I 38 morti di Avellino, nel terribile incidente stradale che ha interessato un pullman pieno di gente caduto in una scarpata, ripropone i contorni e i motivi di una strage voluta e continuata nel tempo.
Politiche dissennate, errori madornali di politici e amministratori locali, che non avranno mai alcun responsabile ma solo condanne morali, come la nostra, hanno provocato, da anni, una sequela incredibile di morti e talvolta vere e proprie stragi, come quella di cui stiamo parlando.
Aver voluto indirizzare il trasporto nazionale su gomma, sottraendo quote e risorse preziose a treni e aerei, ha significato, oltre ad un grande indebitamento tramite l'uso di derivati del petrolio, e un grande sviuppo dell'industria automobiistica e relativo indotto, anche i relativi costi umani e quelli, di riflesso, a carico delle assicurazioni, derivanti da incidenti sia nelle città che nelle grandi reti stradali extracittadine.
Non si tratta di un destino cinico e baro, si tratta di scelte precise e i relativi impatti su economia e costi umani sono inevitabili.
Rifletta chi deve riflettere, invece di piangere, come al solito, i morti di giornata. Il modo migliore di onorare quele povere vittime, è cambiare completamente lo stesso concetto del viaggiare di persone e merci e soprattutto varare un grande piano del trasporto nazionale, più rispettoso dell'ambiente e della vita umana.