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La storia di Pietro

Creato il 01 agosto 2015 da Gaetano61

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Dal sito de il manifesto, qui:
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Per 62 anni senza carta d’identità. E nes­sun altro pezzo di carta che, buro­cra­ti­ca­mente, ne atte­stasse l’esistenza ana­gra­fica in vita. Pie­tro a Genova ha vis­suto di lavoro nero: niente codice fiscale né conto cor­rente, tele­fono o casa. Sol­tanto in ospe­dale la sua sto­ria affiora, per­ché per le cure serve un docu­mento. «Sten­ta­vamo a cre­dere che di lui non ci fosse trac­cia. Allora ci siamo messi a inda­gare» rac­conta Vilma Via­rengo, respon­sa­bile dell’Anagrafe del comune di Genova.
 
Pie­tro nasce a Reg­gio Emi­lia: La madre lo par­to­ri­sce, il padre non lo rico­no­sce. Il cer­ti­fi­cato di nascita dal 1953 resta in un cas­setto dell’ospedale. Così biso­gna andare a cac­cia di indizi: la madre soste­neva di vivere a Reg­gio Cala­bria, ma nes­sun riscon­tro ana­gra­fico. Pie­tro da bam­bino è pas­sato da un col­le­gio all’altro, sem­pre senza iden­tità buro­cra­tica. In Ligu­ria, arriva quasi mag­gio­renne. E campa senza lasciare trac­cia. Fin­ché l’Anagrafe di Genova non trova il cer­ti­fi­cato di nascita e può con­se­gnar­gli la sua prima carta d’identità: «Gli sono bril­lati gli occhi».
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