire che tutto è nato e risorto con la compilation punk e new wave “Goot From The Boot”?
Risposta: In effetti è proprio così. Nel 1984 nacque la Spittle attorno a GFTB e nel 2005 è risorta sempre da questa raccolta. Riveduta e ampliata, come è giusto che sia dopo più di venti anni, ma con il nucleo originario rimasto intatto.
D: Cosa ti ha spinto a chiudere la Spittle Records nel 1988?
R. Erano cambiate un po’ di cose. Gli stimoli non erano più gli stessi, magari eravamo anche un po’ disillusi, forse anche più del dovuto; la visione della cosa, tra me e il mio socio dell’epoca, Massimo Currò, non era più la stessa e, forse la cosa più importante, avevo voglia di cambiare aria. Infatti me ne andai per diversi mesi in Spagna.
D: Dunque conoscevi e avevi contatti con persone della scena indipendente spagnola?
I maggiori contatti li avevo avuti anni prima del mio momentaneo trasferimento, con la scena hardcore di Barcellona e Madrid (grandi i ragazzi che facevano la fanzine Penetracion). Successivamente, i tentativi di combinare qualcosa con la Dro di Madrid, a suo tempo una indipendente veramente importante, non sortirono un granché di risultati. Fatto sta che in quegli anni in Spagna sembrava che fosse tutto più facile rispetto all’Italia. Migliaia di persone a un qualunque concerto punk o new wave e un mercato discografico più ampio e soprattutto ben portato per le produzioni indigene (spesso in Italia succedeva esattamente il contrario).
D: In media, quante copie vendeva la Spittle negli anni ’80? E qual è stato il disco di “maggior successo” dal punto di vista delle copie vendute?
R: Le tirature erano sempre di mille copie ma non era facilissimo arrivare al loro esaurimento. Però certe realtà, come i Not Moving ad esempio, vendevano abbastanza tranquillamente qualche migliaio di dischi per titolo.
D: Qual è stato invece il disco di maggior successo dal punto di vista artistico voglio dire, quello che ha avuto le migliori recensioni/accoglienze?
R: Sempre i soliti Not Moving, che d’altronde all’epoca erano piuttosto famosi e riscontravano facilmente i favori della critica. Anche il disco dei Limbo fu ben accolto, oltre che sotto l’aspetto musicale anche sotto quello grafico. Ma penso di poter dire che quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni dal punto di vista artistico sia stato il primo disco dei Leanan Sidhe. Loro erano praticamente sconosciuti e la loro proposta musicale era veramente particolare. Il riuscire a portarli in studio e il pubblicare il disco è stato, alla luce dell’accoglienza della critica, veramente gratificante. E se mi permetti colgo anche l’occasione per ricordare Marco Cioni, una delle menti del gruppo, recentemente scomparso.
D: Poi la Spittle riapre.
R. Dopo più di quindici anni si è fatta strada l’esigenza di rimettere mano a certe cose. Ho sentito la necessità di documentare il lavoro fatto a suo tempo.
D: Mi puoi spiegare come producevi i dischi al tempo? Eri un musicista?
R. Non sono un musicista e in effetti non so suonare assolutamente nulla. In quegli anni cercavamo di dare il più possibile un tocco di professionalità al tutto. Le spese di registrazione erano, nell’ottanta per cento dei casi, a nostro carico. Lavoravamo quasi sempre al TMB Studio di Castelfranco Emilia. Qui, grazie al fonico/proprietario Tiziano Bellucci, riuscivamo a realizzare registrazioni veramente buone, non arrivando mai a spendere cifre incredibili. Per i Not Moving ci siamo avvalsi anche della produzione artistica di Federico Guglielmi.
D: E adesso invece come produci le pubblicazioni della Spittle Records?
