società, quella Etrusca, fondata sul latifondismo (simile al nostro Medioevo), in cui i Principi erano padroni assoluti (e sono rimasti anche tutt’ora), e dettavano legge ai sudditi (i servi della gleba). Era una società formata anche da artigiani, i quali, con i millenni, avevano acquisito una esperienza, ad esempio nei metalli, molto avanzata.
Non dimentichiamo le terrecotte, bellissime, i buccheri, la gioielleria, la produzione di armi prima in ferro e poi in acciaio. Gli Etruschi, da quanto ci rivelano le numerose epigrafi, erano forti in terra e nel mare. Possedevano una flotta che intimoriva tutte le popolazioni che si affacciavano sul Mediterraneo. Io non credo, come hanno affermato i Romani, che essi, così potenti, così agiati (anche le città minori battevano moneta), tanto ricchi di materie prime: olio, vino, frumento, legumi… avessero bisogno di depredare le navi in transito. Gli etruschi (villanoviani) tuttavia, conobbero una cocente sconfitta proprio dai loro primi interlocutori commerciali, i Greci. Essi, erano anche più forti dei villanoviani-etruschi e avevano una flotta con innovazioni tecniche da far paura a tutti!
Greci ed Etruschi miravano all’espansionismo del territorio. Questi ultimi avevano già formato colonie al Sud (Cuma), e miravano a espandersi ancora più giù, verso il Sud d’Italia, la Magna Grecia. I greci, a loro volta, sempre per motivi commerciali e di potere, volevano espandersi verso il Nord, compresa la Liguria e Marsiglia, territori di ‘appannaggio’ commerciale etrusco. Proprio sul finire del VI a.C., dopo altre scaramucce, gli etruschi e i greci si trovarono gli uni di fronte al gli altri sui mari di Cuma (che era diventata colonia etrusca). Come sappiamo bene dal proverbio, “fra i due litiganti il terzo gode”, e questo terzo era Roma, che approfittò subito di questa débacle etrusca, per iniziare a colonizzare le città etrusche, proprio da Veio, la più vicina a Roma e dalla quale si sentiva minacciata.Questa è la storia dei “villanoviani-etruschi”, i quali, avendo perduto il predominio nei mari, dovettero accontentarsi di commerciare via terra, costruendo nuove strade e nuove città (sotto la direzione e la supervisione greca). Nacque così una grande strada che da Pisa (non più ligure) arrivava al porto di Spina in soli tre giorni di viaggio. Nacquero due città carovaniere: una presso Prato: Gonfienti e l’altre sulla Porrettana, in Val di Misano, ora detta Marzabotto (oppure Misa, ma questi non sono i nome della città antica). Poi, piano piano, il ceto medio dei villanoviani-etruschi (artigiani, commercianti, ecc.) persero la loro influenza, la loro potenza bellica e anche la loro dignità. I costumi, specialmente quelli delle classi più agiate, divennero ‘molli’, il vizio e la decadenza dei costumi presero il sopravvento, e l’antica grandezza villanoviano-etrusca divenne ‘mollezza’ greco-romana. Coloro, i quali non accettarono questo ‘staus-quo’ furono uccisi, o imprigionati e resi schiavi dai greco-romani.Altri per sopravvivere dovettero arruolarsi nell’esercito romano, che estese il suo Impero anche sugli Etruschi. Questi ultimi conobbero un ulteriore decadimento sotto i romani, i quali occuparono le loro città, le trasformarono a loro piacere, imposero le loro leggi e la loro religione. I Romani fecero piazza pulita di essi e della nascente comunità dei Cristiani: bruciarono tutte le loro cose, compresi libri, leggi e oggetti di culto (damnatio-memoriae). Fortunatamente greci e romani non riuscirono a eliminare del tutto un popolo così civile, laborioso e intelligente. Dalla loro terra, negli ultimi secoli, gli archeologi riportano in vita beni di ogni genere, nascosti nelle loro tombe. Si tratta di oggetti di straordinaria bellezza artistica che hanno riempito i musei d’Italia e di tutto il mondo. Ovviamente, la lingua è un condensato di un ceppo originale di provenienza orientale (Mesopotamia, Asia), contaminato da apporti linguistici provenienti da tutto il mare Mediterraneo, dal Mar Egeo, dalla zona di influenza greca, dall’Africa che si affaccia sul Mediterraneo e dalla zona egiziana. La lingua è di origini semitiche, ossia ‘parente’ della lingua ebraica e aramaica, ma che in sostanza appartiene al ceppo delle nazioni culle di civiltà che si trovavano nella Mesopotamia (letteralmente: in mezzo a due fiumi, il Tigri e l’Eufrate) e nei territori nord-orientali del fiume Indo (Valle dell’Indo). Oggi gli Etruschi siamo noi, quelli che pronunciano la stessa C gutturale (gorgia toscana, proprio come pronunciavano loro), che abbiamo le stesse abitudini (originarie), che abbiamo gli stessi costumi, e dai quali abbiamo ereditato uno stile di vita caratteristico, compresa la loro lingua.
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