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La stella di Tabby

Creato il 15 gennaio 2016 da Gazzettino
La stella di Tabby Molti sicuramente ricorderanno il progetto Kepler della NASA il cui scopo è la ricerca e la conferma dell’esistenza di pianeti simili alla Terra che orbitano intorno ad una stella diversa dal Sole. La missione che utilizza il telescopio Kepler, così denominato in onore dell’astronomo tedesco del diciassettesimo secolo, è iniziata con il lancio di questo veicolo spaziale il 7 marzo 2009. Progettato per monitorare una porzione della Via Lattea e scoprire pianeti simili al nostro nella zona abitabile, ha riportato un gran numero di dati causando il prolungamento della missione. Durante l’ultimo giro di ricognizione, nel mese di settembre, Kepler ha individuato una stella molto particolare che presenta una particolare variabilità apparentemente casuale nel flusso della luminosità. Parliamo della stella KIC 8462852 o meglio rinominata “Stella di Tabby” , stella di tipo F appartenente alla sequenza principale e che si trova nella costellazione del Cigno, visibile proprio in questi giorni nel cielo italiano. A meravigliare gli astronomi di tutto il mondo è stato proprio il comportamento della stella che non coincide con quello degli esopianeti scoperti fino ad oggi. I pianeti extrasolari conosciuti finora sono 1968, la maggior parte resi noti grazie al metodo indiretto (osservando le variazioni della luminosità) , ma citiamo anche il metodo diretto (tramite telescopio) che sta prendendo piede soprattutto negli ultimi anni grazie al recente sviluppo di particolari tecniche interferometriche e relativi modelli matematici.
Il telescopio spaziale ha individuato comportamenti regolari negli esopianeti, in particolare riguardo la loro luminosità che si affievolisce ad intervalli regolari e per un numero limitato di ore/giorni quando ruotano intornoad una stella. Non accade lo stesso quando si osserva il comportamento della stella Tabby che presenta un affievolimento della luminosità del 20% che può durare dai 5 agli 80 giorni. Questo fenomeno indicherebbe la presenza di una grande quantità di massa in rotazione intorno alla stella, tipico di una stella giovane, ma non è il caso della nostra KIC 8462852 che anche per questo motivo lascia perplessi gli astronomi che hanno iniziato a porsi moltissime domande cercando di trovare risposte per spiegare la natura di questo corpo celeste. Una prima ipotesi, avanzata analizzando la stella su una base di tipo spettrale, ha dedotto che questa variazione di luminosità derivasse dal coinvolgimento di alcuni materiali in orbita intorno alla stella, ma non ci sono dati che possono confermare questa spiegazione. Un’ altra ipotesi è la presenza di comete disintegrate che orbitano intorno alla stella Tabby e che quindi creano questa riduzione luminosa, ad alimentare questa tesi è la presenza di una nana rossa proprio vicino alla stella (132 miliardi di chilometri di distanza). Altri sostengono anche che questo affievolimento della luminosità sia causato da un campo di asteroidi catturato recentemente dalla KIC 8462852 o addirittura la presenza di un disco protoplanetario o di una serie di pianeti giganti con strutture ad anello molto grandi. Non bisogna trascurare l’ipotesi avanzata da alcuni studiosi che fa riferimento ad una presenza aliena, o meglio di una megastruttura extraterrestre, Jason Wright, astronomo della Penn State, infatti afferma: "Sebbene gli alieni debbano sempre essere l'ultima ipotesi da prendere in considerazione, questa massa in orbita attorno alla stella potrebbe essere frutto di una tecnologia aliena" e aggiungendo che la luce della stella potrebbe derivare da "sciame di megastrutture", pensate per catturare la sua energia. Anche il SETI, una delle maggiori organizzazioni per la ricerca di segnali radio provenienti dallo spazio profondo ha puntato le sue antenne proprio verso questa stella per cercare di captare eventuali segnali extraterrestri. E’ quindi il caso di pensare che non siamo soli nello spazio? Fotometria ed esopianeti dal giardino di casa
Fino a qualche tempo fa la fotometria (branca dell’astronomia che si occupa di misurare la luminosità delle stelle) era possibile utilizzando strumentazioni presenti solo presso grandi osservatori professionali. Al giorno d’oggi, la larga disponibilità sul mercato di sensori CCD e reflex (dslr), uniti alla grande reperibilità di software anche gratuiti per effettuare la fotometria d’apertura, ha permesso anche ad astronomi amatoriali di effettuare misure piuttosto precise delle variazioni di luminosità di supernovae e di stelle variabili. Attraverso associazioni internazionali e siti web dedicati, dotandosi di particolari filtri fotografici (V) reperibili su internet, si possono inoltrare alla comunità scientifica le proprie misurazioni. È quindi possibile anche in campo amatoriale, con molta pazienza, tracciare curve luce di stelle variabilio addirittura rilevare transiti di esopianeti con curva luce di ampiezza particolarmente generosa addirittura dal giradino di casa. Stelle variabili e transiti di esopianeti (insieme a comete ed asteroidi) posso essere obiettivi interessanti anche quando la presenza della luna impedisce di effettuare osservazioni agli oggetti del cielo profondo (DSO).  Filippo Curti

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