sottofondo: Arturo Zardini – Stelutis Alpinis
Ringrazio in anticipo Gianna e Rosetta per avermi ispirato questo post. Grazie!
Ho sempre pensato di dare spazio alle leggende e tradizioni della mia terra su questo blog. La voglia è scattata l’altro ieri leggendo il blog di Gianna e il post sulla leggenda riguardante il crisantemo. In quel momento mi chiesi: be’, io potrei riportare un po’ di materiale sulla stella alpina. Ed eccomi qui.
Come non potevo partire da questo fiore. Splendido nella sua semplicità. Simbolo di coraggio e determinazione per gli alpini e per tutti coloro che riescono a coglierlo; per esempio, sono numerosi i casi di paracadutisti tedeschi che durante la seconda guerra mondiale portavano ben visibile sulla giacca una stella alpina.
Possiamo definirlo il simbolo della montagna, il fiore più bello che si possa trovare in alta quota (e secondo me un’assoluta meraviglia).
La tradizione popolare ha voluto che anche questo splendido fiore venisse rivestito di un’aura mistica, divenendo così il protagonista di numerose leggende e canzoni. Quei bianchi petali sembrano fatti apposto per sopportare il peso di storie e storie che per secoli si sono raccontate su di essi.
Quella che vi voglio riportare oggi è una leggenda di montagna, diffusa più o meno su tutto l’arco alpino:
«Una giovane della valle aveva sposato un montanaro gagliardo che, come tutti quelli del paese, conosceva ed amava con tutta l'anima la sua montagna. Saliva spesso verso i ghiacciai, per cogliere il profumatissimo genepi, la pianta fortemente aromatica che serve ai liquoristi per fabbricare il famoso liquore dello stesso nome, e vi andava anche per dare la caccia alle marmotte, delle quali vendeva poi la pelle ai viaggiatori della città. I due sposi vivevano modestamente dei guadagni di lui, ma poiché si volevano tanto bene, erano felici come principi. Un giorno il giovane sposo partì come aveva fatto tante altre volte per la montagna, ma non fece più ritorno.
Invano la moglie lo attese per tre giorni successivi; nessuno lo aveva visto sulla montagna e nessuno sapeva dare notizie di dove fosse andato a finire. Allora la povera sposa, prese sulle spalle il sacco anche lei e salì verso il ghiacciaio per vedere di rintracciarlo.
Scorse ad una ad una tutte le cime,esaminò le valli, cercò con l'occhio ansioso nel fondo di tutti i crepacci e finalmente lo rinvenne. Ma ahimè lo trovò morto,proprio fra due lastroni di ghiaccio.Allora,affranta dal dolore, la povera sposa sedette sulla sporgenza della roccia e non pensò più di ritornare verso casa. Si mise a piangere e a lamentarsi per tutta la sera e per tutta la notte. All'alba, quando s'imbiancò il cielo, i suoi capelli e le ciglia erano coperte di un velo di brina, come una peluria d'argento.
"Signore" disse la sposa rivolgendo gli occhi al cielo, "Io non ho il coraggio di staccarmi da mio marito, lasciatemi qui, sulla balza di questa rupe, perché io possa vederlo sempre nel suo letto eterno di ghiaccio." Iddio ebbe pietà della sposa innamorata e la convertì nel fiore più caratteristico e più bello delle Alpi, la stella alpina»
Oltre che a leggende, la stella alpina ha ispirato anche molte canzoni popolari. Quella che vi propongo è forse la più famosa di tutte: Stelutis Alpinis, brano composto da Arturo Zardini durante la prima guerra mondiale. Consideratelo un po’ come un inno per gli abitanti del Friuli.
« Se tu vens cà sù ta' cretis,
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis:
dal miò sanc 'l è stât bagnât.
Par segnâl une crosute
jé scolpide lì tal cret:
fra chês stelis nàs l'arbute,
sot di lôr jo duâr cuièt.
Ciol sù, ciol une stelute:
je 'a ricuarde il néstri ben,
tu 'i darâs 'ne bussadute,
e po' plàtile tal sen.
Quant che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt atòr ti svole:
jo e la stele sin cun té. »
« Se tu vieni quassù tra le rocce,
laddove mi hanno sepolto,
c'è uno spiazzo pieno di stelle alpine:
dal mio sangue è stato bagnato.
Come segno una piccola croce
è scolpita lì nella roccia:
fra quelle stelle nasce l'erbetta,
sotto di loro io dormo sereno.
Cogli cogli una piccola stella:
a ricordo del nostro amore.
Dalle un bacio,
e poi nascondila in seno.
Quando a casa tu sei sola
e di cuore preghi per me
il mio spirito ti aleggia intorno
io e la stella siamo con te. »
Se avete gradito questo post io potrei, ogni tanto, pubblicare qualche leggenda friulana. Penso che sia cosa buona e giusta dare un po’ di spazio alle leggende della nostra terra, racconti fantastici che pian piano stanno scomparendo.
A presto,
E.