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Appena una delle due era incinta, l'altra diventava una furia ed entro pochi giorni doveva esserlo anche lei. I nove figli che erano venuti fuori (4 e 5 rispettivamente) erano bravi ragazzi e con l'aiuto degli amici italiani andavano anche a scuola ed erano bravissimi, intelligenti come il padre, ma anche qui bisognava fare molta attenzione a non fare differenze. Un vero inferno insomma in cui barcamenarsi, ma con estrema circospezione. Per esempio le notti erano un altro bel problema, per fortuna le due donne stavano nelle due camere estreme ed opposte della casa, più erano a distanza e meglio era. Finanziariamente le cose non andavano neanche male, addirittura era riuscito ad avere un piccolo televisore in bianco e nero che troneggiava nello spazio centrale davanti al cui schermo tremolante, i 9 figli si radunavano nella mezz'ora al giorno a cui veniva loro consentito. La corrente andava e veniva e i collegamenti erano piuttosto provvisori come dappertutto qui in Africa. Però quei fili volanti spelacchiati che infilava nella presa provvisoria erano davvero troppo e l'amico italiano gli propose di fargli un buon collegamento fisso e non pericoloso. Assolutamente impossibile. Djallo spiegò il problema con molta comprensione. Ogni sera, infatti, con perfetta meticolosità, il nostro bravo marito, prendeva il televisore sottobraccio e andava nella stanza di una moglie a trascorrere la notte. Quella successiva, toccava all'altra sposa, senza eccezioni o scuse se no guai e quando si beccò il paludismo, non fu facile tenere botta. La vita se pure stressante sembrava trascorrere serena, poi un giorno Djallo si beccò una infezione ai denti. Lo portarono in ambulanza fino a Dakar. Mori in pochi giorni. Adesso le due vedove, vivono ancora assieme sotto il governo della suocera, che forte del potere dell'anziana saggia le tiene a bada. Il televisore, però, non si sposta più dallo spazio centrale.
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