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La taglia quarantadue è il burqa occidentale?

Creato il 09 settembre 2010 da Zoe

La taglia quarantadue è il burqa occidentale?
Vogue Italia, nelle edicole in questi giorni col numero di settembre, pubblica un articolo sulla percezione del corpo delle donne europee, i nostri standard di bellezza, l'ossessione della magrezza. L'ennesimo pezzo moraleggiante sulle ossessioni occidentali? No, Vogue, questa volta, va decisamente oltre.
La rivista pubblica, quasi in ogni numero, bei servizi fotografici di moda, che hanno per protagoniste donne in carne. Non di quelle che, con evidente superficialità, vengono definite da molti "le donne normali", ma donne belle, modelle, e in carne.
Mi pare una scelta apprezzabilissima: viene pubblicizzata un'immagine di donna che si allontana dallo standard da passerella, senza perdere nulla in bellezza. Insomma, qui non parliamo delle casalinghe della prova Dove, che lasciano il tempo che trovano, perchè si presentano come un contentino e nulla di più, non riuscendo a provare nulla contro il binomio bellezza-magrezza.
C'è un però. La sezione nella quale vengono pubblicati questi servizi si chiama, udite udite, Vogue Curvy, il che, mi pare un'evidenza, chiarisce che quelle pagine non sono il vero Vogue.
Dicevo, però, che, questa volta, Vogue è andato oltre. E lo ha fatto inserendo in questa sezione un articolo sulle donne arabe, il velo, la costrizione.
"Il burqa invisibile" di Martina Liverani propone l'idea che le diete severe, le privazioni, la ricerca di un certo standard fisico siano presso di noi ciò che il burqa è presso le donne islamiche. Si parla, addirittura, dei paesi nei quali il burqa è obbligatorio: non soltanto una richiesta religiosa e sociale, insomma, ma una legge.
Io trovo che alla Liverani e a Fatema Mernissi, una delle voci più autorevoli nel descrivere la condizione femminile araba, alla cui affermazione la giornalista si rifà, sfugga il fatto che il paragone è offensivo per le Arabe, sminuisce la sofferenza di chi non può decidere -neanche sulla carta- cosa indossare, e la religiosità di quelle donne che al burqa attribuiscono un più alto valore spirituale e sentimentale.
"Una femminilità annullata, da una parte; dall'altra una difficile accettazione di sé": con queste parole viene reso il confronto fra la donna occidentale e quella orientale. Si parla di femminilità annullata come se alle ragazze arabe venisse negata solo l'opportunità di vivere la propria femminilità in pienezza -pare quasi si parli del conceder loro qualche civetteria-, come se ciò che, anzitutto, mancasse loro fosse l'affermazione del proprio essere donne, e non, prima di tutto, esseri umani liberi.
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COMMENTI (1)

Da falecius
Inviato il 10 settembre a 14:11
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Beh, da un lato, è acqua calda. La Mernissi scrisse il suo libro sul VELO e la taglia 40 diversi anni fa. E il velo non equivale al burqa, il quale ultimo non è obbligatorio per legge in nessun paese, che io sappia, e certamente in nessun paese ARABO. Sempre che io sappia, nessuna donna araba ha mai indossato il burqa, a meno che non si sia trasferita in Pakistan o Afghanistan. Il velo (Hijab) invece sì, è obbligatorio in alcuni paesi arabi e in qualche paese non arabo, ma nella maggior parte dei casi non esiste una legge positiva che lo imponga ma una pressione sociale forte.