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La strada fino a qui di....Paola De Pizzol alias MP Black

Creato il 04 aprile 2012 da Alessandrapaoloni @Leilamira
La strada fino a qui di....Paola De Pizzol alias MP Black
Benvenuta Paola nel blog che non a caso si chiama “la mia strada fino a qui”. Vuoi raccontare ai lettori quali sono state le tappe del tuo “percorso letterario”? (quando hai iniziato a scrivere, a pubblicare ecc...)
Ciao e grazie per avermi ospitata. Il mio percorso parte dall’infanzia, dato che alcuni, brevi racconti ho iniziato a scriverli fin dalle scuole elementari. Il primo libro è nato nell’adolescenza, ma era ancora acerbo, una schifezza insomma, pertanto lo tengo ben nascosto nel cassetto! Gli impegni della vita mi hanno allontanata per alcuni anni dalla scrittura, ma finalmente, nel 2007, in un periodo in cui sentivo la necessità di esprimermi e di “regalare” le mie emozioni ad altri, e a seguito anche di un sogno, ho elaborato la trama di quella che poi è diventata la trilogia di Lisa Verdi, pubblicata con la casa editrice 0111 edizioni di Milano. I romanzi sono stati accolti con entusiasmo dal pubblico e hanno riscosso un buon successo, soprattutto in internet. In seguito, nel 2011, ho pubblicato con la casa editrice Domino di Piacenza “I Guardiani delle anime – la maledizione della Regina”, urban fantasy che ha suscitato fin da subito la curiosità dei lettori e che mi ha consentito di farmi conoscere da un pubblico più ampio. Posso dire che sono arrivata alla pubblicazione anche con una buona dose di fortuna. Probabilmente, mi sono trovata nel posto giusto, al momento giusto.
Hai all'attivo ormai più di tre pubblicazioni. Come ci si sente a essere una scrittrice che pubblica con periodicità e che è seguita con costanza dai lettori?
Io mi sento sempre su di giri. So che molti lettori mi seguono costantemente nelle mie elucubrazioni giornaliere, sia nel blog, che nel forum, che in facebook. Sono sempre molto attenti a ciò che scrivo, dico e faccio e questo mi fa sentire, logicamente, anche molto responsabile. Non voglio mai urtare la sensibilità dei miei lettori, cerco di essere moderata e di accettare ogni critica, sia positiva che negativa. Pubblicare con periodicità non è facile, perché nel mio caso, dato che lavoro e che ho famiglia, devo impiegare una buona dose di energie per il tempo che dedico alla scrittura. Ma le soddisfazioni che ne derivano poi sono così grandi che la stanchezza passa in fretta.
Lisa Verdi. Non tutti tra i lettori del blog avranno sentito questo nome. Vuoi parlarci di questa tua trilogia fantasy?
Lisa Verdi è una trilogia nata nel 2007 in seguito a un sogno. I libri sono “Lisa Verdi e il ciondolo elfico” (2008), “Lisa Verdi e l’antico codice” (2009) e “Lisa Verdi e il Sole di Aresil” (2009), editi dalla casa editrice 0111 edizioni di Milano. Narrano la storia di Lisa, una sedicenne che vedrà la sua vita stravolta nel momento in cui apprenderà di essere la figlia della Signora degli Elfi e di doversi recare in una dimensione parallela, dove vivono per l’appunto gli Elfi, per combattere in primis il Nero Signore e quindi la Madre, l’origine di ogni male. Lungo il suo cammino sarà aiutata dagli amici Matilde e Gianni e si innamorerà del suo Guardiano Bartolomeo, un elfo carino, dolce e impacciato, che ne combinerà sempre di tutti i colori. La particolarità di questa trilogia sta nel fatto che, innanzitutto, parte da una cittadina del nord Italia e che i nomi, tutti, anche quelli degli Elfi, sono italiani. Inoltre, gli Elfi, essendo nati dall’unione di alieni e di umani, utilizzano non solo le classiche armi bianche, bensì anche le armi laser. E’ una trilogia particolare, che ha suscitato molto interesse e che tuttora è letta. Posso dire con tutta sincerità che Lisa ha cambiato la mia vita, in meglio, naturalmente. E qui devo ringraziare anche Stefania Lovati, la titolare della 0111 edizioni, che ha sempre creduto in me.
L'ultimo tuo libro uscito è “I Guardiani delle anime”. La trovi diversa dalle altre opere da te precedentemente pubblicate? In sostanza: il tuo modo di scrivere è cambiato nel corso del tempo?
I Guardiani delle anime hanno rappresentato una svolta. Lo stile è cambiato, cresciuto e maturato. La lettura di svariati generi (alla quale mi dedico giornalmente), mi ha aiutata a “creare” uno stile tutto mio, ma anche i consigli dei lettori mi hanno aiutata a perfezionare alcuni particolari e a limare alcuni difetti. Credo che lo stile, comunque, sia destinato a cambiare sempre negli anni, sia per le “contaminazioni” derivate da una serie diversa di letture, sia per una crescita personale ed emotiva, che porta ad esprimersi in modi differenti. I Guardiani sono un libro vivace, colmo di emozioni, di passione e di avventura. Vi sono colpi di scena, soprattutto quello finale, magia, amore. Un cocktail interessante, a mio avviso, unito anche a cenni storici e a viaggi nel tempo. Non è un libro che annoia, assolutamente, ed è un volume unico, quindi autoconclusivo.
