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La strage dei potenti – James Hadley Chase

Creato il 14 aprile 2010 da Soloparolesparse

La strage dei potenti è senza dubbio il più nero dei romanzi di James H. Chase finora letti dal bloggante.
Nero, nerissimo, devastante… non vuol dire però che sia il migliore, tutt’altro.

Duffy è un fotografo che cerca di campare come riesce, così quando gli viene offerto di scattare delle foto per dimostrare il tradimento di una moglie, accetta seppur con qualche remora.
In realtà dietro c’è molto di più. Non di un marito tradito si tratta ma di un’agendina rubata, un agenda che contiene i nomi di una serie di clienti d’elite di uno spacciatore, un’agenda che vale diverse migliaia di dollari.
Venutone in possesso, Duffy non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione di far soldi e finisce per trasformarsi in un delinquente e ricattare le grosse bande della città.

La strage dei potenti – James Hadley Chase

Come detto, il romanzo non è certo il migliore di Chase, alcune situazioni sono troppo scontate, troppo dirette.
Duffy, semplice fotografo, diventa troppo facilmente esperto malvivente e riesce (o almeno ci prova) ad incastrare i peggiori criminali organizzati che incontra sulla sua strada.
In più la traduzione di Ugo Carrega mi da l’impressione di essere un po’ ripetitiva, un po’ poco varia nei termini e nelle situazioni.

Detto questo, ne La strage dei potenti c’è un sacco di roba buona.
C’è un clima pesantissimo di devastante quotidianità, sembra di vivere nel buio dei bassifondi per tutto il tempo.
Ci sono personaggi ben delineati, personaggi che sono tutti perdenti, senza esclusione.
Come spesso succede in Chase, anche i protagoinisti prendono strade poco consone, hanno segreti da nascondere e fanno poco per farsi amare dal lettore.
Qui la negatività dei personaggi è portata all’eccesso, esasperata, illuminata dai riflettori costantemente.
Siamo in un mondo di corruzione continua e diffusa. Polizia, politici, giornalisti, nessuno si salva.

Soprattutto ci sono le donne di James Chase, personaggi incredibili per la loro complessità e (ancora) negatività.
Spietate, violente, doppiogiochiste, approfittatrici, capaci di concedersi per ottenere minimi vantaggi, senza scrupolo alcuno.
Solo Alice sembra salvarsi da questo marasma, ma anche lei non fa certo una bella figura rimanendo all’oscuro di tutto, sempre nelle retrovie, sempre alle spalle del marito e dell’amico (forse) amante.

In definitiva un romanzo nerissimo (repetita iuvant) che lascia l’amaro in bocca per un finale devastante che non apre nemmeno uno spiraglio alla speranza.


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