R. Oggi, trattandosi solo di ristampe, cerchiamo di recuperare la migliore fonte sonora possibile (nastri due piste originali, che però non sempre hanno retto all’usura del tempo, ma anche copie in ottimo stato dei vinili usciti all’epoca). Portiamo il tutto in studio e rimasterizziamo. Quasi sempre il lavoro tecnico è svolto dai gruppi stessi, in modo che siano poi convinti del risultato finale. Per la parte grafica, partendo dall’originale rielaboriamo il tutto e, sempre d’accordo con i gruppi, arriviamo, dopo vari passaggi, al prodotto definitivo. La confezione è sempre importante, cerco sempre di fare qualcosa che rappresenti al meglio il “sapore” di quegli anni.
D: E’ difficile riprendere i contatti con i “ragazzi del passato”?
R. E’ difficile perché non è sempre così agevole, pur essendo nell’era di Internet, riuscire a trovare i contatti giusti. Però, per altri aspetti, è più facile di prima. Forse l’età ci ha reso tutti più “ragionevoli” e trovarsi d’accordo è molto più facile oggi di quanto non lo fosse quando eravamo “giovani”.
D: Nel catalogo dell’etichetta non ci solo i dischi che pubblicavi negli anni ’80, come mai?
R. Sono ripartito con le ristampe del catalogo Spittle originale, ma questo in realtà non è così esteso come avrei voluto e le cose interessanti da ristampare sono veramente tante. Diciamo così, quello che mi ero perso a suo tempo cerco di riprenderlo ora. A parte le battute, mi interessa documentare quel periodo e molte cose, per ovvi motivi, erano uscite in cataloghi diversi.
D: Le fanzine degli anni ’80 come Rockgarage o VM erano secondo me un importante veicolo di conoscenza e a volte anche di collaborazione. Tu che rapporto avevi con le fanze?
R: In effetti e’ come dici tu, erano un veicolo di conoscenza fondamentale. Molto spesso trovavi riferimenti a dischi o ad avvenimenti che sulla stampa “ufficiale” non trovavano posto. Allo stesso tempo ti davano una visione del tutto molto più dalla parte dell’appassionato che non del critico. Una collaborazione vera e propria non la avevamo con nessuna, ad esclusione di “Trance“. Una fanzine che veniva fatta dalle parti di Pisa / Livorno e con la quale eravamo entrati in contatto grazie ai Limbo. Personalmente contattavo e cercavo di entrare in possesso di più carta fotocopiata possibile, ma facevo questo più spinto dalla componente di appassionato che era in me che non da quella del produttore.
D: Durante gli anni ’80 avevi rapporti con le altre realtà di Firenze? Intendo Contempo Records e Ira Records, o anche con le altre realtà italiane come Supporti Fonografici?
R: Delle tre che nomini, l’unica con cui non avevamo praticamente nessun tipo di rapporto era l’Ira Records. Probabilmente loro erano già troppo grossi e proiettati su un mercato diverso dal nostro. Con la Contempo, ma anche con la Supporti, oltre ai rapporti di lavoro, anche se non certo di collaborazione (cosa che era difficile trovare a suo tempo tra entità teoricamente concorrenti), ci legava comunque l’amicizia.
D: Puoi parlarmi della diffusione attuale del catalogo Spittle Records?
R. La distribuzione in Italia è tramite Goodfellas. Per l’estero ci affidiamo a vari esportatori. Nel territorio nazionale, anche tramite la vendita via web, credo che i prodotti Spittle siano abbastanza reperibili. Ma non mi lamento neanche della diffusione all’estero (Olanda, Germania e Giappone, in special modo), anche se si può fare sempre di più (ma non sempre è facile farlo).
D: Noto che fra le uscite discografiche c’è una a carattere documentativo, “Crollo Nervoso“, me ne parli?
