La stangata è servita

Creato il 31 marzo 2012 da Dagored

Annunciati  già nel mese di Dicembre ecco che puntuali arrivano sugli italiani gli effetti delle manovre finanziarie messe in atto dal governo tecnico presieduto dal professor Mario Monti.
Non era difficile, già da allora, capire che i costi della crisi sarebbero andati a finire sulle spalle dei soliti noti, ovvero i comuni cittadini italiani da sempre spremuti come limoni dal fisco, mentre ne sarebbero rimasti esenti tutti coloro che le tasse non le hanno mai pagate o ne sono esentati per legge, come tutte le associazioni politiche para politiche e sindacali.
Perché ha voglia il dottor Attilio Befera, presidente dell'agenzia delle entrate e  a sventolare i risultati della lotta all'evasione condotta in quest'ultimo anno, in modo invero piuttosto maldestro, come si può capire leggendo l'articolo linkato, per esempio omettendo di rilevare che se il 31% delle somme recuperate sono riconducibili agli accertamenti sui grandi contribuenti significa che le piccole imprese e le persone fisiche incidono sul totale per ben il 69%, dimostrando ancora una volta quanto sia difficile per il fisco italiano perseguire i grandi evasori. Se si considera poi che buona parte del recuperato dai piccoli contribuenti arriva da transazioni di piccolo ammontare che al privato conviene pagare per evitare di essere perseguitato dall'agenzia del dottor Befera si può ben comprendere quanto sia fuori luogo l'annuncio dei trionfi sull'evasione fiscale, soprattutto alla luce dei sempre più numerosi casi di suicidi causati dalle difficoltà di far fronte alle richieste del fisco e di proteste contro la condotta delle istituzioni pubbliche e delle banche  verso il problema del credito in Italia.
Il dottor Befera, dietro i suoi occhiali da miope funzionario senza anima, sembra però considerare i morti di questi giorni un effetto collaterale e fisiologico del momento, preso com'è dal suo impegno nella "soluzione finale" del problema dell'evasione fiscale italiana.

Sul quale problema si esprime oggi anche il ministro per lo sviluppo economica Corrado Passera il quale, se pure lui si esibisce in una serie di banalità sulla scarza moralità di quanti evadono il fisco, almeno si avvede dell'evidente difficoltà degli italiani di far fronte ai costi crescenti delle tariffe dei servizi, a cominciare di quelle energetiche. Servizi costosi anche perché i loro prezzi sono gonfiati da incentivi e sussidi alla cosiddetta "green economy" che, sarà pure di moda e politicamente corretta, è ormai un peso economicamente insostenibile per le famiglie.
Un nodo questo che, se il governo dovesse muoversi verso l'abolizione degli incentivi, porterebbe i tecnici di Mario monti a scontrarsi contro la lobby della green energy, le cui prime avvisaglie sono state le critiche al governo (e a Passera in particolare) dall'Ingegner Carlo Debenedetti, editore del gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica, ma soprattutto proprietario di Sorgenia, una delle aziende leader nel settore delle energie rinnovabili.

Nel contempo nulla continua ad essere fatto per ridurre i costi della spesa pubblica, a parte qualche triste pantomima parlamentare, che mostrano il sempre più grave scollamento della classe politica italiana dalla vita reale, e non servono neanche i richiami  degli economisti Giavazzi e Alesina, che dalle colonne del Corriere della Sera , giornale che da sempre sostiene il governo Monti, continuano a sostenere che tagliare le spese si può, a patto di volerlo fare, naturalmente.
Il panorama economico mondiale non da inoltre segni di ripresa e non basterà al professor Monti andare in giro per il mondo a cercare di vendere il made in Italy o per attirare investitori in quello che una volta amavamo definire il Bel Paese. I cinesi sono in grado di produrre quasi tutto quello che produciamo in Italia con la stessa qualità e a prezzi decisamente inferiori e per quelle poche cose che non riescono ancora a fare sono solo disposti ad acquistarne le tecnologie, in qualche modo.
Se non bastasse tutto questo segnali inquietanti di una recrudescenza della crisi arrivano un po' da tutto il mondo, a dimostrazione che le ricette messe in campo dagli organismi internazionali, Fmi, Ocse etc, non funzionano, come non hanno mai funzionato da decenni a questa parte. Per uscire dalla crisi bisognerebbe per prima cosa cancellare gli errori fatti in questi anni ed esplorare nuove strade, ma si potra mai sperare che possa farlo un governo che di quegli enti è diretta espressione?

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