da qualche tempo la stevia è diventata uno degli ingredienti più alla moda tra i dolcificanti: naturale, con un potere addolcente pari a 300 volte lo zucchero, con poche calorie e in grado di non alzare la glicemia, un vero e proprio miracolo vero?
Prima di utilizzarla (personalmente non amo i dolcificanti o gli zuccheri che modificano il sapore di quello che cucino, per cui preferisco il normale zucchero bianco che non ha retrogusti, se la ricetta non prevede espressamente miele o zucchero di canna), mi sono informata: ecco una serie di indicazioni ritrovate in siti internet sufficentemente attendibili.
Altroconsumo invita a non esagerare con l’uso della stevia;
Wikipedia ricorda che si tratta comunque di un prodotto che in alcuni paesi al mondo ha avuto controlli relativi alla sua presenta attività genotossica;
GreenMe vi insegna come coltivare e utilizzare in casa la stevia, ricavandone un dolcificante a bassissimo costo;
Soprattutto nel sito di Erbaviola ho finalmente trovato un articolo documentato circa la stevia, che specifica chiaramente come quella in commercio industriale non sia la polvere ricavata dalle foglie tritate, bensì una sintesi industriale di parte della pianta: il suggerimento, a questo punto, è che considerato il costo e la semplicità di coltivazione e realizzazione della polvere, si possa pensare di crearsi in casa il proprio dolcissimo cucchiaino di stevia.
Senza spendere cifre senza senso per qualcosa che in natura esiste, che possiamo coltivare e che ci regala, oltre alla dolcezza, il piacere di una piantina e di un ingrediente fatto con le nostre mani.