R. “Crollo Nervoso” è il best-seller della Spittle Mark II. Ci abbiamo messo un paio di anni, se non di più, per arrivare in fondo, ma credo che ne sia valsa la pena. Per me è quasi un punto di arrivo ma anche un punto di partenza. Il documentario lo intendo come uno strumento didattico. E’ stato girato da Pierpaolo De Iulis, sicuramente il mio collaboratore esterno più stretto, e io ho voluto aggiungerci il CD “Tracce Magnetiche“, selezionato da Federico Guglielmi, perchè recuperare sedici brani, di altrettanti gruppi dell’epoca usciti solo su demo-tape, mi sembrava troppo bello. E’ stato un modo per dare visibilità a tante piccole realtà, sfruttando la presenza dei grandi nomi, Diaframma, Litfiba, CCCP, etc. etc. presenti nel documentario.
D: Tornando al lavoro attuale, curi tutto personalmente o ti avvali di qualche aiuto?
R. Il lavoro di produzione per Spittle viene svolto all’interno di Goodfellas, la mia attività principale; mia moglie Federica mi dà una grossa mano per la grafica ma tutto il resto lo faccio io anche se non mi mancano i collaboratori esterni che spesso riescono a mettermi in contatto con questo o quel gruppo e che mi propongono qualcosa che loro ritengono possa essere interessante ristampare. La promozione e la vendita, quella che potremmo definire ufficiale, sono a cura dei rispettivi reparti di Goodfellas.
D: Nei dischi Spittle non c’è solo un genere specifico …
R. Ci metto tutto quello che mi piace di quegli anni. I miei gusti spaziavano, e spaziano ancora oggi, dall’Hardcore alla New Wave, al Post-punk…Per poter ristampare quello che esula un po’ da questo ho creato il marchio Spit-Fire, dove per il momento hanno trovato posto gruppi come i Boohoos e i Not Moving.
D: Qual’è il tratto comune che lega i dischi Spittle?
R. La cosa principale, per uscire su Spittle, è che siano prodotti degli anni ’80. La limitazione temporale è molto importante: la Spittle originale è esistita per una manciata di anni in quel decennio e oggi quello che viene stampato, o ristampato, deve venire da lì. Però è chiaro che debba incontrare anche i miei gusti. Gestire questa etichetta è fondamentalmente un hobby e una passione. Passione che ti può dare molte soddisfazioni anche perché sull’etichetta non viene fatto nessun calcolo di tipo economico e tutto quello che viene prodotto è solo perché mi piace o mi interessa per qualche ragione.
D: E qual è il disco/gruppo Spittle cui sei più legato, quello che più ti piace personalmente, sia della vecchia che della nuova produzione?
R: Per la nuova produzione il cofanetto di “Silence Over Florence”, un quadruplo CD con tante cose recuperate di quattro gruppi fiorentini. La confezione è originale e il contenuto musicale sicuramente interessante. Per la vecchia: mi piacevano molto gli Juggernaut, un gruppo hardcore che non era stereotipato e che per me aveva delle potenzialità, peccato che non siano durati, e i Leanan Sidhe ti cui dicevo prima.
D: Tra le nuove ristampe vedo alcune cose – a mio parere – ottime dal punto di vista puramente musicale, altre più interessanti dal punto di vista “documentaristico”, altre che francamente non mi sembra vadano oltre la “raccolta di figurine” di un’epoca, il cui unico merito è quello di suscitare u po’ di nostalgia in alcuni e di scatenare la mania collezionistica in altri. In sintesi: la pura qualità “artistica” è una cosa di cui ti preoccupi o è una cosa che non ti interessa?
R: Mi interessa la qualità artistica, sicuramente, però la Spittle oggi è una etichetta di ristampe e quindi le valutazioni su quello che verrà pubblicato investono anche l’aspetto “documentaristico”. Poi è chiaro che certe cose non possono essere decontestualizzate altrimenti perdono il loro significato. Qualcuna avrà sempre una qualità artistica buona, a prescindere, molte però potrebbero risultare più scarse. E’ il problema principale di un lavoro di questo tipo, ma la valutazione, per me, deve essere fatta considerando tutti gli aspetti. Tanto per fare un esempio, tra i primi numeri della nuova Spittle ci sono proposte che artisticamente a qualcuno possono significare ben poco ma penso che fossero in ogni caso da documentare perché magari erano realtà importanti sotto l’aspetto politico o sociale.
