Il viaggio tra gli autocostruttori italiani continua con un nome piuttosto noto, soprattutto in nord Italia: Bersa Lures. Le sue esche le riconosci subito dal taglio particolare che Marco Bersanetti, 41 anni di Lodi, ha dato al muso dei pesciolini in legno. A noi colpiscono anche i colori molto efficaci e l’azzeccato rapporto peso dimensione.
Sempre le stesse domande rivolte a tutti gli autocostruttori incontrati in questa serie di interviste, per mettere a confronto non solo le foto delle esche ma anche l’approccio con cui vengono costruite e le motivazioni alla base delle loro scelte.
1. Da quanto peschi?
Pesco da quando ho 4 anni.
2. Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Costruisco da circa 10 anni. La mia prima creazione è un lipless da 15 cm in balsa che mi ha dato davvero molte catture, rifatto e riparato molte volte, ci tengo molto ed evito di usarlo dove c’è rischio di perderlo.
3. Perchè hai iniziato ad autocostruire?
Ho iniziato ad autocostruire perchè non trovavo in commercio artificiali adatti alle mie esigenze di pesca, (ho almeno 10.000 artificiali tra le più importanti e famose marche mondiali), ho iniziato ad autocostruire minnows di piccole dimensioni sovrapiombati che mi permettessero di uscire molto, moltissimo e di catturare trote in attività lontano da ogni altro artificiale o bombarde… Poi, a causa delle mie ripetute catture a notevole distanza da riva, gli altri pescatori, incuriositi, si avvicinavano ed increduli nel vedere lanci così lunghi, mi chiedevano cosa stessi usando. Alla mia risposta che stavo usando artificiali che facevo da me, mi chiedevano se li vendevo. Allora li regalavo perchè non erano ancora al top per resistenza e bellezza nei colori e… tornavo da pesca quasi sempre con le Plano vuote (le scatole porta esche N.d.R.).
4. Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Pesco prevalentemente a spinning ed a morto manovrato, oltre che a tutte le tecniche praticabili in kayak (vertical jigging, traina col vivo, traina, sabiki, bollentino, spinning, mort’ manie’, ecc.).
5. Qual’è il tuo più grande vizio?
Il fumo purtroppo.
6. Qual’è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
La samba per alcune esche, la balsa per altre.
7. Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual’è stata la novità più utile e rilevante?
La tecnologia è sempre in evoluzione con l’uscita di nuovi materiali super leggeri e molto robusti, ma la novità più grande a mio giudizio è stata l’utilizzo del carbonio per la costruzione delle canne ancor molto tempo fà .
8. Qual’è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
Beh, la risposta a questa domanda meriterebbe un lunghissimo ragionamento fatto di esperienze e convinzioni personali… Normalmente gli artificiali in commercio di “larga distribuzione” sono esche che sono studiate per tutti i tipi di pescatori, dai neofiti fino ai pescatori più esperti, tranne in rari casi. Artificiali che si lanciano e si recuperano senza dover essere grandi pescatori per poter fare catture, si muovono da soli… Personalmente amo pescare con i lipless, artificiali molto tecnici, che però ( a differenza di quello che pensano la maggior parte dei pescatori) coprono ogni situazione di pesca, bisogna saperli usare.
Faccio un esempio: ho dato le mie esche a Giambattista Scuri (campione del mondo trota torrente) per provarle e per avere un suo parere su movimento, colorazioni, pesi ecc., mi ha chiamato dicendomi che è andato in un laghetto a pescare trote, tanti pescavano con i lipless ma lui era l’unico che prendeva, molte e molte trote con i miei lipless. Mi ha poi scritto: “sono micidiali i Bersa lures”. Beh, detto da un campione del mondo… E’ importante che a lui siano piaciuti molto, li ha provati anche con pesci selvatici ed hanno funzionato… vuol dire che sa come manovrarli. Personalmente penso che quando un pesce è in “frenesia alimentare”, attacca qualsiasi cosa non badando a colore, movimento e dimensione dell’esca. Quando invece il predatore è apatico, spetta solamente all’esperienza del pescatore stimolare il pesce all’attacco provando diversi tipi di recuperi. Per quanto riguarda i colori, non bisognerebbe acquistare l’artificiale perchè all’occhio del pescatore questa livrea piace ma bensì riflettere in che acque si và a pescare (limpide, torbide, basse, profonde ecc) e di conseguenza scegliere i colori anche pensando al pesce che si vuole insidiare. Esempio: trote in laghetto con acqua torbida è preferibile usare colorazioni ben visibili ed accese come l’arancio fluo, verde fluo, giallo ecc. In acqua limpida colorazioni preferibilmente naturali (sopratutto per pesci selvatici) Ma una regola non c’è, tutto è il contrario di tutto.9. Ci descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Naturalmente bisogna avere un progetto o un’idea di quello che si và a realizzare.
