Quando venne realizzata nel 1921, Milano era già la capitale economica italiana, per questo si voleva sottolineare la sua imporatanza attraverso questo edificio, imponente e variegato, nel quale la monumentalità si doveva e si deve tutt’oggi coniugare con la funzione a cui esso è destinato. La decisione di costruire la stazione scaturì, sicuramente dalla necessità tecnica di un complesso rio
Ed eccolà qui la stazione, un capolavoro di ingegneria e architettura. La struttura portante dell’edificio, ricoperta da un imponente apparto decorativo, è di cemento armato, ma anche l’acciaio fu abbondantemente utilizzato, per le coperture delle gallerie e fu l’elemento dominante, assieme al vetro, nella costruzione delle tettoie di protezione dei binari. Una struttura progettata dall’ingegnere delle ferrovie Alberto Fava. Un edificio che ha assistito alla partenza e all’arrivo di tante persone, anche famose: la principessa Soraya di Persia o Kim Novak scelsero il treno per giungere in Italia. L’entrata speciale riservata al re d’Italia e alla sua famiglia conduce alla “Sala Reale”, sala d’attesa della famiglia Savoia e della corte, divisa in sala reale e sala delle armi, rimasta intatta, nonostante il passare del tempo.
Una volta scesi dal treno si viene accolti da una cascata di luce che scende sui passaggeri grazie alle immense vetrate che servono a dar vita ai marmi delle pareti e ai mosaici dei pavimenti. I grandi ambienti pubblici della stazione (galleria di testa, Biglietteria centrale e Galleria delle Carrozze) richiamano le architetture monumentali romane. E le due fontane ai lati della facciata, con i volti di pascià e dalle cui bocche fuoriesce l’acqua nella vasca prospiciente; i cavalli con palafrenieri rappresentanti il progresso guidato dalla velocità e sono posti a 35 metri, realizzati in pietra artificiale
Un giorno i camioni arrivarono all’entrata della stazione, trasportando qualcosa di speciale, una merce particolare, uomini, donne e bambini, cittadini italiani, la cui sola colpa era quella di essere ebrei. Fu così che il binario 21, venne utilizzato per l’avvio dei treni che deportavano gli ebrei italiani verso i campi di concentramento e sterminio. Un primo convoglio di 250 deportati partì il 6 dicembre del 43 , poi altri e altri, tutti, furono avviati al lager. Mezzo di trasporto e di morte per molti e luogo di salvezza per altri, i sotterranei furono utilizzati come rifugio antiaereo. Intere famiglie vi si nascosero in preda alla paura, attendendo il cessato allarme.
Nel tempo la stazione si evolve, in effetti le stazioni hanno questo di straordinario, il tempo le arricchisce. Il “luogo” stazione, nella concezione attuale, è destinato a divenire, oltre che un efficiente centro servizi per i viaggiatori, un grande spazio pubblico di incontro, di scambio, di commercio, di cultura e di socializzazione, che contiene al suo interno tutti quei fenomeni che hanno caratterizzato in passato le piazze delle nostre città storiche. Ecco perché è stata oggetto di importanti lavori di restauro antidegardo e riqualificazione. Il recente restyling l’ha adeguata alle nuove esigenze dei viaggiatori e della cittadinanza e ha riporatato alla luce la sua maestosità che lascia senza fiato i viaggiatori che ci passano. Le stazioni sono destinate a innescare innovazione e sviluppo nei tessuti urbani che le circondano. A settant’anni dalla sua inaugurazione la Centrale risultava decisame
Un’emozione di stupore che viene dal passato ma che ha saputo adattarsi alla logiche della contemporaneità.