C’era una volta uno splendido villaggio abitato da tante consonanti e da tante vocali.
Quando le consonanti si accoppiavano alle vocali sapevano creare insieme delle meravigliose armonie. Ognuna di loro aveva un bel suono, ma quando stavano insieme la bellezza di quei suoni come per magia si moltiplicava. Certo, tra le vocali qualcuna era un po’ chiusa, o più ritrosetta, dava poca confidenza quando s’accompagnava alle consonanti, però ce n’erano altre più aperte ed espansive, alle quali piaceva prolungare i loro suoni. Altre volte, stranamente, qualche vocale aveva un atteggiamento grave, se ne andava in giro tutto pensierosa come se guardasse in alto verso il cielo e non si curasse di quel che le accadeva intorno. Altre vocali, invece, a scuola si mostravano davvero brillanti e acute. Ma tra tutte queste consonanti e vocali ve n’era una in particolare un po’ sfortunata.
Tutti la chiamavano l’Acca Mutolina, perché sin dalla nascita non aveva mai imparato a pronunciare un suono.
Ebbene, la piccola Acca Mutolina a tutti le consonanti e a tutte le vocali era un po’ antipatichina. Quando le capitava di uscire con la “O” o con la “A” se ne stava sempre in silenzio, e questo modo di fare confondeva le idee a ogni piccino: ci va la Mutolina o non ci va? Si chiedevano dilemmaticamente ogni volta che vedevano in mezzo al rigo una A o una O passeggiare in solitudine. Lei, la piccina, non sapeva che dire.
Allora i piccini dovevano andare dal signor Grammatico per capire che il signor “Anno”, padre dei dodici mesi, non sopportava la compagnia della poverina. Non voglio, gridava con la sua voce cavernosa, che mi si confonda ogni volta con quell’essere del compare “Avere”! Io ho una mia dignità, non faccio l’ausiliario, il domestico di tutta quella genìa di verbi!
E poi, la poverina, era soprattutto antipatica per la sua forma. Sembrava un scaletta, “H”, ma aveva solo un piolo: che mai utilità poteva avere una scaletta cosiffatta? Avessi avuto almeno due pioli poteva servire almeno a salire in cima. E, poi, era anche, diciamocelo, un po’ grassottella, con quella pancina birichina faceva sempre ridere le sue sorelline. Non era affatto graziosa la piccola Mutolina!
Toglietela di torno, gridavano tutte le altre vocali e consonanti, tanto non cambia nulla se uno scrive “hanno preso un granchio” o se scrive “anno preso un granchio!”, sempre lo stesso granchio ha preso! Questa Acca Mutolina serve solo a complicare la vita dei bambini! Eliminiamola! Eliminiamola! Gridavano in coro tutte le vocali e consonanti!
La piccina se ne andava tutta sola e sconsolata, quando incontrò per caso il signor Sorriso, il quale le chiese perché fosse così triste.
Dopo aver ascoltato la sua storia, il signor Sorriso le domandò: ma se tu sparisci come faccio ad esprimere la mia risata? Così: “aaaaaaaaaa…”? ma questa non somiglia affatto a una risata, ma più a un grido di dolore: mettiti in mezzo, piccina, e ascolta come cambia tutto il senso: “ahahahhahahhah!!!!” Visto come sei importante? Va’ dalle tue sorelline, e chiedi loro se sono in grado di esprimere le risa senza la tua presenza! Perciò, piccolina, quando tutti ti dicono che sei bruttina e inutile, tu prendi una bella rincorsa e scivola veloce verso una grande, grande e immensa risata: ahahahahahhh…….