La sposa tunisina - giorno due

Da Marcellogaletti

Il palco è stato allestito nel cortile di fronte la casa della sposa. Sul palco hanno portato il trono, sul quale lei siederà quando giungerà alla festa. Dall'altro lato è montato il mixer del deejay, partecipammo al suo matrimonio anni fa, lo andammo a prendere a casa con la nostra macchina. Ci riconosciamo subito a vicenda, la stretta di mano è vigorosa. Di fronte al palco è stato montato un finto vialetto, con finte fontane e finte piante.
     Noi siamo qui da una mezz’ora. Le donne di qua, gli uomini dietro, come sempre. Proprio davanti al palco ci sono quattro anziane signore, tra le quali Habiba la mamma di Monia, sono un quadretto bellissimo; non mi faccio scappare l’occasione e le fotografo. La musica è fortissima, loro quattro stanno lì placide, come se niente fosse. Che belle!Fino all’arrivo della sposa niente di rilevante, musica spaccatimpani, penso che a Pantelleria, che è a 100 km da qui, la sentano agevolmente. Tutti restano seduti; l’unico che balla sorridente è Youssef, il bimbo di Wassila. 

Anche oggi la sposa deve avere passato parecchie ore dalla parrucchiera/truccatrice, perché il trucco che esibisce quando arriva alla festa non lo si improvvisa tra amici in un quattro e quattr’otto… Chakra arriva con la macchina del Bresciano, le vanno incontro con l’incenso, lei percorre il finto vialetto che porta al trono, dove stasera siederà sola, la presenza dello sposo non è prevista. Oum Habiba, la mamma di Monia, la accompagna per mano. A fatica sale gli scalini, nel frattempo si scatena un po’ di putiferio, molti si sono alzati per ballare, mi pare siano soprattutto i parenti. Lei dopo un po’ si siede, muoversi dentro quell’enorme vestito non dev’essere facile. Lo si affitta dalla parrucchiera, la stessa che ti trucca e ti fa trucco e capelli per le varie fasi della festa. 
 
  
Si balla sia sul palco che sotto, sempre e solo donne per un bel po’; solo dopo una mezz’oretta due ragazzi si gettano nella mischia. E sono un casino bravi. Nel complesso lo spettacolo mi piace, la musica non è male; il deejay in questo periodo dell'anno – la stagione dei matrimoni - vive il suo momento di gloria professionale: a tratti prende il microfono e urla un po’: “Yalla! Yalla! Arussa! Arussa!”  
 Si vedono evidenti differenze nell’abbigliamento delle ragazze, di alcune si vede solo il viso, altre sono all’occidentale, con la gonna nemmeno lunga. In alcune il Signor EmmeGi ravvisa le caratteristiche del pane fresco, buono come poche altre cose al mondo. Qualche altra ragazza è vestita in maniera molto vistosa, come dire, kitsch. Moni è seduta poco più avanti di noi, di fronte a lei una ragazza con il visto un casino triste, è un volto famigliare ma non ricordo chi sia. Scopro più tardi chi è e che cosa le è successo. Il fratello, un poco di buono che non può più sfogarsi sulla moglie che lo ha lasciato dopo avere fatto il pieno di botte, qualche mese fa l’ha picchiata con una bottiglia di vetro, lei ha una lunghissima ferita su un braccio. Ogni tanto passa qualcuno, mi saluta, mi stringe la mano, ci scambiamo un come va, poi se ne va; passa una bambina sconosciuta, viene a baciarmi, poi fa lo stesso con Blanca. Moni è vestita con un abito di Monia, nello stile locale, anche lei balla in piena mischia. 

La sposa scende dal trono e percorre avanti e indietro, con un viso non proprio felice, l’orrido vialetto finto a beneficio del cameramen e del fotografo ufficiale. Poi però balla contenta in mezzo alle amiche ed ai famigliari (ha 12 fratelli e sorelle!), certo che con quella maschera di cerone è quasi irriconoscibile, o meglio così conciata mi pare uguale ad altre spose già viste in altre feste. Nel frattempo i bambini hanno occupato il trono della sposa, una bimba ci si è seduta paciosa. Faccio ancora qualche foto, poi io e Blanca andiamo a casa per mano. E la musica va, ma s’interrompe poco dopo il nostro arrivo in camera. Una voce maschile fa l’elenco al microfono dei doni in denaro per la sposa, sento anche un tentativo di pronunciare il mio nome. Buonanotte alla sposa. (CONTINUA...)

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