La strada

21 marzo 2016 di Redazione

di Lorenzo De Donno

Santa Cesarea Terme, Veduta da Torre Minervino (Ph. Giusy De Santis – 2016)

(Perché ognuno ha la sua strada dell’anima …)

Vista su una mappa sembra una strada qualsiasi, una strada normale, con qualche curva ed un paio di “gomiti” più stretti, ma nulla può essere così fuorviante che giudicare un itinerario dalla sua raffigurazione orizzontale.

Un navigatore, di norma, ti fa vedere che sei vicino ad un mare ma non che stai percorrendo il margine di una falesia e l’azzurro del mare stesso appare, sullo schermo, piatto e senza sfumature. E se la strada si apre un varco in una foresta fiorita di asphodelus, neanche questo il tuo strumento te lo dice, come non annuncia il volo di un rapace che ti sfiora nella sua picchiata verso una piccola preda.

Solo il tuo occhio allenato sa andare oltre le torri ed il faro e distinguere, nella foschia e la rarefazione dell’orizzonte, un’isola e le vette di montagne lontane, brune d’estate e bianche di neve d’inverno.

Mentre l’asfalto si assottiglia e si piega come il nastro in una coccarda, e la bellezza t’inganna come il canto della sirena del “malepasso”, un mazzo di fiori freschi, legati al guardavia da mani materne, ti ricorda che un altro sognatore, più sfortunato di te, ha ceduto alle lusinghe di quella strada e le ha dedicato, anzitempo, il suo ultimo respiro.

E quando pensi d’aver ormai girato il mondo, visto altri paesi ed altri luoghi incantati, quando hai trattenuto il fiato sulla cima di una montagna aliena o sull’orlo del salto di una cascata, ritorni a casa, sali in macchina e, dopo quella prima curva, ti meravigli ancora di quello che vedi, provando la stessa emozione di quando, ancora ragazzino, hai abbandonato i rettilinei e ti sei sentito, finalmente, abbastanza bravo nella guida da poterla affrontare da solo.