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“La sposa in nero”

Creato il 26 ottobre 2010 da Cinemaleo

1968: La mariée était di François Truffaut

“La sposa in nero”
“La sposa in nero”

Cosa poteva accomunare un celebre giallista americano con il massimo esponente della Nouvelle Vague?
Il grande Sir Alfred.

 

William Irish (Cornell Woolrich) era uno degli autori prediletti di Hitchcock (è suo, fra l’altro, il romanzo da cui fu tratto La finestra sul cortile). Ed è nota la grande ammirazione di Francois Truffaut per il maestro inglese.
Truffaut portò sullo schermo due volte lo scrittore statunitense: La sposa in nero nel 1967, La mia droga si chiama Julie nel 1969.

Dal romanzo The Bride Wore Black (1948) François Truffaut ha tratto uno dei suoi film più famosi e di più grande successo ai botteghini. Un noir perfetto che vede protagonista assoluta una magnifica Jeanne Moreau, all’apice del suo fascino e del suo carisma, eccezionale nell’esprimere una tempesta di passioni sotto una apparente determinazione e freddezza.

“Il film è cucinato in una salsa alla Hitchcock: c’è perfino la musica cattivante di Bernard Herrman come in La donna che visse due volte” (Corriere della Sera).
“Gelido eppur eccitante thriller di François Truffaut che ha rivoltato a suo modo lo stupendo romanzo di Cornell Woolrich per trarne un raffinato esercizio di stile dai bagliori ironici anche se privo di autentica suspense. L’altera Jeanne Moreau, cocciuta assassina per debito d’amore, ruba la scena agli attoniti partner maschili” (Il Giornale).
“Illuminando il personaggio della protagonista già dal terzo delitto, Truffaut ha rinunciato a fare un film poliziesco classico. Ancora una volta la poesia prevale sull’intrigo” (Jean Collet).
“Il film sembra un compendio, un saggio per immagini in omaggio al cinema di Alfred Hitchcock, dove la suspense, mescolata all’humour nero, viene dilatata dai tempi vuoti, che danno spessore e complessità ai personaggi” (Ferruccio Gattuso).
“Jeanne Moreau, a distanza di sei anni dallo struggente “Jules et Jim”, torna a collaborare con il suo pigmalione esprimendo in scena una performance perfetta che già da sola basterebbe a rendere il film indimenticabile” (Svengali).
“Un capolavoro del noir francese, un’esaltazione del lato machiavellico della personalità femminile solitamente nascosto all’ingenuo pubblico maschile, un contributo alla bellezza di Jeanne Moreau. Imperdibile” (Samantha Gandin).

p.s.
La sposa in nero è il sesto lungometraggio di François Truffaut. Girato a Cannes, Parigi e dintorni e Grenoble dal 16 maggio al 10 novembre 1967, fu proiettato per la prima volta in pubblico il 7 aprile 1968 (Wikipedia).

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