D: Come sei arrivato a ristampare i Neon (di cui è uscito pochissimo tempo fa un cofanetto, a questo punto mi viene il dubbio se “autorizzato” o meno) e i Diaframma del (minore ma interessante) “Live And Unreleased“?
R: Con Marcello dei Neon ho un ottimo rapporto da sempre, non dimentichiamoci che il 12″ di “Red Light/Sister Shadow” uscì su Spittle Depandance, che rappresentava l’ultima versione della prima fase dell’etichetta. Coinvolgerlo in queste ristampe non è stato difficile, soprattutto per “Oscillator”, anche grazie al grande lavoro, sia audio che grafico, svolto da Maurizio Fasolo dei Pankow. Più difficile è stato venire a capo di “Rituals”, i diritti sono di una terza persona che non ha niente a che fare con il gruppo. Adesso stiamo lavorando alla ristampa della trilogia “Crimes Of Passion”, l’unica cosa dei Neon mai ristampata. La prima versione che uscì di “Live And Unreleased”, su etichetta Anthology, fu curata dal sottoscritto, così come le primissime ristampe di “Siberia” e “Tre Volte Lacrime” e la prima versione di “Albori”(stiamo parlando di metà/fine anni ’90), quindi è stato abbastanza naturale riproporlo sulla nuova Spittle.
D: Aspetto con ansia (vabbè, quasi…) l’eventuale ristampa di “Amore/Odio” dei 2+2=5, è in programma? E’ stato uno dei dischi che più ho amato di quegli anni.
R: E’ una cosa che è in programma. Avevamo solo deciso di far passare un po’ di tempo tra le due uscite.
D: Not Moving: mi piacerebbe moltissimo poter riascoltare decentemente i primi due EP, quelli pubblicati dalla Electric Eye – visto che hai contatti sia con E. Eye/Rockerilla che con i Not Moving, ci sono per caso progetti in questo senso?
R: Teoricamente anche questi sarebbero in programma. Dico teoricamente perché il gruppo ancora non vuole.
D: Ora una bella domanda, il materiale su cui “incidere” i materiali sonori: vinile, CD o mp3?
R: CD sicuramente, tre titoli sono anche su LP e quasi tutto, qui dipende dai contratti che stipuliamo per le ristampe, è disponibile tramite il nostro sito per il downloading.
D: Per concludere, hai un’anteprima o un progetto futuro che puoi anticipare?
R: La prossima uscita sarà il libro “Vinile Italiano – indice del Nuovo Rock dal 1977 al 2010″. Un elenco di tutte le uscite in vinile e con tutte le indicazione del caso (titoli dei brani, etichetta, data di uscita, valore dell’originale etc etc), che sicuramente farà la gioia dei collezionisti. Ne esisterà anche una versione con un 10 pollici allegato, con otto brani di altrettanti gruppi (Art Fleury, La Pattona, Inside Out, Aus Decline, No Strange, Not Moving, Primeteens e Vegetable Men) in gran parte inediti. Appena uscito è poi il box doppio CD “Al nostro contempo” dei Carillon Del Dolore/Petali Del Cariglione che contiene “Trasfigurazione” e “Capitolo IV°”. Questo in realtà è sul redivivo marchio Contempo ma è distribuito da Goodfellas/Spittle Records. Altre cose in uscita: “Crimes” dei Neon, come già detto, un CD sui Wax Heroes (una collaborazione tra Oltrelanebbiailmare e Spittle) e gli Steeplejack su Spit/Fire. Altre sono in preparazione ma è ancora troppo presto per parlarne.
Intervista a cura di Alessandro ed Enrico
Riferimenti:
Il sito della Spittle Records
Il sito per il mail order Goodfellas
La discografia su Discogs della Spittle Records
Sito con ulteriore materiale sui Leanan Sidhe
L’intervista a Paolo De Iulis regista del documentario “Crollo Nervoso, la new wave italiana degli anni’80“:
Un particolare ringraziamento a Desbela.
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