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La superficie impenetrabile delle cose

Creato il 25 gennaio 2012 da Lucas
Ho trovato questa poesia qui. È del poeta americano Dana Gioia (perdonate l'ignoranza). Mai sentito prima. Ho provato a tradurre veloce, a tradire, qualcosa che mi sembra essere bello. 

Do not expect that if your book falls opento a certain page, that any phraseyou read will make a difference today,or that the voices you might overhearwhen the wind moves through the yellow-greenand golden tent of autumn, speak to you.
Things ripen or go dry. Light plays on the dark surface of the lake. Each afternoonyour shadow walks beside you on the wall,and the days stay long and heavy underneaththe distant rumor of the harvest. Onemore summer gone,and one way or another you survive,dull or regretful, never learning thatnothing is hidden in the obviouschanges of the world, that even the dimreflection of the sun on tall, dry grassis more than you will ever understand.

And only briefly thenyou touch, you see, you press againstthe surface of impenetrable things
Se il tuo libro si apre a una certa pagina, non aspettarti che ogni frase
che leggi faccia la differenza oggi,
o che le voci che puoi udire
quando il vento soffia dentro il giallo-verde
e la tenda d'oro dell'autunno, parlino con te.
Le cose maturano o si prosciugano.
La luce gioca sulla superficie scura del lago. Ogni pomeriggio
la tua ombra ti cammina accanto al muro,
«e i giorni sono tristi e grevi
sotto il vago vocio delle messi»*. Un'altra
estate è andata,
e in un modo o nell'altro sopravvivi,
opaco o pentito, e non comprendi che
nulla è nascosto negli evidenti
cambiamenti del mondo, che anche il debole
riflesso del sole sull'erba alta e secca
è qualcosa che non potrai più capire.
E solo per breve tempo che poi
tocchi, vedi, stringi a te
la superficie impenetrabile delle cose.


Invito chi vuole a proporre una versione della medesima. Intanto ringrazio Kees Popinga per l'aiuto al verso tra virgolette (e lo invito a fare una versione migliore, oh quanto migliore, della mia).

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