Tra i tanti viaggi che ho fatto ci sono dei volti che mi sono rimasti impressi.Tra i molti ricordo quella di una bambina.
Non eravamo neanche così lontani da casa, come capitato altre volte. Rientravamo su un fuoristrada da un’escursione nelle oasi di montagna della Tunisia, le ultime luci del giorno ci accompagnavano lungo una strada che sembrava un’unica striscia di asfalto in mezzo al niente. Ad un certo punto la guida che era al volante mise la freccia e accostò. Ci chiese un po’ di pazienza. Io gli ero seduto accanto e mi fece cenno di aprire la portiera.Dopo pochi secondi apparve una bambina piccola con uno zaino sulle spalle. Si tolse lo zaino e si sedette nel mio sedile. Ci stringemmo e ripartimmo.Percorse diverse centinaia di metri l’uomo rimise la freccia e accostò. Ancora apparentemente in mezzo al nulla. La bambina ringraziò e scese. Prima di ripartire riuscii a vedere una piccola luce in lontananza, sicuramente la sua casa.Solo allora, penso per non imbarazzarla, la nostra guida ci spiegò che quella bambina camminava tanto a piedi per andare e tornare da scuola e quando gli capitava di incontrarla per quella strada che percorreva frequentemente per lavoro le dava volentieri un passaggio.
Le cronache di questi giorni su ragazzine disposte a tutto per avere una ricarica di un telefonino, il cellulare di ultima generazione o una borsa firmata mi riportano inesorabilmente su quella strada.
Mi sono ripromesso di dare anche io i miei "passaggi".