Magazine Cultura
La S.S. Lazio aiuta la So.Spe di Suor Paola con la canzone Replay Non Ne Ha.
Creato il 26 agosto 2013 da Pjazzanetwork:: ACQUISTA CON ITUNES qui
“Replay non ne ha“ è un progetto nato nel 2010 da un`idea di Don Roberto Fiscer (ex dj e animatore).
Musica e parole diventano un inno alla vita rivolto a tutti i giovani, in particolare quelli delle curve e delle gradinate! “Un calcio ad un pallone ti da` felicità... ma una calcio alla tua vita che cosa ti darà?“.
La prima squadra a “scendere in sala d`incisione“ è stata il Genoa (stagione 2010/2011), seguita dal Parma (2011/2012) ed ora dalla Lazio, in formazione tipo e con un campione in più: Fiorello!
Tutti i proventi della vendita del disco (su iTunes a 0,99 cent) saranno devoluti all`associazione So.Spe. Solidarietà e Speranza “Casa Santa Maria dei Bambini” di Suor Paola.
E come dice la canzone... “gioca la partita, la sfida e` questa qui: che la tua vita vale più della Champions League“! (guarda il video a fine articolo)
:: DICE DON ROBERTO DJESUS
“Il Progetto Replay è un progetto musicale nato per sensibilizzare gli adolescenti e i giovani sul valore, il senso e l’unicità della vita che, come dice una delle nostre canzoni: “è una, replay non ne ha!”. Per cantarla abbiamo cercando interpreti molto speciali, quali i giocatori di calcio del Genoa e del Parma ed ora della Lazio). Perché la parabola del calcio si presta bene come esempio per la vita (che vale più della Champions League) e allo stesso tempo perché è bello e arricchente coinvolgere personaggi che hanno un ruolo importante nella nostra società, voci che trovano eco e risalto nei tifosi, negli sportivi, nei giovani. Con il linguaggio che poi è il loro, quello della musica, il nostro sogno è aiutarli a prendere in mano la vita e a diventarne protagonisti. I ragazzi, per natura, hanno dentro questa capacità, questa forza, questo desiderio di distinguersi, di sognare in grande, di cambiare la storia, di scriverne qualche pagina nuova. Dobbiamo insegnargli a “leggersi dentro”, aiutarli a scoprire l’arte che possiedono, i pennelli e i colori che hanno a disposizione e fargli comprendere che, divertendosi, possono anche cambiare il modo e poi il mondo in cui vivono. Ma quando tutto questo non gli è reso possibile, i ragazzi cercano comunque un modo per svagarsi, divertirsi, distinguersi rischiando però, se lasciati soli, di distruggersi. Un po’ come succede a volte con gli impianti musicali, se si alza troppo il volume, si sfondano le casse, si sfonda tutto. La vita è una, non sfondarne le casse! Balla con la musica, non ballare con la tua vita. Dice proprio così un altro dei nostri pezzi che si intitola “Don’t dance with the life”. Il nostro progetto è proprio quello di coinvolgere più ragazzi possibili, nelle scuole, nelle piazze, per le strade e con la propria voce, con il proprio volto, le proprie idee provare a scrivere una colonna sonora per questo mondo così muto di valori. Quando si vede un film, anche fosse la scena più bella, senza musica cosa sarebbe? Coinvolgendo così i giovani e offrendo loro la possibilità di far parte di questa “orchestra” un po’ speciale… avremo forse più artisti veri e meno attori/comparse. Più persone e meno burattini.”
:: AUTOBIOGRAFIA
Mi chiamo don Roberto Fiscer e sono nato a Genova il 7 settembre 1976 e sono sacerdote dal 4 giugno del 2006. Ancor prima di diventare “don”, la musica è sempre stata parte integrante della mia vita. Sin da piccolo sognavo di imparare a suonare uno strumento. Scelsi la chitarra. Volevo fare in fretta per poi cantare con gli amici sulla spiaggia, tenere banco e regalare loro un po’ di gioia. Con l’adolescenza ebbe inizio la mia passione per la musica dance e così, partendo come portaborse, cominciai a lavorare come Dj nelle discoteche, poi in una radio locale e imbarcato sulle navi da crociera. Nel frattempo, per comprarmi i dischi, lavoravo in un negozio di telefonia dove in particolare imparai il contatto con la gente, dalle più simpatiche a quelle un po’ più moleste. Poi è arrivata la chiamata di Dio, nell’agosto del 2000.
Ero a Roma, per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù con tanti giovani cattolici riuniti intorno al Papa, Giovanni Paolo II. Mi ci avevano trascinato a forza, speravo in realtà di trovare la fidanzata, trovai la FEDE. Le parole del Papa mi entrarono nel cuore, ma in che modo, con che forza, è difficile spiegarlo. Di sicuro lui mise in campo tutta la sua Arte… e da artista… conquistò il suo pubblico e di sicuro il sottoscritto.
Dopo tre mesi entrai in seminario e sei anni dopo divenni sacerdote. Diventato sacerdote compresi la fortuna dell’aver appreso il linguaggio dei ragazzi, un linguaggio che non si può improvvisare, perché non ci si può alzare la mattina e iniziare a scrivere o parlare di musica se non lo hai mai fatto. Per questo sono grato a Dio che mi ha dato questa possibilità, quella di capire un giovane. Ho scelto di portare il messaggio di Gesù, ma soprattutto il messaggio della vita. Nel 2006, a giugno, ho iniziato la mia esperienza di sacerdote ad Arenzano, un paese sul mare in provincia di Genova, che sin dall’inizio mi ha ricordato i villaggi turistici nei quali avevo lavorato.
C’erano tantissimi bambini, moltissimi ragazzi e mi è venuto spontaneo, diventare un prete un po’ “animatore”… per conto di Dio. Probabilmente se la mia missione fosse iniziata in un altro luogo, ad esempio in città, forse non sarebbe venuto fuori quello che poi è venuto fuori. Ma ad Arenzano c’era il contesto adatto, era l’inizio dell’estate e così ho iniziato a portare il messaggio di Dio anche sulle spiagge, organizzando feste, preghiere, momenti musicali e poi di lì è stato tutto un crescendo. Nacque la cosiddetta “prima discoteca cristiana”.
Alcuni ragazzi cominciarono a seguirmi con il desiderio di portare agli altri qualcosa di nuovo, un modo nuovo di vivere, dove i bisogni dell’altro vengono prima di me, dove io ho un compito, un ruolo, dove insieme possiamo essere nel mondo… il sorriso, la mano tesa, la speranza, il sollievo. Non conta tanto parlare di Dio, quanto darlo agli altri nelle sue infinite forme. Questo è il nostro motto!
:: TESTO “REPLAY NON NE HA”
È bella ammirala, è un sogno realizzala,
è una non perderla… replay non ne ha!
È un inno, cantala, è lotta, vivila è una non perderla… replay non ne ha!
Canto alla vita, la vita che sei tu, e se la mandi in fumo di jolly non ne hai più.
Se anneghi in un bicchiere, ma chi ti salverà? Se cadi sulla pista… poi chi ti rialzerà?
E se ti entra nel cuore risparmi un dolore ogni istante della vita replay non ne ha!
E se ti entra nel cuore riprende colore ogni istante della vita replay non ne ha!
E’ gioia, gustala è croce, abbracciala è una, non perderla… replay non ne ha!
Gioca la partita, la sfida è questa qui…che la tua vita vale, più della Champions League!
Il capitano dice, tu sei da serie A resti in fuorigioco e nessuno vincerà.
E se ti entra nel cuore risparmi un dolore ogni istante della vita replay non ne ha!
E se ti entra nel cuore riprende colore ogni istante della vita replay non ne ha!
Non spendere i tuoi anni comprando un po’ d’amore, se vuoi l’originale lo trovi dentro al cuore!
Impugno una bandiera, ce scritto su per giù ripensa come vivi, amati di più…
Il calcio ad un pallone ti da felicità ma un calcio alla tua vita che cosa ti darà
S’alza in cielo l’aquila e sale sempre più, si vola, e manchi solo tu.
E se ti entra nel cuore risparmi un dolore ogni istante della vita Replay non ne ha!
E se ti entra nel cuore riprende colore ogni istante della vita Replay non ne ha!
Finisce qui il primo tempo, adesso tocca a te. Riscaldati su queste note, indossa la fascia e appendi le paure al chiodo. Forza campione, esci dal tunnel, il campo ti aspetta.
> Il comunicato della Società Calcistica Lazio qui
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