I giornali degli Stati Uniti e del Regno Unito si sono scagliati contro l’intervista di Amanda Knox sul canale ABC News. La condannata ha dichiarato di non voler tornare in Italia, che lo farà solo se sarà obbligata.
Amanda Knox intervistata dall’ABC News (hollywoodreporter.com)
La ragazza di Seattle è accusata di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher, mentre i due studiavano in Italia nel 2007. Amanda è stata nuovamente condannata giovedì notte in Italia, anche se precedentemente la ragazza statunitense era stata prima condannata e poi assolta, attraverso l’iter del sistema giudiziario italiano che prevede vari gradi di giudizio e la possibilità di far ricorso contro la sentenza, fino in Cassazione.
Nel corso dei sette anni calvario, Amanda Knox è diventata “un evento mediatico globale”, ed è sempre stata presente nelle prime pagine dei tabloid britannici ed americani. La differenza potrebbe essere vista, però, nei titoli dei tabloid che hanno parlato di Amanda. La stampa britannica titolava “Foxy Knoxy Guilty”, con un riferimento irriverente alla bellezza della Knox ed un soprannome d’infanzia Knox, che in realtà era un riferimento alle sue abilità sportive. A New York, il Daily News ha annunciato, per il nuovo verdetto di colpevolezza, con “Amanda Knox promette di combattere il verdetto di colpevolezza: ‘Questo è sbagliato’”
L’ironia degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Già nel 2011, negli Stati Uniti, quando la Knox era stata assolta e quindi rilasciata per l’omicidio, “People Magazine” aveva pubblicato una storia simpatica intitolata “Amanda Knox è libera: il suo calvario della prigione.” Nel Regno Unito, invece, si titolava con “Foxy piagnucolona è libera di fare fortuna”, oppure con “Meredith Chi?”. Le è stato dato anche il soprannome, dal britannico The Daily Mirror, di “Lo sguardo assassino di Bambi” e, da Rolling Stone, di ”La ragazzina ingenua di Seattle”.
Nel 2013, un sondaggio di ABC – Washington ha dimostrato che la maggioranza degli americani, il 65% circa, sono solidali con la Knox e stanno dalla sua parte. Negli Stati Uniti, infatti, lo scorso anno la Knox ha lanciato, con un grande successo mediatico, un libro di memorie e ha rilasciato interviste, come quella di ieri, dove si difende dalle accuse dei pubblici ministeri italiani che l’hanno condannata per l’omicidio alla Kercher a 28 anni e sei mesi di carcere. 25, invece, sono gli anni di reclusione per Raffaele Sollecito, l’ex fidanzato e presunto coprotagonista dell’omicidio.
In Gran Bretagna, invece, non è mai stato fatto un sondaggio sul pubblico britannico, ma dalla copertura dei tabloid si può notare chiaramente di quando sia marcata la differenza di opinioni. Dopo essere stata liberata, nel 2011, il Daily Mail pregò l’Italia di “dare alla nostra ragazza, la giustizia corretta.” In Italia, infine, dove è avvenuta la tragedia, nel 2010 è stato fatto un sondaggio tra studenti universitari italiani, dal quale si evince che i giudizi sono divisi in maniera equa, tra la Knox e Raffaele Sollecito, innocenti o colpevoli.
L’omicidio di Meredith Kercher. Meredith, studentessa inglese in Italia nell’ambito del progetto Erasmus presso l’Università di Perugia, viene ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti. La causa della morte fu un’emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma.
Secondo la ricostruzione, la Knox e Sollecito, la sera del 1º novembre 2007, hanno dato appuntamento in piazza Grimana a Guede, conoscente della Knox, il quale decide di unirsi a loro per la serata. I tre si recano nella casa della studentessa, dove la sua coinquilina Meredith Kercher, dopo una serata trascorsa con delle amiche britanniche, era da poco rientrata, e la presenza era stata immediatamente notata in quanto la porta della sua camera era socchiusa. La Knox e Sollecito hanno iniziato a scambiarsi effusioni intime e tenerezze, mentre Guede si trovava in bagno, come riscontrato in sede di indagini. Guede, probabilmente eccitato dalle effusioni tra Sollecito e la Knox, sarebbe entrato nella camera della Kercher per tentare un approccio, ma, di fronte al suo rifiuto, avrebbe assunto atteggiamenti violenti fino a tentare di violentarla. Alle grida della Kercher, Knox e Sollecito si sarebbero uniti a Guede nell’azione criminosa, in quella che avrebbero trovato una “situazione eccitante”, tentando così di immobilizzarla con la minaccia di un coltello. La perizia sulle ferite inferte ha evidenziato che l’arma in possesso di Sollecito era verosimilmente piccola, mentre la Knox impugnava un coltello da cucina, successivamente ritrovato, sul quale sono state trovate le sue tracce genetiche insieme a quelle della Kercher: questa perizia, però, è stata neutralizzata da ulteriori perizie, effettuate per il processo di secondo grado, che hanno dimostrato come quel coltello da cucina non abbia il DNA della Knox né si possa considerare arma del delitto. La situazione, comunque, sarebbe degenerata per il persistere della resistenza della Kercher. La Knox con il coltello da cucina avrebbe colpito al collo la vittima arrecandole ferite mortali, seppure il decesso avvenga dopo una lunga ed atroce agonia.