La storia e le curiosità della vita da parrucchiere di Ivan Meot, “…Che bel mestiere…”

Creato il 22 giugno 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

“Sono figlio d’arte, così si diceva una volta. Mio padre Guerrino di mestiere faceva il barbiere, mio zio Amadeo e suo figlio pure.” Inizia così “…Che bel mestiere…” il libro scritto da Ivan Meot che parla della sua attività lavorativa, quella appunto del barbiere. Nato dalla passione per il suo lavoro, che lo ha visto andare in pensione da qualche tempo dopo più di cinquant’anni di attività, il manoscritto, dedicato al padre Guerrino, ripercorre tutta la vita dello scrittore, con particolare attenzione alle curiosità insite nel proprio impiego e nell’esperienza avuta prima in Friuli, nel suo paese di origine, e poi nel luinese.

La copertina di “…Che bel mestiere…”, un libro di Ivan Meot

Le prime esperienze di Ivan, la prima paga. “La mia prima paga era di 500 lire alla settimana, una miseria, duemila lire al mese. Sapevo fare poco, ma da mio padre avevo imparato qualcosa, perché durante le vacanze estive e al sabato pomeriggio durante l’anno scolastico ero sempre lì in negozio.” Nel 1962, Ivan aveva solo 13 anni quando ha iniziato a collaborare con il padre nel suo negozio di Precenicco, in provincia di Udine. Già a partire dai 10 anni, però, il giovane friulano lo aiutava nel lavoro facendo le saponate lasciando, appunto, al padre l’incombenza di radere la barba ai clienti. Sono tanti i ricordi adolescenziali che il parrucchiere, ormai in pensione, riporta nel libro: dalle dinamiche paesane di Precenicco, alle folte chiome degli anni Sessanta, fino ad arrivare ai primi rapporti con i clienti. “Il vigile… Era un ver personaggio: diceva di somigliare a Clarke Gable e portava i baffi alla stessa maniera del divo americano… … quando lo vedevamo arrivare sulla sua lucente bicicletta, noi ragazzi gli giravamo alla larga.”

L’incontro con Adriana e il futuro tra Luino e Maccagno. Ma è un incontro a Lignano Sabbiadoro a stravolgere la vita di Ivan, l’incontro con Adriana, una ragazza di Maccagno. “Era una sera d’estate. Una serata magica, il 10 agosto 1970, la sera delle stelle cadenti.” La ragazza era lì in vacanza e Ivan, grazie ad un temporale estivo, riesce a conoscerla, a rivederla nei giorni successivi e a rimanere in contatto. Un anno dopo il giovane friulano la raggiunge a Maccagno, trovando lavoro a Lugano. Era innamorato perdutamente. Da quel momento in poi, Ivan rimarrà per sempre legato, prima a Maccagno e poi a Luino. Così inizia l’avventura del parrucchiere iniziando a lavorare dal famoso barbiere Diego Luini a Maccagno, per poi rilevare la sua attività negli anni Ottanta, insieme a Mario Manzato. Gli insegnamenti, nel corso della sua attività professionale, sono stati sempre all’ordine del giorno con una ricerca spasmodica alla creatività e alla laboriosità che qualsiasi “professionista” impiega nel suo lavoro, specie se coincide con la propria passione.

Il primo negozio a Luino, in via Monte Grappa. “Quarant’anni fa il cuore pulsante del commercio a Luino era il suo centro storico: solo nella via Monte Grappa erano attivi otto negozi, oggi neanche uno. Nella piazza Papa Giovanni ed in via Felice Cavallotti, non c’era un negozio vuoto; tutto era lì in quella zona, negozi storici di tutti i generi, dal “muleta” alla drogheria, ai panifici…”. Nel 1974, poi, Ivan cambia location trasferendosi in piazza Papa Giovanni, rimanendo lì fino al 1997. Sono stati tanti i collaboratori di Ivan nel corso della sua attività lavorativa: prima, negli anni Settanta, Salvatore Auletta, poi dal 1980 Giuseppe Tremonte, Manzato Mario e Barduco Milena. Ma è nel 1989 che nel negozio si presenta un ragazzino di 14 anni, Federico Bonnaccurso che accompagnerà Ivan negli ultimi anni della sua carriera. Nel 2009, infatti, dopo l’ultimo trasloco del 1997, che ha portato il negozio in via Confalonieri, Federico ha rilevato l’attività di Ivan. Il negozio è tutt’ora aperto.

“… Che bel mestiere…” racconta, infine, tante piccole curiosità interessanti legate alla professione del barbiere nel corso della storia: le attrezzature usate e cambiate con il passare degli anni, i “trucchi” del mestiere con l’insaponata fatta bene per esempio, le tante e disparate capigliature cambiate, a partire dagli anni Sessanta, definiti come “gli anni della svolta, gli anni dei Beatles”. Ma come non spiegare le chiacchiere con i clienti, la fiducia non tradita da parte sua e tutti gli ultimi pettegolezzi che vengono riportati dalle persone quando vanno a tagliare i capelli? Si parla anche, in modo molto interessante, delle origini del mestiere di barbiere: dai greci, ai romani, fino a spiegare tutte le abitudini che avevano nell’antico Egitto donne e uomini per curare la loro bellezza. All’interno dello scritto sono presenti anche moltissime foto storiche della collezione dello scrittore.

“…Che bel mestiere…”, edito dalla “Nastro & Nastro” di Luino ed in vendita alla libreria “Cerutti & Pozzi”, sembra proprio un libro ed una storia d’altri tempi. La storia di un uomo che, partendo dal basso e con estrema umiltà, riesce nel suo intento di fare della propria passione il lavoro di una vita. Chi non sognerebbe di raccontare una storia così?


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