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La stangata

Creato il 24 febbraio 2012 da Misterjamesford
La stangataRegia: George Roy HillOrigine: UsaAnno: 1973Durata: 129'
La trama (con parole mie): siamo nella Chicago degli anni trenta provata dalla Grande Depressione e avvolta da tutto il fascino dei gangsters e delle sale da gioco. Nei vicoli della città si muove il piccolo truffatore Johnny Hooker, che il vecchio Luther spinge tra le braccia di Henry Gondorff, giocatore eccezionale nonchè potenziale maestro per il giovane.Quando a causa di un raggiro alla persona sbagliata Johnny e Luther finiscono per pestare i piedi al boss Doyle Lonnegan ed il secondo perde la vita, Hooker si rivolge a Gondorff per vendicarsi, dando inizio ad un progetto di "stangata" che, almeno sulla carta, dovrebbe mettere in ginocchio lo spietato Lonnegan.La realizzazione della stessa, però, sarà tutt'altro che semplice.
La stangata
Nel pieno della settimana che condurrà agli Academy Awards approfitto per un tuffo nel passato con un Classico che, ai tempi, sbancò il botteghino e, ancora prima, il teatro durante la famigerata Notte degli Oscar divenendo da subito un riferimento per tutti gli appassionati di Cinema e non solo, facendo la storia di un genere che unisce la settima arte al gioco.
In un'epoca in cui i casinò non erano ancora visitabili online e tutto si consumava sulla strada, spesso e volentieri tra lacrime e sangue, si muovono due dei più grandi divi che il Cinema a stelle e strisce abbia regalato al suo pubblico: Paul Newman e Robert Redford, di nuovo accanto a George Roy Hill dopo i fasti dell'indimenticabile Butch Cassidy, sfoderano il loro meglio per quello che è un vero e proprio omaggio al Cinema dell'epoca dei grandi studios e all'azzardo come filosofia guascona di vita, strumento per una volta non visto in accezione negativa ma addirittura sfruttato come strumento di vendetta rispetto allo spietato boss Lonnegan, rappresentato come un personaggio in bilico tra la caricatura e il ritratto di quelli che furono i criminali di tutto il filone noir sviluppato alla grande proprio negli States dagli anni trenta ai cinquanta, ed omaggiato in tutte le salse ancora oggi.
Proprio accanto allo spietato Lonnegan - un ottimo Robert Shaw - si consumano i momenti migliori dei due protagonisti, truffatori da manuale affascinanti e dalla risposta pronta: tutta la sequenza del viaggio in treno con il confronto a poker tra Newman e Shaw resta una pagina da antologia, in perfetto equilibrio tra tensione, montaggio serratissimo, ironia - nonostante abbia ormai visto questo film allo sfinimento, rido sempre come la prima volta ad ogni storpiatura del cognome Lonnegan operata da Gondorff - ed una buona dose di thrilling.
La stessa pellicola, costruita come un'opera lirica e suddivisa in singole scene, nonostante l'evidente aura scanzonata non lesina momenti di dramma - la morte di Luther, il confronto finale con l'FBI ed il tenente Snyder - ed altri caratterizzati da un crescendo di tensione ad orologeria - Hooker ed il killer sulle sue tracce in particolare -, risultando per certi versi addirittura più completa del già ottimo - e da me preferito per questioni di ambientazione e mitologia personale - e citato poco sopra Butch Cassidy, che definì per primo la fortuna di questo terzetto da leggenda.
Newman e Redford si divertono portando in scena quelli che sono di fatto i loro protagonisti ideali, e se il primo, ai miei occhi, continuerà ad essere uno degli uomini più affascinanti ed uno degli attori più amati della storia del Cinema statunitense - dal vecchio Butch Cassidy, per l'appunto, al mitico Eddy Felsom -, il secondo si difende e, più che una spalla, va a rappresentare quello che l'allievo dovrebbe essere per il maestro, nonchè perfetta metà "action" della coppia, sempre pronto comunque a cedere il passo al compare "d'annata" quando si tratta di sfoderare il meglio al tavolo da gioco.
E se allora i tempi erano certo più naif - tanto da sfoderare, nell'adattamento italiano, i biliardini ad intendere quello che sarebbero state slot machine e affini - si intravedeva anche una maggiore capacità di affrontare una tematica che oggi sarebbe per certi versi scomoda come quella del gioco in tutte le sue accezioni, regalando all'audience due (anti)eroi spesso e volentieri inclini all'errore eppure mai davvero esempi di un'ottica borderline o negativa: questi giocatori indefessi e truffatori cool, decisamente più delle loro controparti moderne - Danny Ocean e soci su tutti -, sul tavolo verde come nella vita, sono alla ricerca dello stesso brivido che Butch Cassidy e Sundance Kid cercavano lungo la Frontiera.
O in Australia.
Ma questa è un'altra storia.
E se vorrete sentirla, vi toccherà venire al saloon e per giocare un'altra partita.
MrFord
"Cause' I'm a picker
I'm a grinner
I'm a lover
and I'm a sinner
I play my music in the sun
I'm a joker
I'm a smoker
I'm a midnight toker
I sure don't want to hurt no one."Steve Miller Band - "The joker" -

  

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