Se dovessi citare un passo o una frase significativa di uno dei tuoi libri quali sceglieresti?
Vorrei scegliere un passo dei “Guardiani delle anime”, quello che viene letto durante le presentazioni e che si è rivelato il più difficile da scrivere, dato che è molto intenso e importantissimo ai fini della trama. Siamo a Salem, durante la persecuzione alle streghe, e le sorelle gemelle Annette e Rose, vere fattucchiere, decidono di sacrificare le proprio vite per salvare quelle di altri. Ecco il passo:
Rose sollevò appena lo sguardo. Era legata alla corda di un palo e i suoi piedi poggiavano sopra una catasta di legno, pronta ad essere arsa. Alcuni uomini, ai lati, reggevano in mano le torce con le quali avrebbero dato inizio alla sua condanna a morte. La pioggia era terminata da giorni e ora un tiepido sole, alto al mezzogiorno, le scaldava il viso imperlato del sudore della paura. Buffo, pensò, morire in una giornata tanto luminosa, abbracciata da un cielo così chiaro e limpido, come poche volte lo aveva visto nel corso degli ultimi mesi.
Sospirò, rassegnata, e spostò lo sguardo su Padre Osbourne che, pallido e tremante, non riusciva a staccare gli occhi da lei o, per meglio dire, dal suo corpo. Rose, d’istinto, abbozzò un sorriso e il suo atteggiamento, involontariamente spavaldo, venne mal interpretato.
“Uccidiamo la Strega, al rogo, al rogo!”
Padre Osbourne sembrò scuotersi all’improvviso. Alzò il braccio destro e gli uomini si avvicinarono alla legna, poggiandovi le torce. Un boato si levò dalla folla, mentre il fuoco crepitava fiero e orgoglioso tra i primi rametti posti alla base della catasta.
Rose sussultò e, in quel momento, cominciò ad avere davvero paura. Si divincolò furiosa tra le funi che la stringevano, ma neppure per un istante pensò di utilizzare i suoi poteri. Abigaille e le sue amiche ora erano salve e il suo sacrificio avrebbe impedito l’assassinio di tante anime innocenti. Il fumo le penetrò nelle narici e le bruciò gli occhi. Rose tossì più volte, mentre il caldo opprimente del fuoco cominciava a toglierle il respiro. Sentì il viso bagnato. Le lacrime stavano scendendo copiose e lei non aveva alcuna intenzione di arrestarle. Erano comunque un beneficio, in quella pozza di calore ormai insopportabile. Le prime fiamme presero a lambirle i piedi nudi, e lei urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Non credeva che al mondo potesse esistere un calore così potente e devastante. No, non usare i tuoi poteri, urlò nella sua mente, lasciati andare, tutto durerà pochi minuti, solo pochi, dannati istanti! Sperò di perdere i sensi in fretta, ma ciò non accadde. Una fiammata si alzò rapida, avvolgendole le gambe, e Rose urlò ancora più forte, quasi affascinata dal potere del fuoco. E poi l’udì, quella voce rauca, che, annientata dall’emozione, gridava nella sua mente. Annette era tra i presenti, immobilizzata da due uomini che l’avevano afferrata saldamente per le braccia.
“Vattene, salvati, tu non servi!” la pregò Rose col pensiero, mentre sentiva le forze venirle rapidamente meno.
Non poteva più sopportare il dolore e il caldo emanato dalle fiamme, che le toglieva il respiro. Quando il suo corpo fu avvolto da una fiammata fiera e possente, aveva già perso i sensi da qualche secondo. Annette urlò, disperata, ma presto si ritrovò tra il fuoco, scaraventata con odio e disprezzo dai due uomini. Padre Osbourne si fece il Segno della Croce e, si racconta, non si spostò dal luogo dell’esecuzione finché anche l’ultimo granello di cenere del corpo di Rose non cadde sul cadavere, ormai reso polvere, della sorella.

In tutta sincerità di quale dei tuoi libri vai fiera, e quale invece a distanza di tempo rivedresti?
Vado fiera di “Lisa Verdi e il Sole di Aresil” e dei “Guardiani delle Anime”. Il primo è stata una bella sfida. Doveva essere il volume che concludeva tutta la storia di Lisa e il cerchio andava chiuso senza errori o sbavature. Non è stato facile, dato che avevo aperto molte faccende e situazioni difficili da gestire. I Guardiani hanno rappresentato la svolta di stile, di storia, di narrazione. La trama non è stata assolutamente semplice da elaborare. Anche in questo caso vi erano parecchie situazioni da gestire, molti cenni storici che hanno richiesto ricerche e approfondimenti. E qui devo ringraziare la mia editor Solange Mela, che si è rivelata un prezioso aiuto per confezionare, infine, un libro adatto a tutte le età. A distanza di tempo vorrei rivedere “Lisa Verdi e il ciondolo elfico”. Essendo il primo libro, rileggendolo, ora cambierei alcune frasi e situazioni. Comunque, credo che col passare degli anni ogni autore vorrebbe rivedere un proprio libro, proprio perché si cresce e si matura.
