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La strada fino a qui di....Erika Vanzin

Creato il 21 marzo 2012 da Alessandrapaoloni @Leilamira
La strada fino a qui di....Erika Vanzin
Benvenuta Erika nel blog che non a caso si chiama “la mia strada fino a qui”. Quando è iniziato il tuo “percorso letterario”, ovvero quando ti sei accorta che la scrittura era così importante per te da sentire il bisogno di scrivere un libro e tentare una pubblicazione?
Grazie per la calorosa accoglienza, mi sento importante.
La scrittura è sempre stata per me una valvola di sfogo, un modo per comunicare i miei sentimenti. Ho sempre tenuto diari, scritto lettere, ma solo da pochi anni ho iniziato a scrivere racconti. Prima con le Fanfiction, poi veri e propri racconti e sai una cosa? Non li ha letti praticamente nessuno! All'inizio non pensavo che quello che scrivevo potesse piacere alle persone, poi, per caso, mio marito ha iniziato a leggere qualcosa ed è rimasto letteralmente a bocca aperta. Pensavo fosse solo il giudizio di parte di una persona che mi vuole bene, invece, pubblicando su internet le mie opere mi sono resa conto che piace il mio modo di scrivere.
Il libro è nato poi “per caso”, nel senso che all'inizio era un racconto, poi, piano piano, le pagine da una sono diventate dieci, poi cento e alla fine mi sono ritrovata un manoscritto da 405.000 battute. La decisione di pubblicarlo l'ho presa solo perché mio marito l'ha letto e l'ha trovato un bel libro.
Hai sottoposto la tua prima opera a un'agenzia letteraria: vuoi raccontarci questa tua esperienza e quale genere di valutazione ti è stata fornita?
Il motivo per cui ho sottoposto la mia opera ad un'agenzia letteraria è che pensavo che il mio libro facesse schifo. Avevo bisogno di una valutazione tecnica da parte di professionisti che non fossero coinvolti emotivamente nel lavoro che avevo fatto. Da lì è emerso che l'agenzia lo reputava un buon manoscritto dicendomi chiaramente che “merita un posto nel mercato editoriale ed ha la possibilità di conquistare una buona fetta di mercato”. Al momento non ho ancora cominciato l'opera di editing che partirà a maggio, per cui non so ancora per certo che è una buona agenzia, ma i commenti di chi si è affidato a loro, comunque, sono positivi.
Che genere di romanzo si ritroveranno davanti i lettori quando avranno occasione di leggerlo?
E' un romanzo in bilico tra la realtà e la fantasia. Non lo posso chiamare Fantasy perché sarebbe un po' forzato farlo rientrare in questo genere. Diciamo che fatti reali, che veramente potrebbero accadere ad una persona, si mescolano a spiegazioni del tutto irrazionali che vanno a trovare una logica solo nel soprannaturale. E' un romanzo di intrattenimento, senza nessuna pretesa di voler insegnare qualcosa.
C'è un particolare messaggio che hai voluto dare ai lettori con la tua opera?
Più che un messaggio volevo trasmettere una mia visione di quello che spesso incontriamo nella vita. Tante volte ci troviamo di fronte a fatti che razionalmente non possiamo spiegare e facciamo i salti mortali per dare una motivazione più o meno scientifica dell'accaduto. E se non ci fosse una spiegazione razionale? Se la visione del mondo che noi abbiamo fosse semplicemente limitata? Mi piaceva l'idea di dare uno sguardo oltre i canoni convenzionali a cui siamo abituati.
Se non sbaglio nel tuo libro affronti anche il tema del soprannaturale. Come mai questa scelta?
Come ti dicevo, è un mio modo di dare una logica a fatti inspiegabili. Non che abbia sviluppato nuove teorie sul soprannaturale, volevo solamente mettermi nella posizione di dire “E se non ci fosse una spiegazione razionale?”
Vorresti citare un passo o anche una breve frase tratta dal libro e spiegare la ragione della tua scelta?
Non c'è un passo in particolare che spieghi questo. Tutto il libro è incentrato sulla ricerca di una motivazione che si scoprirà non essere dimostrabile, a meno che non si ragioni fuori dagli schemi.
Quanto di Erika Vanzin c'è nel tuo romanzo?
Tanto, tantissimo, forse troppo. Ogni emozione provata dai personaggi è scaturita da ciò che provavo io scrivendo il romanzo. Ho pianto, gioito, amato assieme ad ogni singolo personaggio. A volte è stata dura uscire dal manoscritto e vivere la mia vita reale. Spesso, durane i fine settimana di pausa dalla scrittura, mi sono ritrovata a chiedermi “Chissà come se la passa Eva? E' da un po' che non la sento.” per poi rendermi conto che Eva era solo nella mia testa.
Prima di consegnare il manoscritto all'agenzia letteraria per una valutazione, hai fatto leggere la tua opera a qualcun altro (amici o parenti) per avere magari qualche consiglio?
Ho fatto leggere il manoscritto a mio marito, ma non potevo avere da lui una risposta obiettiva, così mi sono fatta fare la scheda tecnica dall'agenzia.
Hai già qualche idea su quale casa editrice mandare il manoscritto?
Io l'ho già mandato a cinque case editrici (quelle che richiedevano il manoscritto tramite internet) ma non ho ricevuto risposta a parte una che mi chiedeva 2450€ per pubblicarlo. A questo punto, avendo affidato il manoscritto all'agenzia, sarà lei a farmi il lavoro di rappresentanza presso le case editrici, non credo che manderò altri manoscritti personalmente.
Di agenzie letterarie se ne parla molto. Secondo l'esperienza che hai avuto, consiglieresti a un esordiente di rivolgersi a un'agenzia letteraria?
Io l'ho fatto perché non sapevo più come barcamenarmi tra le varie case editrici. Giravo a vuoto e faticavo a capire come propormi per venire presa in considerazione. E' una strada come un'altra. Questa costa, sai che l'agenzia si prenderà il 10% delle tue entrate se pubblichi. Diciamo che, non essendo brava a propormi, l'agenzia mi aiuta molto ad arrivare alle case editrici. Ora comunque è ancora presto per dire se rifarei o meno la mia scelta. Non avendo ancora pubblicato nulla non posso dire se l'agenzia si sia impegnata nel propormi o meno. Sicuramente ti terrò informata sotto questo aspetto in modo da poter eventualmente consigliare giovani esordienti che vogliano intraprendere questa strada. Al momento mi sembra la scelta migliore per riuscire a concretizzare il lavoro che ho fatto fino ad ora.
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Erika Vanzin

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