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Storie che non vorremmo mai più sentire. Ce la segnala Blue M, prendendo spunto da un articolo de “Il Fatto Quotidiano”. Una stagista, ora emigrata in Gran Bretagna, che si è presa della “mignotta”, per aver contestato un editore che offriva uno stage gratuito.
“Ora anche le mignotte debbono parlare 4 lingue, conoscere l’arte e inDesign. Il globalismo fa miracoli“, ha scritto questo editore, al termine di un acceso scambio di e-mail. Le sue parole riflettono il peggiore stereotipo di un Paese rimasto ancorato a una concezione medioevale e servile del lavoro: “ti faccio beneficenza facendoti lavorare, non sei tu il giovane professionista creativo che viene a fornirmi un servizio, sono io il magnanime che ti lascio una scrivania e un ufficio dove sentirti qualcuno. Ovviamente senza darti un euro“.
Ora Caterina un lavoro vero ce l’ha, ma -come racconta- all’estero (Germania) il suo stage lo ha svolto a 750 euro al mese… mica gratis. E se sarà riconfermata nel suo attuale lavoro a Londra, di euro ne guadagnerà 36mila all’anno! In Italia cosa avrebbe fatto?!?
Consiglio di leggersi la storia di Caterina così come riportata in questo articolo online (CLICCA QUI PER COLLEGARTI): il messaggio che emerge è che è ora di finirla con questo moderno schiavismo. E’ ora di rendere l’Italia un Paese per giovani, dove prevalga il merito, con regole “europee”. Non dobbiamo inventarci nulla, basta prendere il meglio dagli altri.
Questa Italia feudale, di sfruttatori e sfruttati, deve diventare l’”Italia di ieri”: quella di domani sarà diversa. Sarà l’Italia del capitale umano. Di giovani che -insieme- lavorano per modernizzare il Paese.
Altrimenti, il rischio è che, per dirla con la Sora Cesira… ce ne andiamo tutti (ovviamente la segnalazione del video mi è giunta da un expat in Francia
). View This Poll