Magazine Diario personale

“La strada piu’ breve – Conclusioni finali” by Ester Eroli

Da Parolesemplici

imagesSpesso mi sono chiesto perché si sceglie volutamente la strada della perdizione. Persone intelligenti sono cadute irrimediabilmente nella trappola del male.  Il male stritola fra i suoi tentacoli. Le conseguenze sono sempre letali, devastanti : molti membri della mia famiglia si sono perduti, la famiglia non ha avuto più eredi validi o non ha avuto più eredi. Le famiglie si dissolvono come polvere al vento, soppiantate da altre più serie. I cognomi ereditati non vengono trasmessi, per una specie di maledizione.  Allora la domanda resta sospesa nell’aria: perché si sceglie la strada del male? Semplicemente perché è quella più breve, la scorciatoia, la scappatoia per la coscienza e per i suoi sensi di colpa, che vengono soffocati con l’euforia del successo immediato, con la gioia di attimi di pura spensieratezza, con il piacere effimero e intenso che prende i sensi. Solo in apparenza il successo del male sembra duraturo. All’inizio specialmente la via del male si presenta splendida, ricca di fiori multicolori, di canti, di musiche allegre, di riconoscimenti, di vittorie. Le persone perbene sembrano sconfitte, degne di derisione. La stima degli altri infonde coraggio e sicurezza al malvagio. Il viandante che percorre la strada del male si sente gratificato, viene rispettato, raccoglie nel passaggio frutti succulenti e dolci, naviga in acque tranquille dove niente può succedere. La dannazione dell’anima da alcuni non è considerata una calamità, anzi una prodezza. Più si è trasgressivi e più si ottiene il sorriso compiaciuto degli altri, che tendono a imitare il comportamento aggressivo. La strada del bene è lunga e faticosa, densa di ostacoli e di pericoli di ogni tipo. Per percorrere tale strada ci vuole coraggio, forza di volontà, fantasia, umiltà, onestà, abnegazione, intraprendenza, costanza, prudenza. Spesso coloro che seguono questa via, costretti a subire beffe, violenze, soprusi, insulti, ingiustizie e difficoltà immani dagli altri e dal destino, desistono. Alcuni tornano indietro avviliti e depressi. Gli indifferenti, gli audaci vengono premiati da tutti i tribunali sia terreni che celesti. I fanatici ottengono ciò a cui aspirano e diventano così più superbi. In realtà il premio delle proprie fatiche si ottiene quasi sempre alla fine del percorso. Nessuno sembra disposto ad aspettare per molto tempo. Con il tempo il proverbio cinese dice che vedremo passare il cadavere del nostro peggior nemico. A scoraggiare le persone di buona volontà contribuisce ovviamente la apparente fortuna degli spregiudicati, dei corrotti che con sfacciataggine inaudita ottengono tutto e subito, senza problemi e senza faticare più di tanto. Alla povera gente non rimane che tornare sui propri passi con la coda fra le gambe come un animale braccato. Invano gli onesti attendono un rivolgimento delle sorti, un cambiamento sostanziale del vento. Per anni tutto resta immutato, in una agghiacciante calma piatta che non lascia presagire nessuna tempesta. I malvagi non vengono puniti neppure nei tribunali terreni , anzi, cosa peggiore, premiati alla luce del sole. Gli onesti restano nell’ombra come burattini chiusi in un ripostiglio polveroso  di un teatro. I burattini, che sono sempre  in attesa di essere recuperati, restano nel buio fitto , senza scampo.  Non ci sono vie d’uscita, spiragli di luce, solo una lunga notte piena solo di vaghe promesse di riscatto. E il più delle volte il riscatto, la rivincita non viene. La bussola della vita onesta segna sempre il nord, il freddo e il gelo dei ghiacciai del nord. Nessuna perturbazione sposta la lancetta della bussola verso altri lidi. Come se il tempo si fosse fermato gli onesti vedono il trionfo dei superbi, la loro realizzazione piena, completa, totale su tutti i fronti. I furbi giocano sporco e  nessuno sembra vederli, sorprenderli , punirli  , i disonesti  hanno successo, stranamente su tutti i tavoli. Nessuno sembra notare la loro slealtà, la loro viltà. I disonesti sono disposti a vendersi pur di ottenere il successo, sono disposti a vendere gli onesti. In fondo si può ridere della gente umile, onesta, si può ridere della loro ingenuità e semplicità  . Cosa hanno realizzato nella vita gli onesti ? Per mantenere fede ai loro principi si sono lasciati sfuggire le occasioni più ghiotte. I loro stessi scrupoli li hanno perduti. In questo modo accade quindi che la via del peccato si riempie  ogni giorno di una folla rumorosa e festante che spera sempre di farla franca. Per molto tempo  il destino favorisce gli  astuti che hanno così un futuro all’apparenza  roseo e luminoso, quasi perfetto. Si tratta di una folla con qualità particolari come la furbizia, l’ipocrisia, la diplomazia, la grinta, la malizia, l’indifferenza, la astuzia, la malvagità, la aggressività, la mancanza di carità .  