A metà maggio si è svolto l'annuale Sinodo della CELI, la Chiesa evangelica luterana in Italia, che ha visto una piccola grande decisione, di quelle che non hanno troppa risonanza nei media ma dalle conseguenze epocali: quei gesti che fanno la storia piccola, minima, quotidiana, la storia delle persone e non dei personaggi.
Vengo al dunque: il Sinodo dei luterani ha approvato a stragrande maggioranza l'introduzione della benedizione per coppie non tradizionali, etero ed omosessuali.
"La benedizione delle unioni di vita non tradizionali riguarda le coppie sia etero che omosessuali” ha commentato la presidente del Sinodo Christiane Groeben. “Riteniamo infatti che il compito della chiesa sia quello di accompagnare i cristiani nel loro percorso di vita ascoltando la Parola di Dio e osservando i cambiamenti sociali. E quello che osserviamo è che nel campo delle relazioni umane esiste una molteplicità di comunioni di vita, comprese quelle omosessuali, vissute in maniera responsabile e basate sulla volontarietà, sulla continuità e la fiducia, verso cui la chiesa ha delle responsabilità pastorali che non può eludere”.
Ma non è tutto. All'interno del documento stilato dal Sinodo dei luterani in Italia si legge che “l’omosessualità fa parte delle espressioni della sessualità, quindi rappresenta una condizione naturale”. Per questo “la condanna morale dell’omosessualità non può essere in nessun modo giustificata”.
Cosa aggiungere a queste parole dense di umanità, speranza, fede, coscienza civile? Parole che guarda caso vengono dal basso: da persone e non dai soliti personaggi cui i media ci hanno abituati.
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