Una delle critiche più costruttive che ti hanno fatto fino ad ora e una negativa (sempre se c'è ovviamente).
La critica positiva (più interessante), è arrivata da una lettrice di aNobii, quando nella sua recensione ha scritto che io regalo emozioni, che so sviscerare il carattere dei personaggi e che riesco, quindi, a condurre il lettore all’interno della trama senza nessuna difficoltà. Direi che è il massimo, per un autore, un grande obiettivo raggiunto. La critica negativa che tuttora mi rode e mi fa pensare che il lettore forse aveva letto un altro libro, mi è arrivato da un autore che ha criticato il primo libro di Lisa Verdi, dicendo che era sgrammaticato. Ora, sgrammaticato significa che l’autore fa dei veri e propri errori di grammatica, e nel mio caso non è così. Un conto è parlare di refusi (esempio, una lettera al posto di un’altra che sta ad indicare un errore di battitura e che si trovano anche nei libri delle grandi case editrici), un conto è dire che io, ad esempio, non metto l’acca quando serve. Sfido ogni lettore a trovare errori grammaticali nei miei libri. Questa è una critica che non sono riuscita ad accettare, perché era rivolta più contro me stessa, a livello personale, che contro il romanzo.
Di tutte le presentazioni che hai fatto fino ad ora quale ti è rimasta più scolpita nella memoria?
Sicuramente quella in una scuola media della mia zona, dove le seconde avevano adottato “Lisa Verdi e il ciondolo elfico”, e mi hanno posto un centinaio (e non scherzo) di domande, mettendomi a volte in difficoltà. Alla fine si sono riuniti tutti attorno a me, chiedendomi autografi e dediche, e facendomi sentire importante. I ragazzini sono veri, autentici, credono davvero in quello che dicono e che fanno e ancora ora, quando giro nelle mie zone, mi sorridono, mi riconoscono o, situazione ancora più buffa, mi chiedono l’autografo se mi trovano in pizzeria. Li adoro e non scorderò mai quella presentazione, per tutto il resto della mia vita.
In quali altri generi a parte il fantasy vorresti cimentarti in futuro?
Ho appena terminato di scrivere un paranormal horror, dal titolo “La Rosa e il pugnale”. Quindi, in questo caso, mi sono cimentata anche con il genere horror, dato che ci sono i fantasmi, e la faccenda mi ha divertita un sacco. Inoltre, con “La Corte shorts” ho pubblicato il racconto “Lo spettro della candela”, e anche in questo caso mi sono divertita a stendere la trama. In sostanza, il genere horror mi calza a pennello. Da tempo, però, ho in mente di scrivere un libro romance ambientato ai nostri tempi, tra New York e l’Alaska. Spero di riuscire a scriverlo quanto prima, perché la trama mi ronza nella testa da tempo, ormai. Credo invece che non mi cimenterò mai con il genere giallo. Troppo difficile da scrivere, e se sbagli, i lettori, sempre molto attenti, se ne accorgono subito.
A quando una nuova pubblicazione? Quali altri progetti da sviluppare hai nel cassetto?
Quest’anno usciranno due libri. Il primo si intitola “I viaggiatori del tempo – la pergamena perduta.” Si tratta di un progetto didattico destinato alle scuole medie, che verrà presentato in vari istituti, a partire dalla prima media, dato che è ambientato in parte nel Medioevo, periodo storico che viene studiato proprio nel primo anno. E’ un progetto ambizioso, al quale tengo davvero tanto. Mi sono divertita un sacco a scrivere questo libro, che parte dalla Conegliano attuale, una cittadina a pochi passi da me, per giungere a quella medioevale. Ho dovuto fare parecchie ricerche per elaborare la trama e auspico che il libro abbia un buon riscontro tra i ragazzini. Il secondo romanzo, che uscirà a giugno con la casa editrice Domino di Piacenza, si è rivelato una sfida piacevole e interessante. E io adoro le sfide. “La rosa e i pugnale” è un paranormal horror thriller, scritto in prima persona, ambientato in Francia, a Carcassonne, patria dei Catari, la setta eretica sterminata nel Medioevo. Anche in questo caso mi sono dovuta documentare, dato che ci sono parecchi riferimenti storici. Inoltre, vi è la presenza di fantasmi a rendere la trama più accattivante, e quella di due personaggi maschili che credo incontreranno molto il favore delle lettrici. Inoltre, entro l’anno dovrebbe uscire una mia fiaba sempre per la casa editrice Domino, racchiusa in un’antologia, le cui vendite verranno tutte devolute ad un’associazione. Infine, entro l’anno uscirà un altro mio racconto horror, ma in questo caso non posso dire di più, dato che il progetto è ancora top secret.
Grazie!
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