Dapprincipio si fa veramente fatica a comprendere che razza di storia quelli del collettivo di scrittura KaiZen ti stanno raccontando, ma una volta superate le difficoltà iniziali, le vicende della Società Segreta dell’Ariete e del “respiro di Seth” finiscono per appassionarti.
I personaggi prendono vita, vista la tematica dura affrontata ne La Strategia dell’Ariete, affermare che ti ci affezioni sarebbe improprio, di certo, impari a conoscerli. L’intreccio, poi, rappresenta il vero tocco di genio del romanzo. Si parte su due differenti piani temporali – ante e post seconda guerra mondiale – tutti con l’unico obiettivo di rintracciare Al-Hàrit (il respiro di Seth) sostanza chimica, custodita dai sacerdoti dell’antico Egitto, capace di soggiogare la mente umana.
Un potere che fa gola a molti: ex gerarchi nazisti, ambigui funzionari dei servizi segreti, boss della mala cinese. Compito dell’Ariete è, allora, proteggere il respiro del male dalle ambizioni di questi.
Così farà, seguendo le tracce di Al-Harit in un lungo viaggio attraverso Medio Oriente, Cina, Germania e, infine, Stati Uniti. A Baltimora si ricongiungeranno, nello stesso lasso di tempo, solo coloro che sono sopravvissuti alla forza distruttrice del “respiro di Seth”.
Le operazioni messe in campo dalla Società Segreta dell’Ariete si intrecceranno, poi, con fatti realmente accaduti: la rivoluzione comunista in Cina, la Notte dei Cristalli, i conflitti in Sud America spesso scatenati dagli interessi degli Usa.
Fatti talmente reali che il collettivo KaiZen sente la necessità di inserire in appendice al romanzo un Dizionario di Seth, in cui sviscerare l’elenco di tutte società segrete che, intrecciando credenze esoteriche a ideologia politica, sono state capaci di influenzare il corso della storia.
Da una loggia segreta nasce il nazismo, da una loggia nasce l’Office of Strategic Services diventato poi Cia, dai membri di una loggia viene fondata la Standard Oil, poi, Exxon.
O i KaiZen sono a conoscenza di una verità storica che non si vuole accertare, oppure, sono dei veri e propri maestri del racconto.