“Sassi di smisurata grossezza” e terra, una mezza montagna si staccò dal Pozzuoli e invase il fondovalle. Una furia immane, una valanga ciclopica di massi e polveri coprì “quel pocho piano di prati, che era rimasto dall'inondationi passate del 1640 in particolare”. Ma non si arrestò e “soffocò e sotterrò” quarantadue case. Dentro quelle abitazioni, come in una Pompei alpina, trovarono la morte intere famiglie. Quelli che si poterono estrarre furono più di centocinquanta, raccontano le cronache dell'epoca. E nessuno che respirasse ancora.La frana del monte Pozzuoli cancellò 150 vite antronesi, 42 case e creò quel bacino che oggi è un paradiso per pescatori e gitanti. Se sulle rive del lago d'Antrona raccogliete un anemone, gettatelo nelle sue acque. Qualcuno forse vi guarderà come se aveste un'aria eccentrica, ma voi saprete che è solo per ricordarvi che la montagna toglie e la montagna dona.
Andrea Dallapina.
Fotografie Fabio Casalini.