Tua mamma non sa più
che pesci prendere con te,
simpatica scimmietta,
dolce ribelle dispettosa.
Mi rubi occhiali e libri
e poi mi stuzzichi anche
con righelli e squadre,
e poi con calci in aria.
Il papi che sta male
sul divano, si arrende
ad irreversibili realtà,
vie non ripercorribili.
Poi, con occhi intensi,
mi racconti – come fosse
uno dei più grandi Segreti
della Vita – di una stanza
(non dirlo a mamma!)
da tempo ormai relegata
al triste ruolo di cimitero,
riservato… solo alle mosche.
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