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Un manifesto per il sì al referendum a Bulle, in Svizzera. (Fabrica Coffrini, Afp/Getty Images)
Il 18 maggio in Svizzera è stato bocciato il referendum sul salario minimo, proposto dai sindacati. Il 76 per cento degli svizzeri ha detto no all’introduzione di un salario minimo di 3.250 euro.
Se avesse vinto il sì, gli svizzeri avrebbero avuto il salario minimo più alto del mondo. Ma, come previsto dai sondaggi, il referendum non è passato in nessuno dei cantoni elvetici.
In Svizzera non esiste un salario minimo e le retribuzioni sono concordate individualmente o collettivamente. I negoziati collettivi avvengono tra le parti sociali per un intero settore o per singole aziende. Secondo i sostenitori del referendum l’introduzione del salario minimo avrebbe garantito stipendi più equi, ma secondo i suoi oppositori avrebbe alzato troppo i costi di produzione per le aziende e avrebbe rischiato di peggiorare la disoccupazione.
“È stato proposto un salario minimo molto alto”, dichiara di una associazione di imprenditori Blaise Matthey. “E con un salario minimo così alto si rischia di escludere molte persone dal mercato del lavoro, in particolare in quei lavori pagati meno. In Svizzera la disoccupazione è molto bassa, ma questo salario minimo avrebbe potuto farla aumentare”, ha aggiunto Matthey.
Il referendum sul salario minimo è stato quello più discusso, ma il 18 aprile gli svizzeri hanno votato una serie di referendum, tra cui quello per l’acquisto di aerei militari svedesi, respinto con il 53 per cento dei voti. Approvato invece il referendum per vietare alle persone condannate per pedofilia di lavorare con i bambini per tutta la vita.
Fonte: Internazionale