Magazine Atletica

La strada è quella giusta, ma è allagata (mezza di Monza 2011).

Creato il 20 settembre 2011 da Fathersnake

Mai presa tanta acqua, durante una competizione, come domenica, a Monza durante l’omonima mezza.
Una doccia quasi continua, con contorno sporadico di tuoni e lampi specie all'inizio, quando mi chiedevo come sarebbe stato, e cosa avrebbero scritto i giornali l’indomani, se una saetta mi avesse incenerito scegliendomi tra altri 2586 podisti.
Altri 359 avevano invece deciso di non partecipare all’avventura, viste le condizioni meteo non incoraggianti.
Ero a Monza dalla notte precedente. Per evitare levatacce fastidiose, infatti, terminato il turno di lavoro alle ventidue, invece di imboccare la strada di casa avevo diretto la prua della mia Ford Fiesta verso la Lombardia, ove l'atrio dell'hotel prescelto mi vedeva soltanto all'una di notte passata, dopo un diverbio, ai limiti della scazzottatura, con il navigatore satellitare. L'indomani, racimolato quello che potevo a colazione, dopo che una torma di giapponesi svegliatisi di buon mattino pure loro aveva spazzolato quasi tutto, chiedevo lumi sul percorso fino all'autodromo all'addetto alla reception: il mio discorso era captato da due tizi che stavano lasciando l'hotel nello stesso momento e uno di essi si offriva di accompagnarmi poiché andavano nello stesso posto, come standisti della Hunday. Pur non capendo cosa centrasse la Hyundai con una mezza maratona accettavo di buon grado e seguivo il furgoncino bianco come uno spillo una calamita. Purtroppo i tanto sbandierati "semafori intelligenti" della vigilia comandati dai vigili urbani non avevano impedito una lunga coda assurda sul vialone di Vedano che ci faceva perdere più di venti minuti per fare tre km. Dentro il parco, gli infangati parcheggi erano già ai limiti della capienza, ma riuscivo a piazzare l'auto in un punto strategico non troppo lontano dalla zona della tribuna centrale, centro delle operazioni. Nel frattempo continuava a piovere. Ritirato il numero, mi dedicavo a un po’ di stretching, pur nella difficoltà derivante dall'eseguirlo con l'ombrello in mano. Di lì a poco eravamo tutti schierati sulla linea di partenza della’autodromo. Dall'altoparlante si giustificava un ritardo nella partenza. Capto brandelli di frasi: "protezione civile... vostra incolumità... acqua... pazienza... qualche minuto". E immagino che un tratto di percorso debba essere sistemato prima del nostro passaggio. Trascorreranno dieci minuti, prima che il semaforo della formula uno ci dia il via, quando ci ritroviamo a correre sotto la pioggia insistente di una grigia mattina.
Prima della partenza ho deciso di non considerare il garmin, che rimarrà al polso quasi ignorato. La mia decisione preventiva era di controllare il tempo impiegato per giungere ai dieci km, evitando così di farmi condizionare psicologicamente e dare il via al solito balletto di occhiate sul polso sinistro. Usciti dal veloce tratto all'interno del circuito, dopo circa 5 km, il percorso ci porta a sfociare nei viali asfaltati del parco adiacente.
"A sinistra, state a sinistra" ci raccomanda qualcuno. Sto a sinistra, ed evito così per poco una grossa pozzanghera.
Tutto quiCi hanno fatto partire dopo dieci minuti per questo?
Le pozzanghere si potevano evitare, ma non i sottopassi, completamente invasi dall'acqua.
Era come guadare un fiume, con l'acqua alle caviglie e i piedi che ne ricavavano uno SWOOSH.
Ammetto che non fosse neppure così traumatico avere i piedi in acqua, per la sensazione di freschezza che ne derivava.
Più fastidioso invece risalire dai sottopassi (ne seguiranno altri), sopratutto con l'aumentare dei km che mi lasciavo alle spalle. Al decimo km dò finalmente uno sguardo al tempo impiegato per giungere fin lì.
48:00
Non male, mi pare. Ai limiti del pb personale, se avessi continuato con questo ritmo.
Non c'è più brillantezza nella mia azione di corsa, però, ed allora spero in un "risveglio" muscolare dopo il 14esimo km, come successo in gara una settimana prima. Passiamo accanto al Lambro, e la sua impetuosa corrente incute timore. Nei pressi di qualche crocicchio incontriamo sparuti gruppo di spettatori e ne ricaviamo qualche applauso, parola d’incitamento, e un po’ di compatimento.
Al 14esimo km, anziché risvegliarmi, sento che i muscoli delle gambe si sono induriti, tanto che al ristoro successivo decido di camminare un po’ e la ripresa di corsa mi regala un po’ più di slancio aggiuntivo.
Il percorso non è completamente pianeggiante, con qualche leggero strappetto spacca gambe. Appena il percorso punta verso l'altro, pur se di poco, fatico; segno questo che di benzina non ne ho più molta, in barba al risveglio.
Davanti a me scorgo altre due maglie Happy Runner e mi concentro per raggiungerle, come obiettivi secondari. Riesco nell'impresa di raggiungere una di queste:
" Ciao, io sono Andrea, e tu?"
"Gianfranco"
E riusciamo ad ottenere una o due foto insieme.
Nelle battute finali i muscoli tornano a indurirsi e questa volta c'è ben poco da fare. L'autodromo ci dà il benvenuto per la seconda volta, con un frastuono di rumori, frenate e derapate. Passiamo accanto ad una manifestazione motoristica che sembra un corso di guida alla Fast and Furious (da qui si spiega lo stand della Hyundai.)
Nel frattempo si scatena un altro acquazzone.
Il gonfiabile di arrivo che noto a 500 metri, sembra volersi allontanare anziché avvicinare. Il Garmin mi riporta 21.900??
Saprò che il percorso mezza era stato variato e allungato (da qui si spiega invece il ritardo iniziale).
Pacco gara povero (un asciugamano) e torno a correre, questa volta verso l’auto, per evitare di rimanere preda di un ingorgo post gara.
Real time 1:45:35 su 22,27 km. Meglio di Biella, meglio di Trecate. Non meglio di Brescia, ma la strada è quella giusta per tornare a tempi più rispettabili, ed io al freddo corro meglio.
Dovrei prestare più attenzione però alla seconda parte di ogni gara, perché in quest’ultima, ad esempio, ho perso almeno un centinaio di posizioni.
Un saluto a tutti!
La strada è quella giusta, ma è allagata (mezza di Monza 2011).
La strada è quella giusta, ma è allagata (mezza di Monza 2011).
La strada è quella giusta, ma è allagata (mezza di Monza 2011).  Foto da: www.fotopodisti.net

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :