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La stanza dell’autocostruzione -4- Enriko Project Bait

Da Pietroinvernizzi
Cavalletta Enriko Project Bait

Cavalletta Enriko Project Bait

Oggi, al quarto episodio della nostra saga di interviste agli autocostruttori di minnow italiani, vi presentiamo un nome che nel web è già sinonimo di simpatia e coinvolgimento tra pescatori, infatti non lo conosciamo solo per la bellezza e la creatività delle sue esche, ma anche per il suo “frizzante” gruppo su Facebook. Oggi “Enriko Project Bait”ci racconta la sua storia e i suoi consigli…

Le creazioni Enriko Project Bait

Le creazioni Enriko Project Bait

Salve mi chiamo Gianrico, ma tutti mi conoscono come Enriko Project
Bait. Facebook è il mio social di riferimento. Ho 35 anni, vivo nelle
terre dell’alta Lunigiana bagnata dal fiume Magra. Ho fatto parte di una
società di pesca sportiva per molti anni dove si praticava la pesca alla
trota torrente prima e laghetto dopo, mi hanno dato sempre molte
soddisfazioni, ma come tutto anche quella passione da garista è scemata.
Mi sono immerso completamente nella mia nuova passione: la progettazione
e costruzione di artificiali per lo spinning e casting.

1. Da quanto peschi?
Ho iniziato a 8 anni
 
2. Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Ho intrapreso la mia carriera di costruttore nel 2005; in quel periodo
mi dedicavo principalmente alle trote e quindi i miei prototipi erano
principalmente i minnow.
Non potrò mai dimenticare il mio primo 2.5-C.sk, mi ha dato
tante soddifazioni.

3. Perché hai iniziato ad autocostruire?
Sostanzialmente ho iniziato perchè avevo bisogno di avere qualcosa di
esclusivo, un esca particolare che si adattasse alle mie esigenze e
quelle dello spot dove insidio le mie prede. La grande distribuzione non
ha fiducia nell’artigianato italiano e preferisce propinarci esche
principalmente progettate al sol levante; ma quelle esche al 70% non
sono così valide in Europa perchè il pesce ha abitudini differenti.

4. Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Mah… il mio concetto di pesca con l’artificiale negli ultimi anni non
si è fermato certo al freshwater, infatti ho scoperto un nuovo mondo: il
mare. Principalmente utilizzo i minnow ma anche topwater. I pesci che
più insidio sono Trote, Bass, Serra e Spigole, dalla riva di una
spiaggia o sulla banchina di un molo.
 
5. Qual’è il tuo più grande vizio?
Forse il mio vizio piu grande è quello di non stare mai fermo… Beh…
poi le donne ovvio.

WTD Enriko Project Bait

WTD Enriko Project Bait

6. Qual’è il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Il materiale che amo di più sicuramente è il legno: Samba, Balsa, Ramino
sono quelli più utilizzati da me. Principalmente uso uno stile tutto
mio, certamente mi evolvo e mi documento sui forum e spazio tra armature
passanti e anellini a vite autocostruiti in acciaio (AISI 316); la
tecnica di piombatura è top secret, la chiamo “Enriko style”
 
7. Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto
le nostre attrezzature da pesca, per te qual’è stata la novità più utile
e rilevante?
A mio avviso la vera rivoluzione nella pesca sono state le nuove resine
epox a microsfere utilizzate dai più grandi costruttori di grezzi.
Diminuendo il peso non intaccano la solidità della canna e le rendono
più reattive e sensibili. La vera rivoluzione sulla graphite è questa!
Un particolare che nella pesca non è da sottovalutare.

8. Qual’è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale?
Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua
idrodinamica?
Io credo nel realismo di un’esca. Il movimento, i riflessi, le
vibrazioni sono le basi di una buona costruzione. Non sono da
sottovalutare i pesi, soprattutto nei minnow sotto recuperi lenti,
l’artificiale deve mantenere una corsa piu naturale possibile e deve
avere una postura orizzontale nelle jerkate. A mio avviso cercare di
ricreare occhi, bocca e branchie non ha solo un valore estetico ma ne
aumenta la catturabilità soprattutto su pesci prevalentemente ittiofagi.

9. Ci descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo
artificiale?
Come tutti mi avvalgo di dime in caso di minnow…segno il contorno su
un listello di legno e poi con il traforo elettrico ne estrappolo la
sagoma.Faccio lo scavo dove verrà alloggiata la paletta in policarbonato. Con l’aiuto di un platoretto (ma all’inzio usavo il classico cutter) lo sgrosso a mio piacimento fino a ottenere la forma desiderata. Poi si fanno gli scassi per il piombo e/o armatura passante se lo
desiderate. Quindi si passa alla levigatura: si sgrossa ancora con la
carta abrasivam, consiglio 3 tipi: 120, 320 e 400; le si utilizzano
tutte fino ad ottenere un grezzo bello liscio. Ora si piomba, si stucca
lo scasso; poi si deve coibentare con turapori e fondo epox per vernici,
ancora una carteggiata con la 400 e si vernicia a piacimento. Una volta
asciutto 3 mani di resina epox trasparente e il gioco è fatto…

10. Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
Beh il mio lavoro non mi garantisce troppo tempo però il poco che ho a
disposizione la sera lo divido tra amore e costruzione.

11. Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
La pesca è una passione, mi è entrata nel sangue! E’ parte di me! Non ne
posso fare a meno, mi basta solo parlarne. Costruire mi completa, mi
arricchisce, mi gratifica, mi insegna. Le persone che non hanno questo
hobby non possono immaginare quanto sia emozionante catturare con le tue
creazioni. Un’emozione unica!

12. Qual’è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Io sono un tradizionalista, il mio artificiale preferito è il Rapala
Original Floater

13. Qual’è il tuo sogno di costruttore di esche?
Il mio sogno è di affermarmi come costruttore a livello mondiale. Voglio
che i miei artificiali facciano il giro del mondo.

Minnow Enriko Project Bait

Minnow Enriko Project Bait

14. Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti,
presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
Ogni costruttore ha una storia a sè, i suoi punti di riferimento, le sue
teorie e le sue tecniche. Io come freshwater ammiro Cobra builder uno
dei capostipiti sull’autocostruzione, di sicuro un punto di riferimento.
Sul Saltwater ho due candidati: Alessandro Massari e Giampaolo Antoni.

15. Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a
chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Beh, sicuramente consiglierei come legno la Samba e come acciaio un buon
Aisi 316. Riguardo all’ attrezzatura tanto per iniziare sono sufficienti
un seghetto, una raspa, un cutter, carta abrasiva, un trapano anche a
batteria e non dispiacerebbe una morsa. Per iniziare forse il minnow è
la scelta migliore.

16. Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Credere in quello che si fà! Perche tutti sbagliamo all’inizio, ma non
bisogna gettare la spugna. Basta crederci e i risultati arriveranno

Lasciaci qui di seguito i recapiti per coloro che vorranno contattarti e
vedere i tuoi lavori:
www.projectbait.jimdo.com, oppure la pagina facebook  o il gruppo facebook
e il nuovo Forum appena innaugurato oppure per info:
[email protected]

( Se sei un autocostruttore di esche artificiali e vuoi partecipare a questa serie di interviste, rispondi alle domande scrivendoci ai nostri “Contatti” )

Minnow Project Bait
La stanza dell’autocostruzione -4- Enriko Project Bait
La stanza dell’autocostruzione -4- Enriko Project Bait
La stanza dell’autocostruzione -4- Enriko Project Bait
La stanza dell’autocostruzione -4- Enriko Project Bait


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