Naturalmente bisogna avere un progetto o un’idea di quello che si và a realizzare.
· per prima cosa l’acquisto del legno (samba nel mio caso) che deve esser scelto con cura, senza “nodi” e crepe
· con una dima disegno la forma del minnow sul legno
· taglio il legno seguendo la forma del disegno con un traforo elettrico
· freso sul vende l’alloggiamento del piombo e dell’armatura passante con il Dremel
· freso con un trapano il dorso del pesce con una fresa appositamente creata per dargli la forma tondeggiante
· con una smerigliatrice a nastro rifinisco testa e coda
· carteggiatura grossolana per togliere aventuali difetti
Il legno è finito.
Si passa all’armatura passante!
· con una pinza a beccucci conici creo gli annelli anteriore e posteriore
· fisso l’armatura con della resina epossidica in abbondanza
· una volte asciutta la resina và carteggiata quella in eccedenza
Alloggiamento piombo.
· preparo del piombo da colare in degli stampi
· incollo il piombo con della colla a caldo all’interno del ventre nella scanalatura appositamente creata pesando ogni singolo pesce col piombo per avere la massima omogeneità di peso dei minnows
· Stucco il ventre ed eventuali “buchi” del legno con stucco bicomponente
· tolgo lo stucco in eccesso con l’ausilio di carta vetra montata su un disco col trapano
· carteggio a mano e rifinisco l’esca
Turapori
· Utilizzo un turapori alla nitro, i minnows vengono immersi per due volte ed una volta asciutti, altre due mani con vernice bianca sempre alla nitro
Verniciatura e resinatura
· Una volta asciutta la nitro bianca, con l’aiuto del Dremel ed una punta conica pulisco gli anelli dalla vernice
· con bomboletta ed aerografo si dà il colore all’esca
· asciutta la vernice, passo uno strato di vernice trasparente ed applico i glitter.
· applico gli occhi e l’etichetta adesiva e si passa alla resinatura alloggiando i minnows in un girarrosto per “stendere” uniformemente lo strato protettivo (resina epossidica)
· Pulitura degli anelli col Dremel
· Controllo di imperfezioni visive
Importante: prova nuoto!
Il minnows è fatto.
10. Quanto tempo dedichi all’autocostruzione? Quanto alla pesca?
Il tempo dedicato all’autocostruzione è tanto, due/tre ore al giorno, sabato e domenica anche 7/8 ore.
Alla pesca purtroppo poco, diciamo una mezza giornata alla settimana.
11. Cos’è per te la pesca? Cosa significa per te costruire esche?
Pesco da quando ho 4 anni, l’ho amata da subito perchè permette di stare nella natura ed apprezzarne i suoni, gli odori, le emozioni che essa ci dona…
Pescare e catturare con esche costruite con le tue mani è una soddisfazione enorme, ancor più grande quando vengono apprezzate da altri pescatori.
12. Qual’è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Bè, nel tempo ho accumulato migliaia di esche di tutte le marche, non ne ho una prefarita in particolare, anzi, si, ce l’ho: Bersa lures.
13. Qual’è il tuo sogno di costruttore di esche?
Dopo alcuni anni di autocostruzione, il sogno si stà avverando pian piano, aver avuto ed avere molti apprezzamenti sui minnows che realizzo.
14. Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Ne conosco molti di autocostruttori bravi, bravissimi, mi affiancherei a diversi di loro ma, non voglio far nomi, non vorrei mancar di rispetto a qualcuno di loro dimenticando di scrivere il suo nome.
15. Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Sicuramente partire con legno di balsa ed attrezzatura semplice che si ha già in casa oppure acquistando il minimo indispensabile, bisogna prima capire se si è portati all’autocostruzione se si ha davvero la passione e la voglia per continuare. Poi pian piano i buoni risultati arriveranno, ci vuole molta pazienza.
Partire con un’esca semplice, aprire qualche artificiale e cercare di copiarlo. Però, non ha eguali in fatto di soddisfazione inventare qualcosa di nuovo…
16. Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Consigli… ”Perdere” ore ed ore su internet, sui forum, su YouTube e farsi un’idea la più precisa possibile di quello che ci aspetta prima di cominciare l’avventura.
Per contattare e conoscere Bersa Lures vi invitiamo a cliccare qui di seguito per visitare la sua pagina Facebook.
PER ESSERE ROCK’N'ROD DOVRESTE LEGGERE TUTTE LE PRIME 11 INTERVISTE AGLI AUTOCOSTRUTTORI, CLICCATE SUI NOMI:
1- Jos Lures
2- Psyco Lures
3- Old Stomp Lures
4- Enrico Project Bait
5- Shikey Lures
6- Zaza Lures
7- Alessio Martin 28
8- Brilly Lures
9- Oliffo
10- Federico Marrone Urban Fishing
11- AP Lures “Macigno”