La Sutor è una società sportiva e in quanto tale deve per prima cosa tutelare i propri interessi. E' quindi più che legittimo che essa vada alla ricerca e trovi una sede consona all'importanza degli impegni sportivi che sta affrontando, e se questo comporta il prendere accordi con Ancona anziché con città più vicine al suo territorio naturale non dipende affatto dalla volontà della squadra ma dalla mancata volontà politica del territorio stesso di mantenere la squadra nel suo interno.
Voglio chiarire questo punto perché non vorrei si equivocasse la mia posizione critica nei confronti del trasferimento della Sutor ad Ancona come un'avversione verso la squadra che invece ammiro e sostengo nel mio piccolo. D'altro canto ho passato la mia fanciullezza giocando a basket nel vecchio palazzetto, ho militato nelle squadre giovanili e quindi la Sutor appartiene alla mia storia personale, non fosse anche per il fatto che due signori che vengono annoverati tra i fondatori, Lelio e Marcello Di Rosa, sono i fratelli di mia nonna. Come potrei non amare la Sutor?
Da qui nasce il mio sentimento di rabbia e indignazione per il fatto che Montegranaro perde un altro pezzo importante della sua storia, della sua tradizione e della sua dignità. E lo fa tra sorrisi e strette di mano. Il tutto mentre i responsabili di questa situazione, testimoniata dai ruderi che possiamo ammirare alla nostra destra andando verso Fermo, si preparano ad una nuova battaglia elettorale con la certezza di vincerla.
Conoscono bene i propri concittadini e sanno che non sono capaci di indignarsi più di tanto. Non lo fanno adesso per la Sutor come non lo hanno fatto per lo scempio del Campo Boario o per i milioni pubblici spesi per un ascensore. Saranno pronti, i Montegranaresi, ancora una volta a dare il loro voto a questi personaggi, noncuranti di tutto questo, salvo poi lamentarsene blandamente al bar?
Luca Craia