Convinti di essere nel giusto, i furbi,  proseguono imperterriti nel loro cammino deridendo gli onesti. I furbi agognano alla vittoria totale su tutti i fronti. Ottenuti i primi successi si sentono rinfrancati. Proseguono sulla strada del male superbi e tracotanti.   Mentre per gli onesti la vittoria è un miraggio irraggiungibile loro, i furbi,  ottengono risultati apprezzabili. Chi si impegna onestamente, in buona fede non ottiene nulla di concreto.  Gli onesti alcune volte vengono derisi, considerati come persone di poco conto . Sopra il danno la beffa. Nella vita quotidiana spesso piove sul bagnato. La rovina dei superbi è invece in agguato come  un male incurabile , come un cancro che cova dentro una persona bellissima, come il marcio che si trova dentro una mela  deliziosa, rossa,  di bell’aspetto. La rovina dei superbi  non tarderà a venire, è solo una questione di tempo . Bisogna aspettare pazientemente, meticolosamente il crollo del potere superbo . Il potere degli uomini superbi spesso cade sotto le picconate del destino fatale. Di fronte alla disfatta i superbi tremano come agnellini. Nerone, che aveva accusato i cristiani dei roghi di Roma, venne  stanato e colpito a morte . Di fronte alla sconfitta la storia racconta che Nerone piangeva come un bambino. Le sue parole di supplica non vennero ascoltate. Non venne risparmiato.  Chi di spada ferisce di spada perisce. Lo stesso Adolf Hitler alla fine dovette cedere lo scettro del potere conquistato e rinunciare ai suoi sogni di gloria. Del suo potere non è rimasto nulla, nessuna strada è dedicata al dittatore nazista . Solo la sua crudeltà ha prodotto nel mondo un senso di orrore infinito. La guerra scatenata per la sete di potere ha solo generato vittime innocenti.   Si tratta quasi sempre di un caso, di un imprevisto che provoca la disfatta, non solo materiale ma anche morale e spesso può essere solo una sconfitta morale. Ci sono infatti  rimorsi, sensi di colpa, dolori dell’anima   che tormentano per anni, che tolgono il sonno, la vitalità, che distruggono lo spirito, che fiaccano l’anima  . Sono tarli  interni che corrodono le certezze, che sgretolano le forze, che annientano i pensieri.  Si può girare il mondo andare in Canada, in Australia e portarsi dietro le stesse ansie, le stesse colpe. Non c’è scampo al male di vivere.  Ci sono famiglie superbe della ricchezza, del benessere  che vanno in frantumi, cadono a pezzi perché i suoi componenti hanno pensato solo egoisticamente a godersi la vita. Le separazioni, le morti dei figli adolescenti  per droga, per anoressia, sono tutti mali che forse, in certi casi,  sono la conseguenza diretta dei nostri comportamenti scorretti . E’ vero che in molte situazioni il male sembra giungere in modo del tutto gratuito e senza aver fatto nulla ci ritroviamo nell’occhio del ciclone. Dobbiamo tuttavia pensare che la nostra strada segue un percorso già tracciato. In alcuni casi siamo dei predestinati. Ognuno nel mondo ha il suo ruolo da svolgere, il suo compito. Il male, la malattia possono riscattarci, possono redimerci, aiutarci a migliorare. Il male stesso non è inutile, come la nostra stessa vita che spesso trasciniamo a stento. Tutto ha un preciso senso solo che non comprendiamo pienamente il significato, forse lo capiremo con il tempo o in un’altra vita, più giusta, più limpida.   Non serve nel male  lamentarsi, portare fiori al cimitero, pregare nelle chiese vuote.  L’indifferenza verso gli altri si trasforma nella indifferenza degli altri verso di noi. E’ come una lama a doppio taglio. Io avevo girato il mondo, avevo avuto relazioni con donne sposate, con ballerine senza farmi scrupolo e non avevo mai pensato a costruirmi una famiglia, convinto che fosse una istituzione superata, priva di senso. Quando abbiamo lusso e denaro pensiamo che possa durare eterno. Avevo condotto una vita ribelle ed ero stato punito nel modo peggiore. Ci ripugna pensare che il destino possa punirci. Nella punizione ci sono però alcune volte  i germi del nostro cambiamento di rotta. Nella disperazione avevo cominciato a vivere del mio lavoro, a mettere ordine nel patrimonio paterno, a sistemare la mia stanza, il mio nido, a rispettare gli altri, a fare della beneficenza, a sentire dentro di me una fede nuova. Lentamente mi avviavo sciancato sul retto cammino. Il cambiamento mi aveva fatto sudare sangue. Nel frattempo mi ero unito a un gruppo di volontari  e ci aiutavamo a vicenda in modo solidale . Esiste anche l’aiuto gratuito che non ambisce a ricompensa. Giovani volontari  venivano in casa per aiutarmi. In passato invece avevo dovuto dare del denaro persino agli amici per ottenere dei favori.  Ho imparato a poco   a poco cosa significa amare veramente, senza ricevere nulla in cambio. Fisicamente potevo sembrare una larva umana ma moralmente ero rigenerato, rinnovato. Passavo giornate sane a scrivere, a leggere, in chiesa con i volontari, nel convento vicino. Ero impegnato nel sociale concretamente  .  Avevo tanti amici che prima non avevo, amici veri. Nella mia vita passata errabonda invece c’era spazio solo per me, ero cinico e presuntuoso. Ora mi riaccompagnavano a casa ragazzi del gruppo dei volontari, tutti disponibili, sorridenti, allegri, felici di vivere. Ho ritrovato la voglia di vivere. Tutti possono ritrovare la voglia di vivere, possono farcela se si convertono al bene.  Ho assaporato, come fosse la  prima volta.   la bellezza di un fiore, che non avevo mai apprezzato pienamente , il profumo del pane appena sfornato, l’odore del cioccolato, della vaniglia, del cocco, il profumo del mare,  la grandezza del creato, della natura. Prima vivevo senza vedere, ora vivo guardando. Ho riallacciato legami che avevo disciolto, rincontrato persone che avevo perso di vista o abbandonato  . Ho cercato di dimenticare l’odio, i rancori, le gelosie. Ho cercato di cancellare l’abisso che mi aveva sempre tenuto distante dalle persone, dalle famiglie. Ho rinnegato la ricchezza con tutte le sue seduzioni. Sottrarre beni agli altri non giova. Le ricchezze non risparmiano il dolore, le disgrazie, anzi in alcuni casi le attirano. Voltare le spalle ai fratelli per inseguire sogni di ricchezza può essere rischioso, si può perdere la vita, si può perdere l’anima. In fondo chi si accontenta gode. La ricchezza accumulata per anni spesso non trova un erede, un discendente. Il destino che a un certo punto infierisce, ferisce, colpisce . La casa grande colma di specchi, tappeti, mobili antichi, di valore  non ha eredi, forse perché non li merita. Ci sono ville ricche di mobilia, di arredi, di specchi pregiati, di quadri famosi   che sono vuote e deserte di persone, che non vengono usate da nessuno. Con i soldi si può comprare tutto ma non l’amore, non la morte. L’amore va a braccetto con la morte, sono legati in modo indissolubile. Chi ama veramente non teme la morte, chi ama può morire per amore, perché l’amore sospinge verso l’eternità. L’anima innamorata sente sempre  il profumo dell’immortalità, della eternità.  Solo la morte ci allontana per sempre dai vizi, dalle lotte quotidiane, dalle guerre e dalle passioni  e ci proietta in un’altra dimensione dove conta solo la nostra purezza interiore, la nostra anima, il bene che abbiamo fatto. Se fosse possibile  molti ricchi e superbi si comprerebbero la morte. La morte purtroppo non ha un prezzo. Non basta pagare un riscatto per salvarsi dalle sue malefiche spire.  Chi ama sul serio gli altri non muore mai, resta eternamente nel cuore, il suo nome resta scritto perennemente nel cielo . L’amore in fondo  non muore mai, è vecchio quanto il mondo . Solo chi si affida ai beni terreni va incontro alla caducità. Ci sono valori eterni che non crollano mai: l’amore, l’onore, l’onestà, la patria, l’arte, il rispetto, l’educazione, la cultura  . L’arte è eterna come l’amore, attraverso di lei si raggiunge l’immortalità come attraverso l’amore puro  . Alla fine comprendiamo da soli, senza che nessuno ce lo dica,  ce lo insegni che  poche cose contano veramente.  Nessuno potrà mai cancellare il valore di un’opera d’arte. Nessuno dimenticherà mai un artista. Così continuavo   a scrivere nella speranza di tradurre in parole la mia interiorità arricchita dalle esperienze.  Io cercavo  solo  di purificarmi attraverso l’arte. L’arte, come la morte, ci redime, ci purifica, ci rinnova, ci procura un abito nuovo, si fa tornare puri, ci libera dal peso  del corpo, della materia e fa volare l’anima . Nell’ultima parte della mia vita volevo recuperare per sentirmi libero, leggero, sereno. La felicità non dipendeva più dal denaro, era uno stato interiore. Fino alla fine dei miei giorni avrei lottato per la luce della speranza, per la gioia della vita. Vivevo giorni sereni, migliori di quelli della gioventù. Anche la vecchiezza aveva i suoi pregi.  Si può essere felici anche  senza soldi, senza bellezza. Per me la felicità coincideva con la serenità interiore. La conquista del successo non portava da nessuna parte, e poi si arrivava sempre al punto in cui non si può conquistare più nulla perché davanti c’è  solo il baratro. La serenità interiore raggiunta  a caro prezzo  mi aiutava a capire che si può anche perdere con dignità. Si può perdere la vita per gli altri, ma cosa è la nostra vita di fronte alla vastità dell’universo? Un granello di sabbia che si perde nel turbinio degli altri granelli. Spetta a noi dare un senso a quello che apparentemente senso non ha.


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